venerdì 20 maggio 2011

notti di luna


Ieri notte Kailash era sul tetto della stanza sopraelevata sul terrazzo della casa paterna,da cui poteva vedere finanche le luci in lontananza di Chadnagar, " la città della Luna". Vi stava da solo, poichè il padre, nelle sue mansioni di barbiere, era distolto da un matrimonio in cui doveva fare da cerimoniere, ed egli vi era intenzionato a restare per più giorni, pur di mandare avanti i lavori di edificazione del negozio. Intanto, lassù in alto, da solo, cercava un pò più di sollievo alla fersa della temperatura, che durante la giornata aveva raggiunto i quarantotto gradi in Khajuraho.A causa della siccità era stato costretto anche ieri ad irrorare d'acqua le pareti del suo "dukan", rivestendole ancora di stuoie impregnate d'acqua, perchè non si scepolino e fessurino, in attesa che domani arrivi il capomastro che edifichi il muro interno spartitorio,- e prima ancora che la settimana prossima, o chissà quando mai, quelle quattro mura possano conoscere la copertura di un tetto. poi l' intonacatura, la tinteggiatura, l'ornamentazione dei "rangooli "dipinti dal piccolo Ashesh...
Sabato sera Kailash l’avevo lasciato esaltato, appena di ritorno da un matrimonio fastoso tra sposi di casta ksatrya, ch'era stato imbandito in un dharamsala di Khajuraho, una cerimonia ben diversa da quella delle nozze del fratello della moglie, (ch'erano) avvenute in assoluta miseria nella giungla, mi ricordava divertito dal raffronto, mentr’io mi avviavo a visitare nel plenilunio la reggia della mia città, che sarebbe rimasta aperta fino nel cuore della notte, ma senza che poi l’ incanto delle sue gallerie e delle sue sale, le musiche che di sala in sala vi ricorrevano, potessero fascinare l’anima a magnificarvi la vita, a sopraelevarsi nella loro bellezza oltre la morte di Sumit.
Nel frattempo sono intercorse via internet le liste delle spese delle forniture del negozio, si è contemplato in esse tutto ciò che potessero richiedere l’alimentazione della gente del villaggio, la loro cura del corpo e della casa, lo svago degli uomini e la vanità anche delle più povere donne, il diletto e la istruzione dei bambini, prima che richiedessi a Kailash di contribuire ad un lavoro di potatura dei quantitativi stilati. Certo, si potevano dimezzare la "zero zero atta", la farina zero zero, dato che non è più stagione di festival, o il colore per tinteggiare le case, che verranno tinteggiate di nuovo per Deepavali, oppure la "face cream", in quanto che la si usa solo per i matrimoni, non la body cream o l’olio per capelli, cui si fa ricorso quotidianamente, mentre si poteva fare a meno di comperare le lenticchie nere e quelle gialle, le urid e moong dhal, i contadini del villaggio conservano ancora in casa le scorte del raccolto dell‘estate scorsa, era il caso di limitarsi all’acquisto di pochi chili delle lenticchie di qualità più pregiate, lo stesso discorso era da farsi per l’olio, bastava acquistare quello di girasoli e di soia per i fritti di vegetali e di carne, il "brown oil" che invece si usa per friggere gli impasti delle farine, talmente nel villaggio si ricorre a quello di sesamo che si è mietuto dopo la stagione delle piogge, - un olio sacro e prezioso secondo l’ induismo, buono a tutti gli usi, che tuttavia nelle città dell' India oramai si ricusa di usare,- ineliminabili erano gli accendini le sigarette di foglie arrotolate, le cosiddette "bidhi",- e dov'era finito nei miei elenchi tutto il " rastri", non lo "shree""gutka", come Kailash aveva precisato insistentemente, il tobacco chewingum di foglie di betel che era stato preliminarmente messo in lista, l'indispensabile consumo voluttuario maschile, come il croccante kurkurè lo è per i più piccoli.
Quando dunque siamo rientrati in contatto per decurtare le spese,“ No less… no possible…" Kailash ha opposto, irremovibile, ad ogni mia richiesta di tagli ulteriori, nella difesa strenua di tale estremo avamposto di ciò che ha intrapreso
Il mio sorriso rassegnato ad ogni suo diniego era il sentimento divertito in cui si era rarefatto il monsone che mi aveva oscurato la mente, i giorni avanti, di fronte alla inutilità di ogni mio tentativo di introdurre dei ripensamenti nella mente di Kailash, sulla ragionevolezza economica di aprire un general store per della così povera gente, pressocchè priva potere d’acquisto, sfinito dalla insistenza, che mi è occorsa, per ottenerne l'assenso alla mia richiesta che non siano solo miei i costi e i sacrifici, che anch'egli contribuisca all’acquisto delle forniture con il ricavato della vendita del raccolti di grano , riservando quella del sesamo al rinnovo dell‘affitto del campo dei dalit, mentre solo mia resta, e deve restare, la consapevolezza della vanità fallimentare anche di questo sforzo.
Che importa, se l'utile sarà insussistente, quando il crederci gli rinnova un futuro.

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