giovedì 14 aprile 2016

No money for eating, con gli ospiti in casa

No money for eating, con gli ospiti in casa “
"Mia mamma ieri non ha mangiato perché ci fosse da mangiare per i nostri ospiti”, ponendo fine alle reticenze così Mohammad mi diceva presso casa sua di che fosse depresso, sedendo al mio fianco sul chabotri, di un bancale esterno, accanto al giovine hindu il cui capo rasato mi lasciava intendere che fosse un parente della vecchia morta la settimana scorsa e di cui Mohammad aveva assistito alla cremazione, al rizzarsi del suo cadavere mentre il fuoco lo ardeva.
Era stato grazie al giovine che aveva potuto intercettarmi con il cellulare dopo avermi intravisto di lontano che mi aggiravo presso casa sua senza dirigermici, perché, come gli spiegavo, temevo di disturbare il sonno suo e dei suoi famigliari in quell ora infuocata pomeridiana., per quanto ci tenessi tanto a rivederlo, dopo che una sua telefonata mi aveva raggiunto ieri quando era già sera inoltrata, senza che potessi rispondergli perché il suo numero telefonico restava inaccessibile.
Mi aveva telefonato perché le disgrazie si ripresentano di nuovo e tutte insieme per chi è povero come lui: aveva perso lungo la strada le 50 rupie che gli erano state date dal padre perché comperasse almeno del latte per i cinque bambini, che con tre parenti adulti, erano convenuti a casa sua per il matrimonio di un consanguineo che tra Khajuraho e Rajnagar era stato celebrato due giorni or sono, e che se ne andranno solo domani l’altro, quando egli non potrà accompagnarli che fino alla stazione nel loro rientro a Kanpur, talmente la miseria in casa la fa da padrona
E se durante questi giorni non era stato possibile più alcun contatto telefonico tra di noi,(-io credevo , adiratomi, da parte sua per disertare le lezioni in ufficio di italiano, sul cui conto tenevo così’ tanto a fargli intendere che con le mie conoscenze del patrimonio monumentale dell India sono il solo lascito a lui e ad Ajay che può per loro fare la differenza, in concorsi cui si presentano in India crores, milioni di competitori per qualche centinaio di posti) mi si era perennemente risposto che la telefonata era finita prima ancora di cominciare perché la sua sim card “expired”, aveva cessato di essere valida, ed egli non aveva neanche i soldi per acquistarne un’altra.
Così, non potendo annunciarsi prima per telefono, come gli avevo richiesto, nel timore delle sortite della gelosia di Kailash nei suoi riguardi, non si era fatto vivo di persona presso di me nonostante le circostanze, di un’ emergenza che gravava di nuovo sulla sua esistenza familiare-
” Oggi ho bevuto solo del the, mi diceva. sommesso.“No money for eating”. E quando non c’è da mangiare apri gli occhi solo per rimetterti di li a poco a dormire. Così tutto il giorno”
Né aveva energie per raggiungere il mercato, oggi che era giorno di bazar, perché gli comperassi del riso e le verdure con cui condirlo.
Io lo ascoltavo in silenzio, alla vista meravigliosa di un campo punteggiato di stoppie in cui andavan a pascere delle vacche pezzate d’ocra, sentendomi felice di una pienezza vitale nell essergli accanto e riconfortarlo, nell infinita bellezza del suo essere così dolente di dentro e sorridente di fuori., così materialmente misero e spiritualmente incantevole.
Avremmo fatto insieme un tratto di strada, fino al negozio di generi alimentari di Manjunagar, il sobborgo islamico in cui vive, ma per trovarlo ancora chiuso.
Non mi restava che dagli per strada almeno 200 rupie, con l’aggiunta di altre 60 per la sim card., perché comperasse al bazar, come il sole fosse calato e avesse ritrovato le forze, quanto potesse sfamare sé e i suoi cari e gli ospiti in casa fino alla loro partenza.
Di fianco al negozio ci siamo seduti su un altro chabotri, per dirci le ultime cose prima che lo lasciassi per recarmi con Ajay a insegnare a quest ultimo come si identificano le statue degli dei in un tempio hindu.
E’ allora emerso come la disperazione materiale possa avventare la sua mente,quanto quella del padre, in pensieri o gesti terribili, come quello che l’aveva ieri spinto a tentare di tagliarsi le vene, ad un polso su cui restava traccia di come l’avesse solcato.
Avrebbe voluto allora uccidersi, o uccidere, in una lotta contro tutti e tutto.
“ Mohammad la vita è così bella, in questo stesso istante, se anche tu come me non cedi alle esagerazioni della mente, e pensiamo a quello in ogni caso che abbiamo. Io, un uomo di sessantre anni, un giovane amico come te, chi Kailash, e i nostri bambini, il mio caro Chandu, Poorti, Ajay.
Sembra incredibile che io lo dica alla mia età, dopo che ho tanto scritto e tanto scrivo senza che nessuno mi pubblichi o legga, ma credimi, l importante è darsi ancora da fare e restare in attesa.. Tutto arriva a suo tempo.”
“ Lo dice anche il Corano, che prima o poi Dio ci invia il suo angelo, e tu oggi sei quello”
Io schermendomi mimavo ironico il battito d’ali, Mohammad sorridendomi mi disegnava una corona intorno al capo.
“ E a Delhi?”
“ Finalmente me ne parli , Quando ci rincontreremo , anche stasera sera, se vuoi, andremo in agenzia per vedere quando sia possibile, già la settimana prossima.
“ Il denaro può comperare ogni cosa, ma non l’amicizia. E prima o poi finisce, mentre gli amici sono per sempre”
Non potevo che sorridere, scuotendo il capo alla sua cara retorica sentimentale, al pensiero di come l’amore per Kailash sia un affetto remoto nel fondo del mio cuore, quanta è la attenzione che devo prestare ogni giorno a non lasciarlo senza rupie, scordandomi intanto di chiedere a Mohammad , mentre lo lasciavo in un abbraccio, che mi aggiornasse al nuovo capitolo di che cosa l’amore sia per lui.

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