giovedì 14 aprile 2016

quel che sogno

quel che sogno.

Come capita spesso nelle cose di questo mondo, esse migliorano solo per acuire e rivelare meglio i limiti negativi che si ripresentano. In Khajuraho la situazione viaria è ora eccellente dopo tre anni di dissesto stradale totale, per la risistemazione e l' asfaltatura concomitante di tutte le sue vie, che avevano eclissato tutte le opportunità e le piacevolezze e comodità che offre, ma sulle loro percorrenze non ci sono più campi da raggiungere del mio amico da coltivare insieme, che al concretarsi della possibilità di pervenire più agevolmente ai terreni che mi aveva indicato di sua spettanza, egli ha dovuto alfine rivelarmi che sono della nonna, con il padre e due zii almeno in lista d'attesa, e non c’è pressoché più viaggiatore in vista che chieda o per cui valga la pena di inoltrarsi verso i suoi templi per conoscerli davvero approfonditamente .significativamente
E'davvero il tempo dell’arroganza pretenziosa dei suoi visitatori così ottimi ( speso un vero gran “ misto di capriccio, d’insolenza e vanità”, come le sorelle della Cenerentola di Rossini) e della disonestà per contrappasso di chi li raggira, con scorno mio e del mio amico indiano
Così è stato giocoforza confinarci in ambiti isolati, io nei miei viaggi sulle brevi distanze e nei loro reportages, il mio amico nelle cure domestiche e nell’uso dell’ autorickssw soprattutto per il trasporto dei nostri bambini nelle scuole migliori di Khajuraho che cerchiamo di garantire loro insieme all'insegnamento privato. Un ritiro cui è concomitante la siccità che ha prosciugato talab, canali e corsi d’acqua quali il Khudar, inducendo i contadini a lasciare incolta la generalità dei coltivi, per cui tendo a disertare la vista di una natura così riarsa e spoglia, per isolarmi nella rivisitazione dei templi.
Così’ io e Kailash al contempo in cui li deprechiamo ci facciamo forti l uno dei limiti negativi dell’altro, lui dei miei timori a spendere, essendo i costi della nostra vita comunque superiori alla mia pensione mensile, io della sua abulia o ritrosia mentale timorosa di ogni cambiamento ulteriore, e che allo stato di cose presente non sa pensare altra alternativa che il ritorno alla miseria di origine, nel villaggio natio che moglie e figli aborriscono, per acquietarci nonostante tutto nella situazione in cui ci ritroviamo, forti delle soli ragioni valide che qui in Khajuraho sono le scuole in cui è bene che per anni continuino i loro studi i nostri bambini nelle loro scuole , e che qui è il campo di ricerca cui debbo circoscrivermi se voglio ottenere risultati finanche eccelsi nelle mie investigazioni..
Come dicevo al giovane sceneggiatore di Allahabad che ho incontrato la settimana scorsa, la mia via della mia felicità è tutta lastricata di limitazioni, di tutte le accettazioni e le rinunce che ho dovuto impormi per ritrovarla nel destinarmi nei miei studi e scritti alla mia famiglia indiana, ed è malata di tutta la follia delle sensate ragioni e accampate pretese di reciprocità, recriminatorie, di cui ho dovuto sfebbrarmi per restare fedele al compito assunto quale mia vocazione terminale.
Quanto al mio sogno di felicità, glie l ho esplicitato, in tutta chiarezza: trovare chi mi sostenga, fondazione o magnati, o editori e pubblico, e potere vivere e dare di che vivere a chi abbia fede nella mia attività , grazie ai reportages dei miei viaggi con Kailash da un capo all altro dell ‘India, in una riscoperta interminabile del suo patrimonio sperduto.

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