venerdì 23 settembre 2016

Allo scoppio dello pneumatico


Al telefono risollevava l’animo di Kailash lo scampato pericolo che lo pneumatico anteriore del nostro autorickshaw non sia esploso nel primo mattino, mentre il conducente cui era affidato il veicolo conduceva a scuola i piccoli Chandu o Poorti, o quando fosse stato in giro con qualche cliente, anziché al mercato di fronte al quale era scoppiato con inaudito fragore, ma nelle sue parole il sollievo era solo momentaneo , poiché in esse sopraggiungeva l’addensarsi della frustrazione che il cambio dello pneumatico e la riparazione del mezzo ci venissero a costare non meno di tremila rupie, l’incidente vanificando ogni sforzo congiunto di limitare con sacrifici e risparmi il venir meno delle nostre risorse economiche., che gli tacevo quanto la verifica dei conti abbia rivelato vertiginoso.
“ Money, money, money, money, money…”
Lo pregavo piuttosto di essere gentile nonostante tutto con Vimala ed Ajay al suo rientro a casa, di non alterarsi con loro nella sua mortificazione.
Era già l ora della chiusura serale del negozio, dove l'amico era rimasto ininterrottamente fin dal primo mattino, quando si era sostituito già dalle prime ore ad Ajay, ora impegnato negli esami scolastici., senza fare ritorno a casa nemmeno per mangiare. Un solo somosa era stata la sua alimentazione quotidiana, poco male quando se ti cibi di più si acuiscono le sofferenze emorroidali. Ma la ragione più vera che faceva passare per lui in subordine quanto poco avesse mangiato in giornata, era il conforto mentale che traeva dal restare in negozio lontano da casa, dall’insorgenza delle turbe che scatena in lui il riscontrarvi la sua impossibilità di far fronte in proprio al sostentamento materiale della moglie e dei figli, l inconstistenza di ogni affidabilità del figlio già giovanetto, della moglie illetterata nell educazione da impartire ai piccoli.
“ Quando invece sono in negozio sto bene, la mia mente è come in Chhatarpur o in Delhi” dove gli avevo detto quanto ultimamente, prima della mia partenza, l’avessi ritrovato un altro, meravigliosamente delicato e premuroso e lieve, rispetto a quando in famiglia sa solo inscenare drama e litigi.
Negli ultimi giorni, recandogli soddisfazione nell’attività che svolge in negozio, ad alcuni turisti indiani vi ha venduto qualche giocattolo in legno, di quelli prodotti nel Karnataka, in Channapatna, ch’era fiero che in Khajuraho si potessero ritrovare solo nel nostro negozio, come la generalità dei nostri handicfrafts.
Ma proiettandosi in fuga da ogni riscontro di utile e disutile, eccolo già pronto a vagheggiare, nel prosieguo dei suoi intenti, pur di rimpiazzare quei giocattoli, di potersi recare ad acquistarne subito altri se non in Delhi ad Orcha, più vicina, con Poorti e Chandu e la moglie Vimala al seguito, anticipando al Venerdi la partenza comune, per esserne di ritorno la domenica pomeriggio.
Io lasciavo che ne parlassimo come di una cosa fattibile, contento che intanto si ripromettesse una volta a casa di mettersi subito a dormire, nel mio letto e nella mia stanza più confortevole che ora rimangono a sua disposizione, pur di non incorrere nei consueti litigi, anche se una cena frugale avrebbe pur potuto chiedere a Vimala ed Ajay di preparargliela nel frattempo.

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