giovedì 27 dicembre 2018

Gli ultimi che saranno i primi per il nostro governo


Da un governo per i quali gli ultimi che saranno i primi sono solo gli ultimi della classe, che ritroviamo ora ministri, assessori, loro consulenti e consiglieri,  in nome dell’università della vita come la sola che conti, da un governo che sa conferire dignità di decreto solo a disoccupazione, lavoro in nero e ai contratti più deteriori, ,endendo  ancora più illegali e ricattabili i clandestini nei nostri campi e più invisibili e indisturbate mafia, camorra e ‘ndrangheta, da un governo degli onesti che non fa che  condonare gli abusivi  e gli evasori  e mortificare i contribuenti di sempre, lavoratori dipendenti e pensionati,  da cotanto governo gialloverde che c’era da attendersi quanto a educazione e cultura se non la decrescita. di ogni forma di inclusione e di  sapere critico e autonomo,  insieme con quella dell’economia e delle grandi opere,  che avvia i giovani  verso un’ ebetudine ignorante accomodata in poltrona,  davanti a uno smartphpone con un reddito plebeo di  sudditanza da sgranocchiare? E’ tale  politica del no dei 5 stelle  sia a Olimpiadi che  vaccini che Tav , a ciò che sia progetto, ricerca, innovazione non iscrivibile nei loro diktat ideologici, che soggiace al rifiuto di Bonisoli di dare anche solo risposta agli interrogativi del direttore Assmann, in nome di una restrizione degli accessi e della partecipazione al nostro patrimonio culturale e artistico , che intende gelosamente custodire come una riserva a pagamento sempre più cara e meno scarsamente tutelata, per favorire i propri capitoli di spesa elettorali più clientelari e assistenziali. Così mentre in  combutta con Salvini si combatte ogni forma di integrazione di chi è straniero nella sua civiltà di appartenenza, ecco che si negano in bilancio due milioni di euro ai musei autonomi, che si taglia il credito di imposta a librerie e sale cinematografiche .Meno visitatori ma a biglietti più cari, meno rischi di ogni sorta e dunque meno custodi,  Trattasi del peggio del peggio che si poteva  desumere  dalle storture  del ministro Franceschini, che se non altro aveva il pregio di mettere in chiaro insieme con i suoi orientamenti i gravi errori che li viziavano,  in primis quello di avere separato dall’opera di  conservazione  quella di valorizzazione dei nostri beni culturali, la cui  commercializzazione conseguente viene condotta da Bonisoli e i penta stellati ai suoi  estremi più anticostituzionali, inibendo con il diritto di accesso anche gratuito al  patrimonio che tali beni costituiscono, la loro funzione educatrice e  civile di formazione e crescita umana, che resta ancor più riservata ai soli privilegiati commensali di banchetti di gala culturali. Certo nella diatriba con il ministro ha ragioni da vendere Assmann, - è semplicemente ignominioso che non abbia ancora visto la luce o che sia stato stracciato il bando di assunzione di nuovi custodi-, ma egli così subisce l’effetto boomerang di certe storture dei suoi orientamenti, in primis l’avere egli stesso dato più spazio al fasto di eventi di richiamo, o presunti tali, che ai capitoli di spesa del personale o di manutenzione, l’essersi appagato dei riguardi particolari  del ministro scorso, che ora si pretenderebbero per la sua mantovanità da Bonisoli.
Odorico Bergamaschi

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