giovedì 27 dicembre 2018

un tempio ignoto ai più in khajuraho


Nella stessa Khajuraho, lungo il vialone alberato che reca al Chausat Yogini Mandir basta deviare sulla sinistra ,  poco dopo che  lo si sia intrapreso, per ritrovarsi alla vista  delle rovine di un piccolo tempio dei più antichi della capitale religiosa dei Chandellas,  come   la stradicciola intrapresa s’incurva tra le dimore rustiche . Krishna Deva ne fa solo una menzione di poco più di 4 righe ,  Devangana Desai nessuna, nelle loro opere che sono gli studi ultimi più considerevoli dei templi di Khajuraho.
Sovrastati da un cumulo di frammenti su cui si erge un lingam , ne sopravvivono due lati del basamento dell’adhishthana,  che si ergono su di una piattaforma ch’è finita interrata.
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I resti del tempio frammischiano parti e in granito e parti in arenaria,  il che già di per sé   ne riconduce   l’edificazione ai tempi di  quelle   dei templi di Lalguan  o di di Brahma, in realtà visnuita e originariamente un cenotafio.  A posporlo ad entrambi e a considerarlo più recente è il dato rilevante che in successione ad un anonimo zoccolo o bitha, l’adhishthana presenta nel plinto o pitha  le modanature già  susseguentisi di un  jadhya khumba,  che consiste in una modanatura simile a una cyma reversa, convessa e poi concava, ruvidamente profilato in takarakas superiori.  e di un acuminato  karnika, nei suoi netti profili taglienti. che a differenza della precedente modanatura non  compare  nei templi Lalguan e di Brahma.
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 E’ l’ordine di successione che si fisserà come canonico nelle modanature dei templi hindu,  mentre è ancora inverso nello stesso tempio -già un cenotafio- Matanghesvara, che questa  configurazione del suo basamento attesterebbe come antecedente il tempio in questione, non fosse che la sua architettura disadorna è tutta in arenaria. Come il nostro tempio lo si è cronologizzato così esso appare, sormontato come il Bijamandal da un Linga più recente che lo riconduce a un’affiliazione direttamente o indirettamente shivaita,  come gli altri templi dell’area, il  Chausat Yogini mandir e il tempio a Ganesha che lo fronteggiava, nonché  il tempio Languan.
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  Suggestivamente  in adorazione del linga è stata posta un’effige che per il  gioiello  kasturba che pende sul petto si desume sia quella di VIshnu, in meditazione,  affiancata a un’immagine femminile Un kutha nella sua miniaturiazzione del tempio nel suo complesso induce alla suggestione che la sua sovrastruzione, come quelle del tempio Brahma o Matanghesvara fosse quella di tipo phamsana, ossia una piramide a gradoni.
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 Il tutto nel contesto attuale dell’architettura domestica più tradizionale del Bundelkand rurale. Al profilarsi oltre il talab dei templi maggiori Kandarya e Lakshmana.

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