lunedì 22 giugno 2020


Signor Direttore,
Dunque partita chiusa sulle navi di guerra all’ Egitto e sul caso Regeni , silenzio assoluto sulla strage di donne sub sahariane al largo della Tunisia, sui respingimenti nei lager libici . Se è così, questo non è di certo il mio governo. Lo jus culturae lettera morta, i decreti sicurezza di Salvini ancora del tutto in vigore. Mi si dica, chi sono a tal punto i quacquaracqua bipolari e i loro elettori consimili? E invece di ricercare come minimizzare la catastrofe di un nuovo lockdown, come fronteggiare che si stia assumendo la metà dei lavoratori di prima per la metà del loro salario precedente, che lo smart working raddoppi il lavoro a parità di stipendio, si seguita a fare gli impresari della paura di una ondata di ritorno della pandemia che riesumi i propri poteri speciali, sempre facendo propria la voce dei forti invece che quella dei deboli, magari alla caccia in futuro dei positivi da andare a scovare ad uno ad uno, casa per casa, parole del gerarca Bonaccini. E nell’attesa del rischio zero e del vaccino, si scagliano anatemi contro ogni forma di terapia a cui non sia stato impartito l’olio benedetto del crisma governativo, De Donno, apriti cielo! Una caricatura la regolarizzazione del lavoro bracciantile, escludendone a regola d’arte chi ha perso il diritto alla protezione umanitaria, o ancor più quella delle badanti, queste ultime, figuriamoci, da parte di pensionati, i nostri cari fragili vecchi, che se anche ne avessero la volontà in massima parte dovrebbero versare per esse più che l’ammontare delle loro intere pensioni. Ed il solo collante del recover amministrativo che sanno trovare i nostri sindaci dem in odore di rielezione è la rinomanza indigena dei loro elettori, con il presentarsi, nel caso della nostra città, come il sindaco di ogni benefit di tutti i soli mantovani. Come se il collante di questa politica esclusiva e ad eclusione di chi è straniero ed ingranato nella gig economy fra noi, non fosse l’ essere i loro paraschiavisti di massa quali evasori impenitenti.
Odorico Bergamaschi

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