venerdì 3 febbraio 2023

Al vetriolo ( novembre 2022)

l vetriolo Si sta rivelando una sorta di orrore umano Vimala, senza più Kailash in famiglia e la sua autorità di marito che su di lei si imponga. Non parla che sbraitando, in puro bundeli, nello gnaulio e stridio di uno sguaiato gracidare gracchiante con uno sguardo altrettanto torvo e protervo quanto ottuso e insolente, i capelli oramai grigi sempre più e scarmigliati, gli occhi che mi fissano e scrutano nell interno della mia stanza con assoluta indiscrezione, la bocca una fessura arcuata rigonfia del gutka che perpetuamente mastica, resa orribile dalla perdita dei denti artificiali e naturali, che per paura del dolore della loro rimozione ha rifiutato tenacemente di sostituire, anche dopo che ha assentito a che le le inviassi il denaro per l intervento che non ho giammai più rivisto. Per lei non è niente di niente ciò che io faccio per loro e spendo in dissanguante perdita, mentre è tutto anche quel poco che faceva per me, ora non più neanche questo, lavarmi i panni e pulirmi la stanza, ma che basta e avanza a legittimarla nel trattarmi come se fosse la mia pensionante ed io, che a tutto provvedo, fossi solo l ‘ ospite in casa malamente tollerato , per cui ora da me stesso mi pulisco la stanza e mi lavo i miei panni, esonerandola anche da questo. L’avrei fatto comunque, visto che la sua vera religione, che è quella della pulizia domestica e di un lavaggio continuo di piatti e stoviglie, e della propria corporeità, contempla la discarica più immonda all’esterno di ogni rifiuto, ed il risciacquo dei panni in acque del talab divenute di fogna. Solo il piccolo Chandu ha sollevato rimostranze per tale mia deliberata preclusione delle prestazioni materne, “ Ma voi siete vecchio, “ But You are old” , rilevando in semplici parole. Almeno mammì non avrà più modo di riversare con inusitata loquela a un qualsiasi Mohammed ogni maldicenza sul mio conto, che lascerei anche escrementi nelle mie chadìi e sui copriletto, senza risparmiarmi neanche per avere vomitato fuor di casa nell’ambulatorio del dottor Kare, a seguito degli sbalzi di pressione causatimi i primi giorni dal clima indiano monsonico cui mi è toccato adattarmi per convivere con loro. A cucinare i miei pasti provvede da sempre Ajay, dato che la sola gentilezza e il solo riguardo che colei mi manifesta a riguardo è fornirmi del te con dei biscotti e quanto avanza di ciò che cucina per la famiglia. E’ rimasta una richiesta irrisolta quella che almeno provvedesse a rifornirmi di acqua in bottiglia che devo bere a litri ogni giorno, per abbassare la pressione e la rilevanza dell’acido urico nel sangue, visto che colei ogni mattina deve comunque recarsi al negozio, e che per i miei arti inferiori è una dolenzia non da poco affrontarne i gradoni della soglia. Nemmeno all’arrivo nei medesimi giorni , dopo due sarees , di un bellissimo frigorifero che ho acquistato per noi tutti quanti in luogo di quello che non funzionava più da tempo , ha dismesso la sua ingrata arroganza Allorché per rimuovere l incombenza dello smaltimento di quello vecchio per me me ed Ajay, che accusava i consueti dolori e travagli addominali, ho ventilato che il frezeer senza più portale poteva essere preservato come scarpiera o per riporvi quant’altro, “ che se lo metta nella sua stanza “, si è sguaiata nel dire. Poi, il giorno seguente, quando è arrivato il ripiano per il fornello, che lei ricusava di usare per cucinare se fosse stato disposto sul tavolo grande in marmo della cucina che ho riparato, dove l’avrebbe ostacolata nell impasatare chappati come le è così comodo invece sul pavimento sporco, obbligando chiunque ad impiegare il fornello accucciandosi al suolo, , lei si è rifiutata di adattarvisi anche solo temporaneamente in attesa di una soluzione migliore , il ripiano in verità una scarpiera bassa che benché fornisse v un piano d’appoggio non bastante non era traballante. Potrei esserle assolutamente grato per come conserva immacolata la latrina di casa , non fosse che una mattina di qualche settimana fa, è sopraggiunta in stanza dove di primo mattino mi sapeva già sveglio, perché provvedessi in sua vece a spostare nello stanzino adiacente la toilet chair che mi ero dimenticato di riporvi, e che avevo fatto acquistare finanche prima del mio arrivo perché mi alleviasse la tortura, artrosico e gottoso, di dovermi chinare nel defecare nell indian toilet di una latrina turca. Di tutto ciò mi sono risolto a scrivere dopo che ieri sera Ajay ha scaricato su di me in un raptus tutta la rabbia che covava di dentro contro Vimala e la sorella, per il gesto con cui l ho allontanato perché facesse ritorno di lì a poco con il dosa d’asporto che mi veniva recando, essendo ingombra tutta la stanza ed io impegnato a concludere la mia telefonata con un Kartik che mi stava irretendo nella trama sconvolta della sua vita, da che i genitori avevano combinato un matrimonio da celebrarsi a dicembre con una sposa di cui non sapeva dirmi nulla, obbligandolo a interrompere gli studi più improbabili di spagnolo per attaccare discorso con i turisti, ogni suo sforzo per avere una vita da ricco con lavoro ed affari. In realtà Ajay solo grazie alla cui cooperazione posso sostenere i miei sforzi per la mia famiglia d’adozione, non ne poteva più di essere bistrattato senza rispetto alcuno da madre e sorella santarellina, Poorti, la nostra Devi in famiglia. Voleva che Kailash facesse assolutamente ritorno, una volta tanto preoccupandosi più di una famiglia in sfascio che dei suoi party, in un hotel dove è l unico che è sopravissuto nell’impiego assunto da oltre cinque mesi a questa parte- Altrimenti Ajay se ne andrebbe da Khajuraho per un libero impiego in un ‘ India che sa solo asservire. Finché non ho ripiegato in stanza sfinito, dopo avergli detto e ridetto che sapevo già prima di partire in che situazione famigliare mi sarei ritrovato e che ne avevo avvertito Kailash, nemmeno sul suo conto allora immaginando di poter contare, ed averlo esortato a che evitando di cadere in esagerazioni mentali quali quelle della mia ipocondria, come me sopportasse ed accettasse tutto per il bene famigliare comune, dando tempo al tempo. Usando anch’egli pazienza, infinita pazienza, affinché loro capissero, la ” dhèrea”, di cui ho così imparato il termine hindi con cui spiegarmi con lui.

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