domenica 19 febbraio 2023

Orazio 2023 Odi, 2, XVI

Orazio 2023 Odi, 2, XVI La quiete dell’animo invoca dal cielo, chi Sorpreso è nell’ aperto Egeo, come un’oscura nube Oscuri la luna e le stelle più non appaiano Luminose ai naviganti, la quiete dell’animo La belligerante Siria, la quiete dell’animo La Giudea armata di tanks; peccato Non si comperi né con le gemme né con sete di lusso Né con l'oro. Che valgono tesori o armati di scorta A fugare le perturbazioni della mente che ci infelicitano, O le angosce che scorrazzano Intorno ai bei soffitti a cassettoni. Vive bene con poco colui sulla cui parca mensa riluce La saliera paterna né il timore o la sordida brama priva Della quiete del sonno. Perché, se così breve è la vita, così in alto Scagliamo nel lancio i desideri? Perché Vaghiamo raminghi in cerca di terre che scaldi un altro sole? Chi è esule dalla propria patria sfugge forse a se stesso? Scala navi di bronzo l’assillo incessante, Istantaneo più del cervo veloce Che dell'Euro che scateni tempeste, L’animo contento del presente ciò che l’ecceda Avrà ripulsa di rimuginare e le albagie allevierà con un quietato sorriso. Non c’è beatitudine ovunque ci si volga. Una morte precoce ci sottrasse Raffaello una interminabile vecchiaia prostrò il Tychoon, e chissà che la mia residua sorte mi conceda quanto a te neghi. Cento armenti di vacche sicule ti muggiscono intorno A te sollevano il rombo vetture allineate in scuderia, ti vestono abiti Della seta più nobile, a me uno schietto destino Pochi campi diede E un ispirazione sottile la mia arcaica Musa non ché il disprezzo/ non che un salutare disprezzo/ Per la ricca incolta gentaglia.

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