domenica 19 febbraio 2023

Chandu

Chandu Sen ( testo biografico) Chandu, il mio bambino e figlio indiano, è chi più amo ora al mondo. Egli è per me ciò che è un bambino nella sua perfezione, per quanto alle soglie oramai dell’adolescenza, e nella sua meravigliosa bellezza è compiutamente tale senza anelare a essere altro che se stesso. Ogni volta che lo rivedo si rinnova la sorpresa dei suo incanto perché lo ritrovo sempre più piccolo e minuto e vivido di come lo prefiguro, tanto più ora che il giocare a cricket o con gli aquiloni ha inscurito la sua carnagion , e più che color cioccolato è color chicco di caffè. Nel suo ovale risplendono più luminosi che mai i suoi occhi sempre così confidenti, è più che mai incantevole il perpetuo sorriso in cui si schiude l'espressione del suo volto. E’ il mio Pinocchio, il mio Piccolo Principe, e io sono il suo Geppetto e la sua Volpe. E’ ammaliante la sincerità e l onestà assoluta dei suoi atteggiamenti, senza finti pudori e infingimenti di scrupoli nel chiedere e prestarsi e negarsi, nel rispondermi niente se non ha niente da dirmi, o non è interessato a niente ch’io gli proponga, I don’t know, We will see quando ritiene di non avere posizioni da prendere o vuole temporeggiare, nei mille modi in cui sa ottenere irresistibilmente. Non una sua carezza, niente di sentimentale, solo uno spuntare di lacrime quando papà Kailash ci ha lasciati per Rothak alla stazione di Delhi, o per le mie bizze minacciava di lasciarci in anticipo, ma io posso stringerlo al cuore, abbracciarlo con tanto calore, nel suo corpicino tanto esile e forte. Certo, ho dovuto accettare che rifiuti da me ogni lezione, assumere per questo un suo insegnante privato, ma così studia, ha voti migliori, la sera lo sorprendo con Poorti intento ancora nei compiti, prima degli esami rannicchiato in cucina sui libri fino a ora tarda. Ha imparato nel contempo a moderare e contemperare le sue richieste, il suo invasamento per internet, anche se per lui ciò che è di grido e più costoso resta il meglio, e il Raja cafè è sempre il Raja Café. Gli Adani, gli Ambani, gli Elon Musk, i Bezos, Bill Gates, sa benissimo chi siano e quanto valgano al mondo. Di me non gli piace l’ipocondria, che divenga come un cane rabbioso appena gli altri in vario modo offendono ciò che io sono nella mia dignità e ciò che ricerco in vita, e dopo le mie sfuriate intemerate in cui sono esploso in Delhi è disposto a viaggiare con me solo se con noi due c’è qualcun altro, magari il papà distante che ama ma di cui non soffre l’assenza, insieme con il quale siamo stati poi meravigliosamente insieme in Agra, Fatehpur Sikri. Ma sa più comprendere e accettare “No problem” replicandomi quando mi scuso di averlo ferito nelle sue aspettative nei miei confronti. Ciò di cui più mi rammarico, di tanto in tanto, è di non riuscire in quel che so a ritrovare storie meravigliose da raccontargli. Ma in concomitanza con i suoi studi di storia e i giorni di vacanza scolastici ho voluto fargli comunque dono, come ad Ajay e Poorti, degli splendori grandiosi dell’arte indiana che mi è consentito di fargli conoscere, fargli vivere la vita metropolitana di Delhi, farlo accedere al Taj Mahal. Finora è la tomba di Humayun che l’ha affascinato di più. Nel suo futuro si profila ora l’Academy di cricket d'Indore, dopo avere coltivato il sogno di diventare youtuber, durante l epidemia covid quando nessuno andava a scuola e al lavoro, e tutti giocavano a Pbg Che ora è anche bandito dall’India perché è un gioco per l 80% a partecipazione cinese. E’ or ora sopraggiunto in stanza e mi ha rinnovato la richiesta di andare all’Accademy d'Indore. “Chandu, è già un sogno se puoi andarci per una o due settimane, e accertare le tue capacità”“ E se ho capacità? “ Big problem, bambino mio. Sono io che non avrei allora le capacità che ti servono ”, gli ho detto alludendo con le dita a denaro sonante. Inducendomi al pianto mi ha chiesto se quando sarò in Italia farò ritorno” Ma certo, Con ogni mezzo, per fare tutto quello che posso fare per te” E adesso che la giornata cede al sonno e ai suoi sogni, è lo yes puntuale della sua vocina appuntita in risposta ogni volta che lo chiamo, che culla la mia mente di vecchio.

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