28 marzo, secondo giorno di holi, un holi ai suoi minimi
termini ieri, qui in Khajuraho, più una festa dei colori familiare/ domestica che per
strada. Soltanto un ragazzino mi ha spruzzato polveri, all’inizio della mia
digressione verso il Brahma Temple, per
ripercorrere fotograficamente gli itinerari di Chitrai,. Bamnorah, Beni Gangi,
sulla via di ritorno del Chatarbuja, che è sta da me ripercorsa invano così tante volte, agli inizi
del mese, per ricercarvi invano il portafoglio smarritovi, con la mia carta di
credito, così come alla ricerca degli occhiali che vi ho perso il giorno prima,
invano in mattinata sono stato di ritorno sul mela ground ove la fiera era in
via di definitivo smantellamento, Mi sono intrattenuto con diversi indiani al
talab, che precede Citrai, intento a
meditarvi su come solo la considerazione della nullità, di fronte al nulla di
Dio, di ogni nostro titolo e grado, possa farci ( non solo asserire ma) realmente
accogliere la stessa e pari dignità di uomo, con il proprietario sik della
mietitrebbia che stazionava al limitare dei campi di grano che nel
termine opposto del mio viaggio, si stendevano oltre la cinta dei rilievi Vindya
in cui si apre la breccia ch’è il sito di Beni Gangi e Bamnorah.
Prima di lasciare la casa di Kailash , che ha preferito che
così io non fossi parte della celebrazione con Poorti, Vimala e Chandu, di Holi
presso una famiglia di vicini che li aveva invitati, perché non rovinassi a
loro anche tale ricorrenza festivai, dopo la puja di Deepawali, il Natale e il Capodanno, ho
eseguito il bonifico on line di altre
1500 euro per l’Ape di Kailash, sbollitosi il reinsorgere astioso del mio
malumore per l’inettitudine economico lavorativa dell'amico, mentre al rientro,
quando era già sera, riconciliato con il suo essere quanto mai caro, mi sono steso accanto a lui
che occupava il mio letto, prima che uscissimo per comperare dolciumi
bangha/ in cui sono presenti foglie di una pianta affine
alla Marjiuana. In mattinata, solo lo spirito conciliante di Kailash ha potuto sanare il contrasto che tra noi stava insorgendo,
evitando che degenerasse in scontro. La mia mente, furente della perdita degli
occhiali, una riprova del dharma negativo che infesta le nostre vite, era quella
impazzita di una tigre in gabbia, e di fronte a Kailash ancora letargico/ tra
le coltri, non si capacitava che per
trovare un lavoro che gli dia un qualsiasi reddito, mi ritrovassi a fine
marzo senza avere ancora viaggiato a distanza e per lungo tempo per l India (, il
mio astio ripetendosi) Il mio astio si ripeteva il leitmotiv solito: che per Kailash sia un dato di fatto
ovvio richiedermi ogni distacco e separazione, l’accettazione di ogni doloroso
disagio e patito sopruso, qui in India, ogni onere e spesa, come fossero un obbligo da me
perennemente dovuto a lui e ai suoi cari, senza dunque manifestarmi alcuna forma di rendimento di grazie per ciò che
faccio per lui,o alcuna gratificazione di sorta, mentre a me che assicuro tutto a lui ed ai suoi familiari, è
stato finora inutile chiedere tutto ciò che gli costi una reale fatica, ogni
considerazione in cui prevalga ciò che assicura effettivamente una fonte di
reddito, domandargli ciò che solo da un padrone animalesco, e di necessità, o solo per amore dei figli, se
prevalesse sulla sua indolenza al lavoro che lo affeziona a ogni giaciglio,
potrebbe essere indotto ad accingersi.
Che poi per trarre da me il mantenimento di sé e dei suoi
cari, l’amico debba patire gli attacchi aggressivi del mio ritrovarmi tigre
destinata per un tempo indeterminato alle catene delle sue manchevolezze, sia costretto ad assistere, come mio
garante, a quanto reco danno alla mia incolumità mentale e fisica se subisco
furti o danni, se perdo cose o i dati e i lavori al computer, ed egli debba sentire piangere i bambini angosciati dai miei atti ed atteggiamenti, o
dalle nostre risse venute oramai alle mani, vedere con loro volgere al peggio per
le mie reazioni inconsulte ogni loro festa, la puja di Depawali o il Capodanno,
si fa rilievo accessorio, per i miei deliri di scrittore, e di viaggiatore mancato, trattenuto in India in pausa di sosta prolungata nella sua casa
Anche / e/ stamane, rialimentava ogni mio astio e frustrazione la mia
sfiducia preventiva anche nell’esito della compera per lui di un autorickshaw,
dopo che con ogni mio sforzo ho ottenuto soltanto che il negozio di barbiere
sia l’ambito dei suoi soli interessi non lavorativi, a perdervisi in chiacchiere, e seguitano ad essere
affidati a suo padre i suoi due campi e il negozio in Byiathal, senza che da
lui pervenga alcuna sollecitazione in senso contrario.
Solo per la resipiscenza di una mia tardiva assunzione di conoscenza
e presa in cura dello stato delle cose, ho rilevato che la mancanza di acque di
pozzo, e di irrigazione, può pregiudicare soltanto i raccolti invernali dei suoi
campi, ed ho coinvolto Ajay in una trasmissione dei compiti, ottenendo, che
quando avrò lasciato l’India Kailash recinga di siepi quegli appezzamenti, assieme
ad Ajay, per contornarli di alberelli di guava, di mango, di piante ayurvediche quali il neem e l'aula, che pongano le sementi al loro riparo, più certo, dalla ghiottoneria animale o
dalla avidità umana, con la ripromessa che l’investimento, la prossima
estate, sarà concentrato nella costruzione di un pozzo sui suoi terreni.
Quanto ai terreni che il dottore Dubey potrebbe lasciare in
uso, in cambio di una spartizione del raccolto e di una mia assunzione dei
costi di gestione, via e-mail ho interessato alla cosa Marzio ed Alessia, che per
Holi si ritrovano in Hampi. Un conto è offrire georgicamente il
proprio lavoro nei campi e nella coltivazione di piante ayurvediche, per trarne
esperienza e conoscenza, equilibrio fisico e mentale / è un conto/, ben altro farsi
responsabile della loro conduzione annuale.
Nessun commento:
Posta un commento