12
Marzo
Stamane mi
sono risvegliato ancora in uno stato di depressione suicidaria. Ho annuito
passivamente ai propositi di Kailash di andare a Chhattarpur per avviare la
pratica del conseguimento di una sua licenza di conduttore di autorickshaws,
una volta realizzate in Khajuraho undici, dodici sue foto seriali di
riconoscimento, per l’occorrenza, non senza esserci prima recati alla scuola presso il tempio di Chatturbuja
per risalire al ragazzino che secondo quanto alcuni suoi compagni avevano
raccontato a Kailash sabato scorso, aveva ritrovato il portafoglio che vi ho
smarrito, per essermi caduto dalla tasca della tuta dove l’avevo malamente
riposto, dopo avere fatto l’elemosina ad una vecchia rattrappita in(di) una
secchezza miserrima. Ma prima mi attendeva la scuola, dovevo riaffermare le
ragioni del mio visto di impiego in India, per pochi che fossero gli studenti che
ancora potevo racimolare, dato il disinteresse con il quale il principal
disattendeva dall’assicurarmi un seguito più nutrito, dopo che per egli è
venuta meno ogni possibilità di trarre un guadagno dal mio insegnamento. E quanto agli
outsiders, niente mi stomacava di più che ritrovarmi con i soli due boys
streets che ultimamente avevano richiesto il mio insegnamento, per apprendere
poco più che il frasario di seduzione che a loro interessava. Solo due sere avanti anche Ganesh si era
mostrato a conoscenza dei rapporti sesuali che uno di loro, diciottenne, aveva avuto con una signora tedesca
quaranticioquenne, prima che questi mi accostasse per strada sulla vettura che
il padre gli aveva appena acquistato, supponendo che lo felicitassi
“ Ma io sono povero, sono povero- gli ho
gridato desolato, pensando a me e a Kailash, dalla vita
così
tribolata e senza riconoscimenti
di sorta. al nostro operato virtuoso, a quanto poco sentissi di valere per quel
giovinotto, se di me non si poteva
rilevare: "But he has a lot of money! ...", a
discolpa di tutto e merito eccelso.
Anche per questa ragione non potrei
differire oltre l’acquisto di un motoricksaw Ape per Kailash, ripartirei dall’India
senza che per lui si sia tratto frutto e
costrutto dalla mia permanenza nella sua
casa, e per quanto sia mirabile e virtuoso, la pressione malevola della gente
locale e del parentado si farebbe per lui difficilmente sostenibile.
Ma occorreva essere assolutamente
certi che i tre mila euro occorrenti pervenissero sul suo conto corrente, ed
era dubbio quale fosse il numero identificativo della filiale della state Bank
of India presso la quale ne era titolare.
Ma stamane ero di umore velenoso nei suoi riguardi, manifestandomi diffidente dei suoi intenti reali e larvatamente a lui ostile, un’opacità sordida che mi indisponeva nei confronti di ognuno, e di ogni cosa, desolava ogni mia vista
ed ogni mio incontro, solo la lettura de “ L’uomo e il suo divenire secondo il
Vedanta mi riconfortava con la prospettiva di vivere ancora, dopo che anche un libro recente su Ramon Panikkar era finito da me scagliato contro un muro, e nello splendore mattutino
del marzo indiano, finalmente uscivo di casa sporco e con la barba incolta, con
una gentilezza squisita eludevo ogni contatto effettivo con il principal, e solo la mite bellezza dell’incantevole Pushpendra, o
la vivacità luminosa del grazioso Mohammad Anas secondo, potevano solo lenire i
miei umori atrabiliari.
La cordialità degli
avventori del bengalese rubizzo che nel suo spaccio che da sulla via per Rajnagar sa preparare un the
squisito allo zenzero, mi riconciliava con il mio strato di permanenza forzata e
protratta in Khajuraho, senza che le disavventure seguitate (protrattesi) per settimane con i computer e del furto del portafoglio con
la carta di credito usuale, mi avessero consentito di ritrovarvi la vena di
leggere e scrivere, con Kailash che
seguitava a servirmi di tutto punto ed a sopportare ogni mia abietta miseria, inducendomi a mia volta a sopportare di tutto dell’India e degli indiani, in ragione di quanto gli serviva il mio denaro, più che per una nostra amicizia, nella sua scarsa propensione ad assumere sul
serio qualsiasi lavoro.
Ma avrebbe appreso a sue spese che
cosa conta per me veramente, venivo intanto inveendo dentro di me, che sono nato per leggere e scrivere, scrivere,
scrivere dei miei viaggi, rendere testimonianza dei miei atti di amore, che
solo se si fanno parola scritta per me assumono un senso compiuto.
Eccome se lo avrebbe appreso, mi
ripetevo al rientro, nel ritrovarlo puntualmente a letto all'una pomeridiana, “
dormi, dormi pure, gli ripetevo, nello scoprirgli il volto anche dal fazzoletto
di spugna che vi teneva sopra, “ non c’è certo più bisogno che ci rechiamo a
Chattarpur, “ e più volte zittivo Ajay dal fargli valere le mie rimostranze.
Altro che Ape, ad uno sfaccendato
del genere, così non poteva che agevolare il mio rientro in Italia, tanto più che una e-mail di Valentino mi allertava sul’eventualità, in un futuro quanto
mai prossimo, di dover fare le valigie, noi italiani qui residenti, per
come il mancato rientro in India dei fucilieri che hanno assassinato due
marinai del Kerala in acque internazionali, scambiandoli per pirati, sta compromettendo le relazioni tra India ed
Italia.
Mentre finalmente mi facevo una
doccia, Kailash non reagiva ai miei attacchi, in cui ravvisa una tigre che lo
bracca furiosa, fedele al suo principio di restare calmo quando io, o qualsiasi
altro, si faccia aggressivo o furente nei suoi confronti, docile e calmo mi
assecondava nelle mie perplessità sul numero effettivo del codice Swift o BIC
della filiale della sua Banca, dato che le indicazioni in ogni sito internet
differivano da quelle del precedente invio di denaro e che gli erano state fornite dagli addetti
alla banca, e tergiversavamo mentre sollecitato anche da Chandu, che voleva
rivedersi sulle giostrine del festival di Sivaratri dell'anno precedente, seguitavo nei download dei
programmi che finalmente mi ero deciso ad azzerare e a perdere, pur di poter
recuperare il sistema operativo e salvare almeno i dati, in una duplice operazione che mi
aveva snervato e portato all’estrema disperazione in sua presenza, dibattendomi
contro il letto e il muro, dopo che il conflitto in cui il sistema antivirus che
avevo scaricato durante un’intera notte era entrato con quello già installato, mi avevo
costretto ad annullare ogni precedente riparazione, e download, e a ripristinare e riformattare tutto da capo, con un nuovo backup…
Finalmente è poi arrivato
l’autorickshaw, guidato da un Baju perennemente contorto in volto da un’ altra presa di
gutka, ed abbiamo potuto raggiungere la scuola presso il Chatarbuja temple,
poco prima del suono della campana che pone termine all'ultima ora di lezione.
In tre pluriclassi erano stipati a terra i bambini bercianti, il libro o il
quaderno dei compiti appoggiato sulla cartella, mentre le mosche si affollavano/addensavano
a loro intorno, avide dellle loro cisposità e del loro moccio.Come Kailash prevedeva, non uno di loro
che non ritrattasse quanto aveva precedentemente asserito di avere visto, allorchè
un ragazzino dalit del vicino villaggio di Jatakra, che da giorni non viene a
scuola, era stato sorpreso a intascarsi il mio portafoglio. La paura li faceva
unanimi nel negare tutto, la paura che faceva lacrimevole un certo Puru che
veniva invitato a confermare quanto già aveva asserito, richiamandolo dal
casolare dov’era intento nei giochi.
La promessa di ricompense, la
assicurazione spaventoleche l’indomani sarebbe sopraggiunta la polizia in luogo di me e
di Kailash, nulla valeva a smuoverli.
Meglio riavviarci al rientro
nella meraviglia dei campi al tramonto, dove il grano era già addentro al
proprio rigoglio tra palme e choeula dalle fioriture sfarzose, per ritrovarci
con Chandu nel mela ground, dopo una mia digressione al Raja cafè per un eggs
curry, ed una lettura di capitoli
ulteriori dell’opera somma di Guenon.
Più fantasmagoriche e
strabilianti che l’anno precedente, nel ground mela erano ruote ed ottovolanti, ma per Kailash era bastante un drago sferragliante, nel suo contorcerci, per fare arrestare la corsa che coinvolgeva il nostro
Chandu.
“Sarai davvero un bravo ed
affidabile conducente di autoricksaw, gli dicevo battendogli la mano sulla
spalla, dopo averlo raggiunto alla mia discesa da una delle vetture del drago,
ancor più confortato dalla sua affidabilità umana, quando mi ha chiesto , al rientro in
casa, di soprassedere all’acquisto dell' autorickshaw, se c’era il timore che
l’ammontare finisse nel conto corrente di un altro indiano qualsiasi. Mi limitassi
piuttosto a ricostituire il suo credito in banca, per l’importo di cui era stato
sminuito dalle spese da lui sostenute in mia assenza, quando mi sono protratto in Varanasi e in Sarnat, dopo essermi dissuaso dal
finire nel kumb mela, sotto la pioggia battente di quei giorni, mentre ero in fuga, con la mente debilitata, dai clamori nuziali
notturni di Khajuraho, che nell'ufficio in cui avevo dovuto riparare per i contrasti violenti insorti in casa tra me e Kailash, mi avevano tolto il sonno e la mente, ed ero finito (mi ero
imbattuto) devastato dai mantra che già sul fare
dell’alba, a pieno volume, mi avevano impedito di ritrovare la via del sonno
nella guest house di Citrakot, ancora ignaro della sorte cui non sarei scampato
proprio nel ricercato asilo di Sarnat, finendo per sbaglio proprio nella
guesthouse su cui si sarebbe scatenato,dopo il nubifragio, il clangore ed il
vibrato notturno, fin nella rete del letto, di un’altra
inarrestabile festa nuziale.
Potessi ritrovare ierofanie
Negli infiniti tanti, che anzi che nel tirtha della mente,
si purificano nella merda del
Gange,
potessi non essere voce che grida nel deserto
contro il clamore clangore
l’ossessione a tutto volume
del pulsare notturno di frenesie nuziali animali
in cosmic mandala e crowning
glory
chi largisce perle ai porci
Fossero stati i dibattimenti d'amore con
l’angelo della notte
nello sfigurare dell'altro
Le colluttazioni delle nostre
miserie infime
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