martedì 12 marzo 2013

12 marzo


12    Marzo
Stamane mi sono risvegliato ancora in uno stato di depressione suicidaria. Ho annuito passivamente ai propositi di Kailash di andare a Chhattarpur per avviare la pratica del conseguimento di una sua licenza di conduttore di autorickshaws, una volta realizzate in Khajuraho undici, dodici sue foto seriali di riconoscimento, per l’occorrenza, non senza esserci prima recati  alla scuola presso il tempio di Chatturbuja per risalire al ragazzino che secondo quanto alcuni suoi compagni avevano raccontato a Kailash sabato scorso, aveva ritrovato il portafoglio che vi ho smarrito, per essermi caduto dalla tasca della tuta dove l’avevo malamente riposto, dopo avere fatto l’elemosina ad una vecchia rattrappita in(di) una secchezza miserrima. Ma prima mi attendeva la scuola, dovevo riaffermare le ragioni del mio visto di impiego in India, per pochi che fossero gli studenti che ancora potevo racimolare, dato il disinteresse con il quale il principal disattendeva dall’assicurarmi un seguito più nutrito, dopo che per egli è venuta meno ogni possibilità di trarre un guadagno dal mio insegnamento. E quanto agli outsiders, niente mi stomacava di più che ritrovarmi con i soli due boys streets che ultimamente avevano richiesto il mio insegnamento, per apprendere poco più che il frasario di seduzione  che a loro interessava.  Solo due sere avanti anche Ganesh si era mostrato a conoscenza dei rapporti sesuali che uno di loro, diciottenne,  aveva avuto con una signora tedesca quaranticioquenne, prima che questi mi accostasse per strada sulla vettura che il padre gli aveva appena acquistato, supponendo che lo felicitassi
      “ Ma io sono povero, sono povero- gli ho gridato desolato, pensando a me e a Kailash, dalla vita
       così  tribolata e  senza riconoscimenti di sorta. al nostro operato virtuoso, a quanto poco sentissi                          di valere per quel giovinotto,  se di me non si poteva rilevare: "But he has a lot of money! ...",  a discolpa di tutto e merito eccelso.
Anche per questa ragione non potrei differire oltre l’acquisto di un motoricksaw Ape per Kailash, ripartirei dall’India senza che per lui  si sia tratto frutto e costrutto dalla mia  permanenza nella sua casa, e per quanto sia mirabile e virtuoso, la pressione malevola della gente locale e del parentado si farebbe per lui difficilmente sostenibile.
Ma occorreva essere assolutamente certi che i tre mila euro occorrenti pervenissero sul suo conto corrente, ed era dubbio quale fosse il numero identificativo della filiale della state Bank of India presso la quale ne era titolare.
Ma stamane ero di umore velenoso nei suoi riguardi, manifestandomi diffidente dei suoi intenti reali  e larvatamente a lui ostile, un’opacità sordida  che mi indisponeva nei confronti di  ognuno, e di ogni cosa, desolava ogni mia vista ed ogni mio incontro, solo la lettura de “ L’uomo e il suo divenire secondo il Vedanta mi riconfortava con la prospettiva di vivere ancora, dopo che anche un libro recente su Ramon Panikkar era finito da me scagliato contro un muro, e nello splendore mattutino del marzo indiano, finalmente uscivo di casa sporco e con la barba incolta, con una gentilezza squisita eludevo ogni contatto effettivo con il principal, e solo la mite bellezza dell’incantevole Pushpendra, o la vivacità luminosa del grazioso Mohammad Anas secondo, potevano solo lenire i miei umori atrabiliari.
La cordialità degli avventori  del bengalese rubizzo che nel suo spaccio che da sulla via  per Rajnagar sa preparare un the squisito allo zenzero, mi riconciliava con il mio strato di permanenza forzata e protratta in Khajuraho, senza che le disavventure seguitate (protrattesi) per settimane  con i computer e del furto del portafoglio con la carta di credito usuale,  mi  avessero consentito di ritrovarvi la vena di leggere e scrivere,  con Kailash che seguitava a servirmi di tutto punto ed a sopportare ogni mia abietta miseria, inducendomi a mia volta a sopportare di tutto dell’India e degli indiani, in ragione  di quanto gli serviva il mio denaro, più che per una nostra amicizia, nella sua scarsa propensione ad assumere sul serio qualsiasi lavoro.
Ma avrebbe appreso a sue spese che cosa conta per me veramente,  venivo intanto inveendo dentro di me, che sono nato per leggere e scrivere, scrivere, scrivere dei miei viaggi, rendere testimonianza dei miei atti di amore, che solo se si fanno parola scritta per me assumono un senso compiuto.
Eccome se lo avrebbe appreso, mi ripetevo al rientro, nel ritrovarlo puntualmente a letto all'una pomeridiana, “ dormi, dormi pure, gli ripetevo, nello scoprirgli il volto anche dal fazzoletto di spugna che vi teneva sopra, “ non c’è certo più bisogno che ci rechiamo a Chattarpur, “ e più volte zittivo Ajay dal fargli valere le mie rimostranze.
Altro che Ape, ad uno sfaccendato del genere, così non poteva che agevolare il mio rientro in Italia, tanto più  che una e-mail di Valentino mi  allertava sul’eventualità, in un futuro quanto mai prossimo,  di dover fare le valigie, noi italiani qui residenti, per  come il mancato rientro in India dei fucilieri che hanno assassinato due marinai del Kerala in acque internazionali, scambiandoli per pirati,  sta compromettendo le relazioni tra India ed Italia.
Mentre finalmente mi facevo una doccia, Kailash non reagiva ai miei attacchi, in cui ravvisa una tigre che lo bracca furiosa, fedele al suo principio di restare calmo quando io, o qualsiasi altro, si faccia aggressivo o furente nei suoi confronti, docile e calmo mi assecondava nelle mie perplessità sul numero effettivo del codice Swift o BIC della filiale della sua Banca, dato che le indicazioni in ogni sito internet differivano da quelle del precedente invio di denaro e che gli erano state fornite dagli addetti alla banca, e tergiversavamo mentre sollecitato anche da Chandu, che voleva rivedersi sulle giostrine del festival di Sivaratri dell'anno precedente, seguitavo nei download dei programmi che finalmente mi ero deciso ad azzerare e a perdere, pur di poter recuperare il sistema operativo e salvare almeno  i dati, in una duplice operazione che mi aveva snervato e portato all’estrema disperazione in sua presenza, dibattendomi contro il letto e il muro, dopo che il conflitto in cui il sistema antivirus che avevo scaricato durante un’intera notte era entrato con quello già installato, mi avevo costretto ad annullare ogni precedente riparazione, e download, e a ripristinare e riformattare tutto da capo, con un nuovo backup…
Finalmente è poi arrivato l’autorickshaw, guidato da un Baju perennemente contorto in volto da un’ altra presa di gutka, ed abbiamo potuto raggiungere la scuola presso il Chatarbuja temple, poco prima del suono della campana che pone termine all'ultima ora di lezione. In tre pluriclassi erano stipati a terra i bambini bercianti, il libro o il quaderno dei compiti appoggiato sulla cartella, mentre le mosche si affollavano/addensavano a loro intorno, avide dellle loro cisposità e del loro moccio.Come Kailash prevedeva, non uno di loro che non ritrattasse quanto aveva precedentemente asserito di avere visto, allorchè un ragazzino dalit del vicino villaggio di Jatakra, che da giorni non viene a scuola, era stato sorpreso a intascarsi il mio portafoglio. La paura li faceva unanimi nel negare tutto, la paura che faceva lacrimevole un certo Puru che veniva invitato a confermare quanto già aveva asserito, richiamandolo dal casolare dov’era intento nei giochi.
La promessa di ricompense, la assicurazione spaventoleche l’indomani sarebbe sopraggiunta la polizia in luogo di me e di Kailash, nulla valeva a smuoverli.
Meglio riavviarci al rientro nella meraviglia dei campi al tramonto, dove il grano era già addentro al proprio rigoglio tra palme e choeula dalle fioriture sfarzose, per ritrovarci con Chandu nel mela ground, dopo una mia digressione al Raja cafè per un eggs curry, ed una  lettura di capitoli ulteriori dell’opera somma di Guenon.
Più fantasmagoriche e strabilianti che l’anno precedente, nel ground mela erano ruote ed ottovolanti, ma per Kailash era bastante un drago sferragliante, nel suo contorcerci, per fare arrestare la corsa che coinvolgeva il nostro Chandu.
“Sarai davvero un bravo ed affidabile conducente di autoricksaw, gli dicevo battendogli la mano sulla spalla, dopo averlo raggiunto alla mia discesa da una delle vetture del drago, ancor più confortato dalla sua affidabilità umana, quando mi ha chiesto , al rientro in casa, di soprassedere all’acquisto dell' autorickshaw, se c’era il timore che l’ammontare finisse nel conto corrente di un altro indiano qualsiasi. Mi  limitassi piuttosto a ricostituire il suo credito in banca, per l’importo di cui era stato sminuito dalle spese da lui sostenute in mia assenza, quando mi sono protratto in  Varanasi e in Sarnat, dopo essermi dissuaso dal  finire nel kumb mela, sotto la pioggia battente di quei giorni,  mentre ero  in fuga, con la mente debilitata, dai clamori nuziali notturni  di Khajuraho, che nell'ufficio in cui avevo dovuto riparare per i contrasti violenti insorti in casa tra me e Kailash, mi avevano tolto il sonno e la mente, ed ero finito (mi ero imbattuto) devastato dai mantra che già  sul fare dell’alba, a pieno volume, mi avevano impedito di ritrovare la via del sonno nella guest house di Citrakot, ancora ignaro della sorte cui non sarei scampato proprio nel ricercato asilo di Sarnat, finendo per sbaglio proprio nella guesthouse su cui si sarebbe scatenato,dopo il nubifragio, il clangore ed il vibrato notturno, fin nella rete del letto, di un’altra  inarrestabile festa nuziale.




Potessi ritrovare ierofanie
Negli infiniti  tanti, che anzi che nel  tirtha della mente,
si purificano nella merda del Gange,

che assaltano la mente
potessi  non essere voce che grida nel deserto
contro il clamore clangore l’ossessione a tutto volume
del pulsare notturno di frenesie nuziali animali
dei loro inarrestabili carri,
in cosmic mandala e crowning glory
chi largisce perle ai porci


Fossero stati i dibattimenti d'amore con l’angelo della notte
nello sfigurare dell'altro
     
Le colluttazioni delle nostre miserie infime

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