Martedi 19 marzo, sulla via di Allahbad per il Kumb Mela
Nel calore del pomeriggio estivo, Chandu nella mia stanza si
intrattiene con ogni cosa, nel piacere senza
pari della reciproca compagnia, Vimala lo richiama invano presso di sè, mentre il
ventre mi dolora pei i sintomi di un’infezione intestinale, ed i pantaloni della
tuta sono già maleodoranti per essermi appena urinato addosso, poc anzi ho ricercato in rete il costo di un
volo di ritorno tra due mesi, mosso dal
rimorso che mia madre sia rimasta finora in vana attesa che faccia rientro,
senza che il protrarmi in India abbia sortito alcun lavoro remunerativo per
Kailash, nel frattempo sacrificando pressoché del tutto, a tale
miraggio, ogni viaggio ed attività di
scrittura e di pensiero, i giorni e le notti implacate, al che, quanto più la
mia vita si faceva un sacrificio inesausto (perenne), l’ignavia e la crudeltà di Kailash senza
più riguardi verso di me, il ritrovarmi sempre più un servo vano della sua ingratitudine sans
merci, per la quale l’accettazione di tutto quanto vi è di più intollerabile in
India era soltanto un mio obbligo dovuto( era un mio obbligo soltanto), ha fatto insorgere in me la belva che era
accovacciata, e che si è ritrovata sotto i suoi pugni e ogni suo insulto
furente, quando ha tentato di riscuoterlo, percuotendolo, dalla indolenza in cui era
ricaduto dopo avermi freddato anche nel mio intento di andare in viaggio ad Ajaygarh e Kalinjar, con
gli agenti di Delhi che avrebbero potuto assicurare un minimo di clienti al
nostro sventurato bapuculturaltours (con ). Avevo già i bagagli pronti per andare altrove
in India, fino al rientro in Italia, allorchè ho invece messo piede nella sua
stanza e ho inveito sul suo corpo stravaccato al suolo, nel
sonno in cui era di nuovo ricaduto di pieno pomeriggio, perché non mi rassegnavo, così, alla prospettiva di
negare qualsiasi futuro ai nostri bambini, la scuola delle suore già da quest
estate al mio Chandu, per quanti anni ancora, fino alla mia consumazione, disperando
di essere obbligato a permanere in India, in simili condizioni, perché l’amico non sa reggersi da solo come uomo. Il pianto, mentre mi pacificavo sotto i suoi
colpi, dei bambini sgomenti e atterriti. E
l’amico, tre giorni dopo, domenica scorsa, come ricevuta in cambio di pugni e
offese, della rigovernatura che mi ha rovesciato addosso, si è ritrovato con l’accredito di 2.000 euro per l’acquisto
di un autoricksaw, quando poco più di 300 sarebbero bastati a farmi ritrovare in Italia, presso mia madre. Le
scritture sacre della domenica, come la voce del cuore, mi confortavano unanimi a
questo, nel segreto dell’operazione irreversibile di bonifico che stavo praticando on line, dicendomi
che è Potenza e Sapienza di Dio, ciò che per il mondo è debolezza e follia dell’’uomo.
Sono state la dolcezza della voce di Ajay e dei modi di
Vimala, che nella sera mi hanno iniziato alla ripresa, nella casa da cui Kailash avevo urlato
che uscissi per sempre e da cui lui invece se ne era andato via, in cerca di
una serie di propri medici della mente, tutti particolari, in Jhansi o vicino al
proprio villaggio, mentre a sua volta la mia mente non si dava pace di ciò che di indelebile ed irreversibile era avvenuto , che io e Kailash ci siamo oltraggiati e percossi a vicenda fino a tali estremi,
fino a digrignarli io in volto tutto quanto il mio odio impotente, e a mettergli le mani
alla gola per serrargliela per sempre.
Se ne restasse pur via, a rimeditare sui maltrattamenti a loro inflitti, era quanto mi esprimevano solidali Vimala ed Ajay, prima che l’indomani, io e i bambini, che giorno meraviglioso e dolente trascorressimo insieme, sul mela ground, per Sivaratri, tra una corsa in giostra e l’altra che concedevo a loro.di godere.
Se ne restasse pur via, a rimeditare sui maltrattamenti a loro inflitti, era quanto mi esprimevano solidali Vimala ed Ajay, prima che l’indomani, io e i bambini, che giorno meraviglioso e dolente trascorressimo insieme, sul mela ground, per Sivaratri, tra una corsa in giostra e l’altra che concedevo a loro.di godere.
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