The Door Was open and the House Was Dark - In memory of David Hammond" by SEAMUS HEANEY
"The door was open and the house was dark
Wherefore I called his name, although I knew
The answer this time would be silence
That kept me standing listening while it grew
Backwards and down and out into the street
Where as I'd entered (I remember now)
The streetlamps too were out.
I felt, for the first time there and then, a
stranger,
Intruder almost, wanting to take flight
Yet well aware that here there was no danger,
Only withdrawal, a not unwelcoming
Emptiness, as in a midnight hangar
On an overgrown airfield in late summer.
Traduzione personale
La porta era aperta e la casa oscura
Perciò lo chiamai per nome, pur sapendo
Il silenzio questa volta la risposta
Che mi lasciò in ascolto, mentre esso cresceva
Nel retro, sottostante e fuori nella strada
Dove alla mia entrata ( ora ricordo)
Anche i lampioni erano spenti.
Mi sentii, per la prima volta lì ed allora, un’estraneità,
Quasi un intruso, precipitoso di involarmi
Ma ben conscio che (co)là non v’era alcun pericolo,
Un ritrarsi soltanto, un vuoto
Non inospite, come in un hangar a mezzanotte
Su un aerodromo infestato a tarda estate.
"The door was open and the house was dark
Wherefore I called his name, although I knew
The answer this time would be silence
That kept me standing listening while it grew
Backwards and down and out into the street
Where as I'd entered (I remember now)
The streetlamps too were out.
I felt, for the first time there and then, a
stranger,
Intruder almost, wanting to take flight
Yet well aware that here there was no danger,
Only withdrawal, a not unwelcoming
Emptiness, as in a midnight hangar
On an overgrown airfield in late summer.
Traduzione personale
La porta era aperta e la casa oscura
Perciò lo chiamai per nome, pur sapendo
Il silenzio questa volta la risposta
Che mi lasciò in ascolto, mentre esso cresceva
Nel retro, sottostante e fuori nella strada
Dove alla mia entrata ( ora ricordo)
Anche i lampioni erano spenti.
Mi sentii, per la prima volta lì ed allora, un’estraneità,
Quasi un intruso, precipitoso di involarmi
Ma ben conscio che (co)là non v’era alcun pericolo,
Un ritrarsi soltanto, un vuoto
Non inospite, come in un hangar a mezzanotte
Su un aerodromo infestato a tarda estate.
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