Alle due e trenta di notte era Mohammad
a svegliarmi, entrando nella mia stanza in cui mi ero appisolato sul
letto. Dopo avermi apportato verso le sei di sera i biglietti
ferroviari per me, lui ed Ajaj, si era rifatto vivo alle dieci di
sera insieme con il padre, per trascorrere la notte a casa nostra,
in ragione della partenza alle quattro del mattino del treno da
Khajuraho per Kanpur , di cui è ben pratico, essendo Kanpur la sua
città natale, dove ha trascorso l infanzia e la prima adolescenza
precoce. Avremmo così evitato di doverci chiamare a raccolta durante
la notte, ed il conducente del taxi, già contattato dal padre,
avrebbe fatto capo solo alla casa di Kailash, che è più vicino alla
stazione ferroviaria della dimora di Mohammad in Manjunagar.
Nonostante mi fossi assopito avevo modo
di riordinare ancora le mie cose, di rivedere con lui al computer la
pagina sul tempio Bithargaon del sito www.puratattva.in
per condividere la memorizzazione del soggetto delle sue sculture
in terracotta, prima che fosse l’ora della sveglia anche di Ajay ,
di caricare i nostri zaini sull’autorickshaw che era già
sopraggiunto e di avviarci alla stazione.
Alla partenza io e Mohammad, come due
ragazzini coevi, avremmo scherzato a lungo sul conto di Ajay, il
nostro piccolo babbà, o mini vecchietto, da che il giorno avanti l
avevo sorpreso tingersi i capelli, sotto lo sguardo assenziente
della madre, per essersi scoperto qualche capello bianco-
“ Sai che è successo, Mohammad, Ajay
si è guardato allo specchio e si è scoperto già vecchio, giusto il
tempo di essere giovane solo per un’ora.”
Era bene che così fosse, dopo le
tensioni che avevamo surriscaldato e stremato fino al giorno prima la
mia mente , a causa dell'intrusività stessa dell’amato Mohammad
nella mia esistenza che si costringeva in camera per finire di
scrivere almeno il referto cronachistico dei miei viaggi recenti,
delle contrarietà che tale invadenza suscitava in Kailash, che
sentiva che lo preferivo ai suoi figli, nel concedergli e nel
riservargli quanto a loro non era dato, nell uso del computer che
preludevo a Chandu, o in quanto spendevo per assicurare al ragazzo un
vestiario decente , nel condividere i pasti se uscivo o mi ritrovavo
fuori con lui.
Nella sua diffidenza oculata nei
confronti del fanciullo, anche perché è muslim, temeva che
nonostante la sincerità del sui rapporto d'affetto approfittasse del
mio amore per lui, per carpirmi l uso del computer o per distrarmi
denaro, il che lo viene sospettando sul conto stesso di Ajay.
Sopraggiungeva poi il sonno, come mi
sdraiavo nel vagone vuoto, che immancabile si gremiva di passeggeri
al suo arrivo in Banda, secondo quanto Mohammad ci aveva predetto.
Oltre il transito della Yamuna saremmo
arrivati in Gatampur ch’erano le 9,30 del mattino di una luminosa
giornata di sole sulla piana gangetica, che al culmine della seconda
metà d’aprile offriva alla vista le stoppie e la pula dei
terminati raccolti.
Lungo la strada che congiungeva la
stazione ferroviaria alla via di gran traffico che da Mahoba recava a
Kanpur, (che avremmo attraversato e percorso attraversavamo
seguitando, sulla destra, verso il parcheggio degli
autorickshaw per Bhitargaon, ssituato sul lato di provenienza in
cui ci eravamo affacciati sull’arteria stradale), depositi di
calce e cemento ci ribadivano ciò che ci avevano preannunciato i
camini di un seguito di fornaci ai lati della ferrovia, che si era in
terra di ottima argilla per laterizi, ben lungi da rocce di
arenaria collinari, con il che già si spiegava l’uso del mattone
in Bhitargaon ed in Nibiya Khera
Per essere liberi di muoverci più a
piacimento sceglievo di pagare solo il passaggio in autorickshaw fino
a Bhitargaon, anziché il trasporto in ambo le località e il rientro
in Gatampaur, avevamo tutta una giornata davanti, e che
ci si sarebbe schiusa meravigliosa, nel visionare i templi nel
fulgore del loro ammattonato
e della realizzazione in terracotta di sculture e rilievi ,
di ritorno in Gatampur ed ai suoi bazar ortofrutticoli quando il sole era ancora alto
, trasferendoci da una località all altra , nella fersa estiva, con il tuk tuk rimediatomi dai miei cari Ajay e Mohammad nei pressi del tempio di Bhitargaon, che stavamo lasciando, per ripartirne in autobus alla volta di Kanpur, e pervenirvi che non era ancora sera.
e della realizzazione in terracotta di sculture e rilievi ,
di ritorno in Gatampur ed ai suoi bazar ortofrutticoli quando il sole era ancora alto
, trasferendoci da una località all altra , nella fersa estiva, con il tuk tuk rimediatomi dai miei cari Ajay e Mohammad nei pressi del tempio di Bhitargaon, che stavamo lasciando, per ripartirne in autobus alla volta di Kanpur, e pervenirvi che non era ancora sera.
Fosse perché ero uno straniero, o
perchè oltre che tale ero un uomo avanti negli anni ,dai capelli
bianchi, con due incantevoli ragazzi al seguito, nell albergo che mi
avevano reperito i parenti di Mohammad non c’era posto per me, lo
trovavo invece presso l’hotel Ashoka, non senza che Kailash abbia
dovuto rimediare al telefono ai guai che lo zio di Mohammad vi stava
creando, assicurando che ero in India da ben dieci anni, come
soltanto un avventuriero può consentirsi.
E ne saremmo usciti per un cicken
byriani presso l oramai mitico Baba Biryani, di cui tanto si era
discorso tra me e Mohammad, da farne il nome della mia conversione
alla sola vera religione dell India.
E dire che al mio computer egli era
stato tutto uno sfoggio di zoom e di collegamenti con mappe ed
insegne e immagini di edifici e parchi e ristoranti ed hotel di
tabelle di prezzi e di interni di camere, per cui nemmeno mi ero
curato di assicurarmi una mappa di Kanpur..
Al tempo stesso Kailash al telefono si
mostrava era in preda a prostrazione mentale, ai
turbamenti di un’insonnia agitata dagli incubi della
sconvolta dalla sua angoscia per il futuro dei bambini, su cui era
tornato a discorrermi con inquietudine prima della mia partenza, e
che io avevo accresciuto con i miei turbamenti e
vacillamenti crolli mentali, con l inaffidabilità, quanto
alla permanenza del mio sostegno, che avevo fatto serpeggiare
nuovamente con la mia instabilità mentale, soprattutto a seguito
della mia minaccia che gli avevo espresso di fare rientro in Italia,
se la sua sorveglianza gelosa della condotta di me e Mohammad mi
costringeva alla scelta tra la sua e nostra famiglia ed il mio
adorato ragazzo.
Si dava ora l’eventualità che
dovessimo già interrompere il viaggio, perché io gli venissi in
soccorso con il mio rientro? In colpa, come mi sentivo, per averlo
fatto disperare nella possibilità di fare affidamento su di me, per
il futuro dei bambini, con i miei squilibri mentali ed i miei stati
di infelicità, benché ogni bene mi stia concedendo la vita, e se
non avvengono sventure, solo i miei oscuramenti mentali o l
inottemperanza del limite possano pregiudicarne la gioia
Volevo pur dirgli che la mia ansia di
scrivere che mi faceva talmente indisponibile e indisponente, alieno
all ascolto e ad intendere le sue necessità di ogni giorno, nasceva
dalla sua stessa angoscia per il futuro dei nostri bambini, perché
non altrimenti che con i miei report di viaggio e il loro proporli,
credo ancora di potere recare soccorso a quanti qui amo e mi vogliono
bene.
Tra le peregrinazioni a vuoto che
causava la gaia leggerezza vanesia di Mohammad e la mia ansia su
quali potessero essere gli esiti inconsulti dello stato d’angoscia
mentale di Kailash, si produceva la miscela esplosiva della mia
angoscia frustrata, quando ci ritrovavamo in albergo dopo un nulla
di fatto, in una Kanpur di cui avevamo dovuto attendere fino alle
dodici la piena ripresa delle attività il pieno risveglio.
A nulla valeva che Kailash si stesse
riprendendo e mi esortasse a seguitare il viaggio, che avesse
ritrovato in una guida il nome dell hotel in cui eravamo stati in
Lucknow la volta scorsa, strapazzavo a tal punto la presuntuosità
superficialità facilona del ragazzo (di cui io fidandomi inopportunamente, piuttosto sventatamente non avevo provveduto a fornire alcuna mia compensazione integrativa in Kanpur), che furente egli si ritirava in disparte su di una motoretta al di fuori dell hotel, Mi era evocativa di troppi
fantasmi di miei studenti che la digitazione di un computer aveva
esaltato di deliri di onnipotenza capacità di saper fare e sapere inconsistenti,
di troppi suoi coetanei che in sella a una motocicletta si credeva
di cavalcare il mondo in Khajuraho.
Il prossimo bersaglio della mia
irascibilità sarebbe stato Ajay, che aveva mostratodi avere ben
inteso in hindi dove fosse reperibile vicino all hotel un internet
center in cui rintracciare nel web il recapito telefonico dell hotel
di Lucknow per la sera seguente, mentre rivelava di non averne la
minima idea mentre ci avviavamo per strada.
Facevo cupo ritorno in hotel sui nostri
passi, ed era allora che i due ragazzini mi mostravano d'incanto di che
tempra fossero, fors' anche perchè così messi alla frusta dal mio
scoppio irrefrenato di esagitazione iraconda, e riprendevano riprendendo in mano
per loro iniziativa la situazione, a quel punto di stallo Si
incaricavano di uscire insieme per ritrovare un internet center
nelle vicinanze, da cui erano di ritorno dopo qualche decina di
minuti, una saletta in cima a delle scale cui metteva capo un ufficio,
refrigerata di aria condizionata, in cui mostravo loro in quali siti
che non fossero quelli di tripadvisor, che i recapiti telefonici degli
hotel non li rivela per accaparrarsi l'intermediazione delle
prenotazioni, erano rintracciabili almeno tre numeri telefonici che
facevano capo all hotel.
Alla reception lasciavo che fosse il
proprietario dell hotel, facendosi di noi garante, che prenotava una
camera per la sera seguente, con apparente buona pace ritrovata fra
me ed i miei due amati ragazzi.
In attesa, la sera, di dormire a casa
della nonna di Mohammad, potevamo recarci a vedere nel tardo
pomeriggio il tempio I K, proponevo . Starcene suoi ospiti l intero
pomeriggio e la sera, prima di trascorrervi la notte, mi sembrava una
dilazione eccessiva.
Proposta accolta, senza riserve, non
fosse che solo quando ci eravamo già avviati in direzione del tempio
distante, Mohammad si faceva scrupolo di dirmi che a casa della
nonna non avrebbe funzionato il ventilatore, perchè per ore, nel suo
quartiere,è sospesa di sera e di notte l erogazione dell energia
elettrica- E dirmelo prima? mi spazientivo non più di tanto, al
saperlo avremo potuto prenotare l hotel in Lucknow per quella
stessa sera , trasferendocisi a dormire.
Che si accordassero, se era il caso di
recarci ugualmente a dormire a casa della nonna di Mohammad, o al
ritorno in hotel di prenotare una camera in Lucknow anche per quella
sera.
I due ragazzi optavano prontamente per
questa seconda soluzione, e così un riequilibrio sembrava raggiunto, non
fosse che giunti al sito del tempio, di una fattura bancaria, nei
suoi saloni inferiori, che rivelava le sue origini magnatizio-
cementarie, Mohammad si mostrava afflitto da una mestizia che ne
oscurava ogni gioia.
Me ne avrebbe rivelato le ragioni Ajay,
illuminandomi forse la ragione di fondo della svagatezza di Mohamad, del suo
mancato impegno nel farci da guida come era nelle sue capacità.
Così non avrebbe potuto rivedere la nonna, che era la sola cosa che
gli stava a cuore in Kanpur.
Sulla via del rientro un rimedio era
ritrovato all'amato: scendeva dall autorickshaw quando eravamo in
prossimità della casa della nonna, da cui ci avrebbe raggiunto in
hotel, per ripartire insieme alla volta di Lucknow, in treno,
provvedendo al contempo ad acquistare i biglietti.
E gli era ripromesso che saremmo stati
in Kanpur un giorno in più, consentendogli di stare con la nonna
materna l'intera serata e la notte prima del definitivo rientro.
Prima di raggiungere l'albergo io ed
Ajay provvedevamo a cenare al Baba Byriani, sulla via del rientro,
Ajay consumando un altro cicken biryani, io un butter cicken
squisito.
In hotel il proprietario assicurava al
nostro rientro la prenotazione di una camera nell'albergo di Lucknow
per quella notte,ed io e Ajay, raccolti i bagagli .restavamo in
attesa di Mohammad.
Il mio adorato fanciullo insieme con lo
zio era di ritorno raggiante di gioia, talmente l incontro con la
nonna l'aveva trasfigurato reso felice, dopo che lo
aveva preceduto una sua telefonata , in cui ci diceva che non era il
caso di prendere il treno, ma un autobus, poiché era in partenza un
treno locale che avrebbe impiegato non meno di tre ore a percorrere i
73 km di distanza che intercorrono tra Kanpur e Lucknow, né insieme
con lo zio aveva trovato tempo e modo di procurarsi i biglietti.
“ No more tension, Rico,
forget all, forget”
Lo zio ci accompagnava in moto fin che
l'autobus non era pervenuto nella periferia sterminata di Kanpur, all 'inizio di un viaggio che avrebbe richiesto ben oltre le tre ore di
viaggio per giungere a Lucknow quando era già passata la mezzanotte, a seguito dell
intasamento di auto e camion e pullman all'arrivo nella capitale, che
avrebbe costretto l autista a invadere per più tratti le opposte
corsie.
Sull'autobus benchè fossimo accalorati
e sudati Mohammad mi si rannicchiava accanto in cerca di amorevole
dolcezza , ed io mi estasiavo di avere il suo capo sulla mia spalla
che si porgeva alle mie carezze e ai miei baci. della sua
capigliatura Ma a rovinare il nostro idillio di confusi sudori era
Kailash, quando lo contattavo al telefono, e gli dicevo che con me ed
Ajay era venuto in Lucknow anche Mohammad, e che tenuto conto che egli
non abbisognava più della mia presenza, avremmo ritardato di un giorno il
rientro in Khajuraho, per consentire al ragazzo di stare più a
lungo con la nonna, e terminando al contempo la visita di Kanpur.
La sua voce si è inasprita salendo di
tono fino al grido. Non bastava che provvedessi per lui a ogni spesa per il viaggio, dovevo anche per assecondarne fin a tal punto le
esigenze di un ricongiungimento familiare? Accanto a me ill ragazzo
poteva sentire ogni sua parola, ed io gli cedevo il cellulare, perchè Kailash stemprasse con lui i suoi dissapori.
Ed in Lucknow la mia tensione stremata
, all'arrivo nello squallore notturno dei suoi borghi periferici, si
sarebbe rivelata la messa a nudo di nuovo dei nervi scoperti della
mia irascibilità, nelle manifestazioni più livide dei suoi conati
violenti.
E' bastato che il conducente del tuk tuk
mi lasciasse supporre che intendeva menarci in giro per Lucknow
verso un hotel diverso da quello dove Mohammad ed Ajay gli avevano
chiesto di condurci, che è salito in me l'impulso di serrargli la
gola con un braccio dal sedile posteriore, minacciando di strozzarlo
se faceva altrimenti.
L'hotel era situato in Charbagh, in
un'area trafficata e affollata nei pressi della stazione ferroviaria,
dove ancora a notte inoltrata, nel gran chiasso che sortiva dalle sue
bettole aperte e dall'unirsi del latrato dei cani allo
sferragliare di auto e treni, la vitalità rumorosa della città si
mescolava al era tutt'uno con il degrado dei rifiuti sparsi dappertutto per strada.
L'hotel era in restauro, e ad ogni piano
e stanza alternava la sua fatiscenza pregressa alla incompiutezza dei
baratri del vano dell'ascensore e delle calcinature dei lavori in
corso, in un'ascensione di piano in piano sino al misero recesso
della stanzetta con bagno senza latrina occidentale che ci era
riservato, e che ci sarebbe stato permutato con una camera
sottostante più accogliente ma più immersa nel clamore del
traffico, ch'era il precipizio ulteriore della mia mente in una
mortificazione deprimente. Era dunque per fare ritrovare
Mohammad ed Ajay in un simile ambiente, così deprimente e
surriscaldato di afrori e di suoni, che avevo eluso la casa
della nonna di Mohammad, e con essa il suo sguardo e il suo giudizio?
Quegli uomini poi ad attenderci alla
reception in tuta e canottiera tra sparsi materassi, e che avevano il
solo riguardo formale di non volere accogliere la mia istanza a che
rinviassero all indomani mattina la mia compilazione e consegna(
recedere dall istanza di farmi compilare prima di consegnarci la
stanza )di un modulo di oltre due pagine, benchè avessero
già fotocopiato gli estremi del mio passaporto, su
cui gocciolava indecorosamente il sudore di cui ero madido stremato.
Ritrovatici in stanza svuotavo il
cellulare di scheda e batteria e lo scagliavo in un angolo, lasciando
i due ragazzi esterrefatti, in silenzio,alle con le mie escandescenze su
come in India, io straniero, io sia soltanto uno da derubare e
asservire.
Quindi mi distendevo vestito sul
materasso che era stato aggiunto al letto a due piazze, voltandomi
verso la parete in stato di confusione e vergogna, mentre a poco a
poco i miei due ragazzi si riprendevano, facevano la doccia e si
accomodavano a letto, senza fare rumore.
Quando avevo infine l'animo di tornare
a voltarmi verso di loro, trovavo Ajay già immerso nel sonno più
profondo entro il clangore del traffico che risuonava*( si ripercuoteva) nella stanza,
Mohammad ancora insonne che mi rivolgeva lo sguardo.
Mi aiutava a riprendermi , a ritrovare
la bibita di cui mi dissetavo, senza che accondiscendessi darmi
per inteso a fare una doccia per rinfrescarmi, secondo il
suoi invito, lui che ora mi parlava dal bordo del letto, io che
giacevo sul materasso ai suoi piedi, tenendo nelle mie le sue
piccole scure mani adorate, che baciavo e ribaciavo con un trasporto
d'ardore di cui non poteva avvertire nella sua natura ancora di
ragazzo, l'anelito a baciarlo in tutto il suo essere fin nella sua
intimità più profonda.
Restavamo così fino alle quattro,
discorrendogli di come la mia follia e quella di Kailash si
alimentassero reciprocamente, che era già un gran sollievo che non
ci portassero più a colluttazioni e che a rari scontri, e che per
parte sua non doveva attendersi che certe situazioni non si
ripetessero più, solo( il lenirsi )l'attenuarsi o il
diradarsi delle manifestazioni.
Lo so già mi diceva il ragazzo, come
tu sei, che come un ventilatore la tua mente ora si riscalda ora si
raffredda. Ma occorre controllarla, mi ripeteva, evitare la troppa
tensione.
Gli soggiungevo che in realtà le mie
esplosioni mentali era già scoppi controllati, rispetto a quanto di
orribile era in me incandescente, e che mi rifiutavo di ridurre le
mie crisi a disturbi mentali. Per uno straniero in India molte cose
sono inaccettabili che per un indiano non lo sono, e si danno
situazioni insostenibili, per come può essere considerato dalla
popolazione locale.
“Le mie reazioni non vanno bene,
perché sono esagerate, ma nascono dal fatto che capisco la verità”
La verità che rende folli, più che
liberi, mi sarei ripetuto più volte il giorno seguente.
Quanto a Kailash , non potevo più
tacere al ragazzo (che doveva tenere conto) della patologicità delle sue disposizioni d'animo, che egli a lui guardava pur sempre come un hindu guarda a un muslim, che
doveva avere le debite avvertenze quando si fosse ritrovato di nuovo in casa a casa mia, a che
Kailash non potesse muovermi il rimprovero di privilegiarlo a danno
dei suoi figli.
Mohammad mi si faceva avanti e si
professava pronto a sacrificare la nostra amicizia, pur che fosse
salvo il mio rapporto con la famiglia di Kailash, a rinunciare a
ritrovarci a casa del mio amico, per vederci soltanto all esterno,
del che lo scongiuravo che nemmeno ci pensasse, Kailash non nutriva solo queste disposizioni d'animo nei suoi riguardi.
Gli ricordavo quello che credo gli
avessi detto di lui già sull'autobus, come al rientro del nostro
viaggio nel distretto di Rewa mi avesse sollecitato a fare anche a
lui il regalo di una maglietta o di una camicia, dopo che l'avevo
fatto per ognuno dei suoi figli.
E la sera prima che partissimo, mi
aveva detto che se era per l onere dei costi del viaggio che avevo
delle traversie mentali, - dopo che gli avevo fatto presente che non
mi contrariavano le spese che sostenevo per la sua famiglia, ma che non potevo certo dirmi felice, se ogni minimo viaggio in India mi costava
quanto un rientro in Italia, perchè dovevo provvedere oltre che ai costi del viaggio anche al
sostentamento di lui e dei nostri cari e ad ogni spesa domestica in
mia assenza- lasciassi a casa Ajay, e partissi pure con Mohammad
soltanto
Del resto c'era del vero, in quel che pensava quanto ad Ajay che ci dormiva accanto. Era successo lo stesso quando
era stato ospite della nostra casa il figlio della sorella, il
giovane Ashesh, che per la sua viva intelligenza aveva finito per
eleggere a mio interlocutore privilegiato rispetto ad Ajay, di cui
avrebbe dovuto far lievitare le capacità mentali, mentre ne aveva
fatto invece il complice della sua negligenza.
“Mohammad lo sai bene, come io tendo
a chiedere ogni cosa a te, perchè tu hai più interessi e ti fai
più domande. Aiutami a chiamare in causa ogni volta anche Ajay,
alla tua stessa stregua”
Quanto il mio mirabile Mohammad
avrebbe conservato ogni cosa nel suo cuore, l'avrei accertato già l' indomani, durante il resto del viaggio.
In merito alla sua famiglia, mi diceva
che il padre mai a nessun altro che a me avesse concesso in
affidamento suo figlio, solo a me aveva riposto fiducia, ed aveva
concesso di partire con lui
Tenendo le sue mani nelle mie, lo
pregavo di riferirgli al rientro per questo la mia gratitudine
immensa.
Perdonasse intanto i miei vaneggiamenti
sugli indiani nei riguardi degli stranieri, pronti a prendere a loro
di tutto in tutti i momenti buoni.
Si era fatte le quattro di notte, ed il
mio ragazzo la cui anima era tutta raccolta a me di fronte, sentiva
finalmente l intorpidimento del sonno, e si congedava perchè a mia
volta potessi assopirmi.
Lasciavo dormire fino al loro proprio
risveglio Ajay e Mohammad, perchè il sonno liberasse loro la mente
da ogni sconvolgimento o sedimentazione triste del giorno avanti.
Un saporito chola bathura in una
locanda accanto, avrebbe schiuso l inizio di un meraviglioso giorno
in Lucknow, al Bara Imambara,
e Chota Imambara, che lasciavamo a pomeriggio inoltrato per recarci alle rovine della Residency e degli altri edifici in cui i britannici per 148 giorni finirono assediati durante l uprising del 1857
e Chota Imambara, che lasciavamo a pomeriggio inoltrato per recarci alle rovine della Residency e degli altri edifici in cui i britannici per 148 giorni finirono assediati durante l uprising del 1857
Già il giorno avanti avevo infittito
le mie domande a Mohammad di matrice islamica, su quanta fosse
percentulmente la componente islamica di kanpur, e se fosse di
maggioranza sciita o sunnita.
Il conducente dell'autorickshaw che ci
aveva condotto al Bara Imambara ci aveva detto che in Lucknow il 95%
della popolazione era di fede islamica, e quasi integralmente sciita,
come i nawab che ne erano stati i signori, mentre per Mohammad i
muslim erano oltre il 70% della popolazione di Kanpur, e in
stragrande numero di osservanza sunnita al pari di lui.
Nel Bara Imambara sapeva dirmi di tutto
con pathos partecipe sull imam Hossein e sulle circostanze
dettagliate del suo martirio in Kerbala , e di come avesse coinvolto
i suoi familiari, cinque quante le dita della mano che credevo
evocasse Fatima, con al posto del rilievo del palmo l'otre
dell'acqua che a loro era stata negata, solo che si rivelava un
abbaglio immaginare che il suo cuore travalicasse per questo odi
settari.
Era convinto che durante il moharram
dalle ferite degli sciiti fuoriuscisse sangue fetido, ed anche in Manjunagar l'aveva raggiunto la faglia degli attuali antagonismi
nelle loro atrocità più aberranti, per cui come adoratori di
satana erano suoi nemici gli yazidi di cui i sunniti del califffato
islamico hanno intrapreso lo sterminio, e la loro difesa da parte
degli sciiti un motivo ulteriore di ostilità nei loro confronti.
“Ma mi sai dire Mohammad, perchè mai
solo gli sciiti e tutti quanti gli sciiti hanno un sangue
maleodorante...”
La verità, mi diceva Mohammad, fugando
dal cuore il retaggio di certi miti diabolici, è che noi musulmani ,
sciiti e sunniti, non facciamo che odiarci
combatterci e ucciderci.
La sera già imbruniva Lucknow, e
neppure le difficoltà a rifornirci di contante a un qualsiasi atm,
mentre non avevo nel portafoglio nemmeno un migliaio di rupie, per
cui eravamo costretti a vagare di quartiere in quartiere, potevano
perturbare più di tanto la felicità di ritrovarci in rickshaw ove
più si affollava tra negozi e locande la gente di Lucknow, tra
luminarie scintillanti e vetrine rutilanti, i fasti sgargianti
delle mussoline locali e i gioielli delle oreficerie, gli spacci di
kebab e le rivenditorie di competion books.
(eppure , oltre la cena in un locale
particolare in un vicolo, che era in grado di approntarci tutte le
specialità di pane richiesto, e l’acquisto di due t-shirt ben due
volte extra-large, ne accadevano di cose sgradevoli o dolenti (spiacevoli), il
tentativo antecedente malaccorto, per scherzo o sul serio, di Mohammad che era eretto di dietro sull’autorickshaw, di distrarmi
rupie dal taschino della camicia, su cui per buona grazia sorvolavo,
l impedimento che frappovevo ad Ajay, sopraggiungendo nel negozio sovrastante dalla
strada in cui mi aveva detto di attenderlo, di spendere 370 delle
500 rupie lasciategli dal babbo per una t-shirth, tutta la frivolezza
ancor più di Mohammad, alimentata dall'acquisto di camicie e
magliette da parte dei suoi familiari in Kanpur, la sua esibizione in stanza,
sul materasso su cui aveva scelto di dormire sul pavimento, adorabile
e straziante per ciò che inscenava, che era quanto riusciva ad evocare cui potesse appigliarsi nel sentirsi qualcuno nel mondo, il mio richiamo a che lui ed Ajay tentassero
di utilizzare il più possibile il loro cellulare per non lasciarmi come
quella sera, all uscita dalla residency, nella necessità di farmelo
ricaricare da Kailash in Khajuraho, l immusonirsi a sorpresa nei miei
riguardi di Mohammad, per avergli semplicemente detto che se
mancavano 250 rupie a quelle che gli aveva lasciato in tasca il
padre, facesse ben presente a costui ed alla madre che non mancavano
perché io gliele avessi richieste, ma perché se ne erano serviti i
suoi familiari di Kanpur, la conta delle rupie nel portafoglio che
rimettevo nello zaino, per ritrovarne 500 in meno del previsto, al
risveglio seguente dal sonno in cui mi ero immediatamente assopito
come Ajay, mentre nella notte Mohammad era rimasto da solo a vegliare in stanza fino alle quattro)
Il rientro in Kanpur avveniva
comodamente in treno, prendevamo una stanza solo per due nello
stesso hotel precedente, essendo inteso che Mohammad sarebbe andato a
dormire dalla nonna, e giusto il tempo di uscire in strada per
andarci ad accomodare nel vicino Pewari Restaurant per uno spuntino,
che iniziavo di nuovo a sovr-alterarmi.
Mi infastidivano le lungaggini per
imbandirci un semplice vegetal sandwich( panino di verdure), e ancor
più che un anziano per strada, avendo in me avvistato uno straniero,
si fosse immediatamente fermato e vi si ostinasse in attesa di
un’elemosina.
Mohammad non mi aveva assicurato che
nella sua città non vi sono mendicanti?
Alla stazione ferroviaria l’uscita
prescelta mi aveva sviato e fatto dimenticare di chiedere una mappa
della città, per vedere nel pomeriggio i luoghi dell insorgenza del
1857 che mi restavano ancora da visitare, Pertanto chiedevo a Mohammad ed Ajay di fare ritorno in hotel, dove mi precedevano, per
chiedere insieme ragguagli a proposito dei siti e su come
raggiungerli.
Lungo la strada, di fronte all’hotel,
dove ero rimasto attardato, un ulteriore uomo mi fermva ed
interpellava per chiedere la carità, ed io ne ero talmente adirato
perchè vi era stato indotto dalle mie sembianze di straniero, che strillavo di
disappunto.
“ Dunque in Kanpur non esistono
mendicanti, eh, come mi avevo detto” giravo e rivoltavo la mia
protesta nei confronti di Mohammad, che stizzito mi replicava
“ ed io che posso farci””
Stava intanto consultando una cartina
con il gestore e proprietario diafano dell hotel, e sembrava
intendere a menadito come per la Gandhi road, nel cantonment, fosse
raggiungibile la Memorial church, proprio poco oltre il Canwpore
club, a poca distanza si situasse lungo il corso del Gange il
Satiuchaura gath, sito di stragi di britannici lungo il corso del
Gange, ed in un tour circolare si potesse essere di ritorno al Nana
rao gath, che restava poco distante dall' hotel.
Uscivamo, sembrava rinfrancati, ma
quando al punto di sosta degli autorisciò, per recarci alla
Memorial church invece di avvalersi delle informazioni avute, il ragazzo estraeva dal mio zaino, che recava Ajay, un opuscolo illustrativo di Kanpur per mostrare al
conducente del rickshaw un’immagine della Memorial Church, ciò bastava perché montassi su tutte
le furie.
Che facessimo ritorno in hote, perchè
si facesse rispiegare tutto, e ripartissimo con le cognizioni
acquisite,
Sapevo benissimo come ovviare e
giungere da solo a destinazione, mi mancavano solo i punti di
orientamento per intendere in che direzione muoverci, ma ciò che
volevo era che lui vi ci portasse, in virtù della sua conoscenza di Kanpur e delle abilità a destreggiarsi che gli conoscevo, su di lui
puntando gli occhi come su una piccola guida che stavo addestrando
per il bapuculturaltours. Solo che il mio sdegno per la sua
indisponibilità a investire tutto se stesso nell impresa richiesta,
mi faceva andare ben oltre il segno
“ Fino a dieci anni sei rimasto in
Kanpur, e non sai della Ghandi road… essermi affidato a te è come
ricorre a un lapka a Khajuraho.. Quanto devo starci in Kanpur, per
visitare tre posti, grazie a te, quattro giorni?”
“ What can I do?- la sua solita solfa ,( ora giustificativa-) se non ho avuto modo di conoscere nessuno di
quei posti!- mi gridava contro rannicchiato in un angolo, prima di
precedere me ed Ajay all uscita e di appoggiarsi sulla solita moto.
Ajay( di fatto) mi aveva accompagnato in silenzio, preludendo all' esito del contrasto insorto.
Ora al vedere Mohammad così arrabbiato per la
mia arrabbiatura, la mia ira raggiungeva il furore.
Ajay aveva già fermato un autorickshaw
per recarci alla Memorial church-
“ Così sei adirato, so you are
angry, eh? Bene, ora scelgi, con me ed Ajay o dalla nonna”
“ My grand mother “ replicava
d’istante, ed io, come ad una sferzata salutare, per il gran male
che faceva “ bene, ora vai dalla nonna, ed io e Ajay muoviamo da
soli. See you later , a questa sera”.
E con Ajay procedevo senza di lui
verso la Memorial church.
A poco poco, tra istituti scolastici e
prime postazioni militari, si diradavano il frastuono ed il traffico
e ci siamo ritrovati in un'altra Kanpur, immersa nella quiete e nel silenzio tra grandi distese di
verde, ove iniziavano a fare la loro comparsa chiese ed edifici
religiosi , tra ulteriori scuole e quartier generali.
La mia mente sotto shock si ritemprava,
accanto ad Ajay che osservava meravigliato e mi assisteva in
silenzio.
La Memorial church ci sarebbe comparsa
solo dopo avere proceduto a piedi oltre la chiesa di Sant Aloysium
dove si era arrestato il conducente del rickshaw, bella e remota
nel suo fulgere gotico-romanico. Era stata edificata nel 1871 in un
caldo ammattonato profilato di arenaria, ove nella facciata aveva la
sua schiusa un grande rosone. Archeggiature cieche recavano luce all
interno a tre navate e al presbiterio concluso da un'abside, mentre
un portico dava accesso di lato alla sacrestia. Retrostante si
stagliava oltre un giardino una galleria di arcate gotiche al cui
centro era un angelo di pace, alla memoria di tutte le vittime
dell'insorgenza del 1857.
Un sacello laterale raccoglieva le
salme di una settantina di militari caduti in Sheorajpur dopo essere
scampati ai massacri di Kanpur, un cippo poco distante evocava l
'eccidio sul posto di british wheelers
Io ed Ajay stavamo finendo di
discorrere con un custode allontanandoci, quando ci raggiungeva la
telefonata di Mohammad, un Mohammad che già era volto al sereno e si
era pacificato, e che chiedeva di rivederci in hotel verso le nove di
sera.
Ci riservava ben poco il Satiuchaura
gath, se non l'evocazione degli agguati e dei massacri dei britannici
tra quei fondali e quelle diramazioni del Gange, di cui avevo avuto
modo di leggere la ricostruzione letteraria di Guido Gozzano nelle
sue pagine dedicate a Cawnpore di Verso la cuna del mondo, ancor meno
il Nana rao bagh, se non la chiusura circolare del pozzo dove erano
stati gettati i cadaveri di donne e bambini inglesi atrocemente
stuprati e massacrati, e dove ora dei giovani si intrattenevano in
gioco.
Sulla via del rientro nel vicino hotel
consumavano uno spuntino io ed Ajay, restandoncene in camera fin
verso le nove, quando ci decidevamo a discendere nella sala
d'ingresso dell hotel in attesa di Mohammad, cui avevamo richiesto
invano, dal parco, di rifarsi vivo in anticipo
Egli sopraggiungeva fresco d'incanto
verso le 9,15, con un amico al seguito non meno elegante e di viva
bellezza.
Aveva già cenato e si era già cibato
di cicken biryani presso la nonna, ma ci chiedeva di accompagnarci
lo stesso insieme al suo amico al Baba Biryani, dove si sarebbero
limitato a ordinare un lassi o poco più per stare in nostra
compagnia.
Subodoravo quel che poteva succedere,
ma ero di una cortesia accomodante.
Al baba byriani di fronte al menu, dopo
avermi chiesto che cosa poteva ordinare ed essersi sentito rispondere
che poteva scegliere quel che voleva, lo vedevo e lo sentivo
indugiare a voce sui vari kebab di poco costo, ma all'arrivo del
cameriere, dopo che io ed Ajay avevamo ordinato due chicken biryani,
si sfrenava nell ordinarne anche uno per sé e per l amico.
“ char chickem boryani”
Mi facevo mortuario mentre consumavo la
mia squisita razione, e quando anch'egli aveva già messo in disparte
il suo piatto, gli chiedevo
“ E' stato veramente buono?
“ Squisito”
“ Bene . Mohammad, ci sono
circostanze della vita che sono una prova. Dimmi, cosa credi che
penserebbe di una situazione del genere ora Kailash, che per poterci
lasciare andar via è costretto ora a mangiare con i suoi bambini in
Khajuraho pane e verdure?
Mohammad, senza più altre parole, che
un “ oh, sorry, ora capisco”, invitava l'amico a recarsi con lui
al lavabo e ci lasciava in un battibaleno.
Rientravo con Ajay in tuk tuk nel
clangore notturno, ed eravamo lasciati lungo un strada di
scorrimento del traffico che dovevamo traversare tutta prima di
ritrovarci nella via laterale che portava all hotel.
Bastava che mollassi per un secondo la
presa del braccio del ragazzo, per ritrovarlo troppo avanzato
rispetto al bordo dello spartitraffico, esposto ad un auto che stava
investendolo,
Lo ritraevo in tempo, ma la mia mente
era scioccata,
Nella camera d'albergo a sconvolgermi
totalmente sopraggiungeva una telefonata di Kailash, per sincerarsi
delle nostre condizioni.
E se invece di rassicurarlo, avessi
dovuto trovare la forza di minimizzargli l'accaduto al figlio, o di
tacergliene la morte, quando era stato affidato a me in custodia?
“ Ajay? È sceso alla reception ad
ordinare da bere. Ora è risalto in stanza.
“ Posso parlare con lui? "Mi chiedeva
Kailash, che anche al telefono sa vedere tutto di me intimamente,
“ Eccolo accanto, che te lo passo”
potevo dirgli con altrettanto sollievo quanto con angoscia immutata
Sopraggiungeva di li a poco una
telefonata di Mohammad che passavo ad Ajay.
Doveva richiamarmi due, tre volte,
prima che accettasi di rispondergli
” Sei forse arrabbiato con me?
“ Sei stato pregato più di una volta
di venire prima delle 9. Lo stesso tuo zio ci aveva detto di non
stare fuori e far tardi la notte. Ajay haa rischiato un incidente
grave” ed ho riattaccato.
Per quel suo amico, di nome Nour,
azzimato come ne ho visti e conosciuti a bizzeffe di ragazzi arabi
dello stesso stampo, altrettanto succubi di ogni moda occidentale
come pronti a sgozzarti come infedele, dal sangue che puzza.
Solo oltre le due di notte , il sonno
aveva la meglio sul mio sgomento attonito.
L'indomani era apparentemente per
Mohammad già un altro giorno, pronto a ripresentarsi di primo
mattino nella hall dell'albergo con devota e inalterata amicizia, nel
fresco splendore di tutta la sua fragrante bellezza di adorabile
fanciullo. Recandoci la novità che dopo la visita dello zoo non
sarebbe stato di ritorno in Khajuraho con me ed Ajay, ma che avrebbe
protratto la sua permanenza in Kanpur presso la nonna fino alla
settimana seguente,
Una prima colazione, poi la Memorial
church, secondo i voti dello stesso Ajay che ne era rimasto
incantato.
Lo stesso Ajay , che Mohammad secondo
le mie indicazioni notturne nella stanza d'albergo di Lucknow, mi
sollecitava a coinvolgere nelle nostre iniziative, ci consigliava di
protrarre la corsa in tuk tuk, al rientro, fino alla stazione
ferroviaria dove avremmo potuto comperare i biglietti del treno per
il nostro ritorno in Khajuraho.
Nella minuta rivendita, poi lungo le
arterie del centro, fino alla ripartenza per lo zoo, di ogni negozio Mohammad indicandoci le merci di cui era solito fare acquisto,
fossero le tele cickan o le babbucce, il caro ragazzo aveva modo di
ostentare tutta la disinvolta padronanza della sua Kanpur che ve lo
faceva davvero il piccolo amico di tutto il mondo, con la stessa sicurezza
con cui nello zoo sapeva anticiparci gli animali del prossimo
recinto, talmente tante erano state le volte che vi ci si era recato
da solo, o con il padre, come nelle circostanze di un fuggi fuggi
generale, perchè da una recinzione era evaso un leopardo-
Era favoloso ritrovarci tra orsi e
rinoceronti, e ippopotami e cervi e tigri, di cui tanto avevamo celiato immaginativamente, a simulare di rabbrividire di fronte ai simulacri
di dinosauri di cui fingevamo di volgere in fuga.
Un venti, un venticinque, un trenta per
cento, oramai, l'area dello zoo che eravamo riusciti a visitare,
mentre il tempo passava, ed io seguitavo invano ad insistere ch'era il caso oramai di
volgere all'uscita.
Mohammad se ne faceva una ragione solo
quando erano già le 2,45, mentre la partenza del treno era prefissata per le 16,20. Iniziava allora, inquietantemente, a
chiedere dove fosse un'uscita che io immaginavo che sapesse di certo dove stesse, supponendo che ad essa ci avesse volto quando era già ben vicina.
In realtà, camminando di gran passo,
senza che nemmeno potessimo consentirci una sosta a una toilette,
solo quando erano già passate le 13, 20 rivedevamo l'ingresso e i
tornelli, mentre alle spalle del ragazzo le mie lamentele iniziali,
sospirose, erano divenute dichiarazioni di apprensione, velati
rimproveri, una sequela di contumelie e improperi che gli avevano
fatto temere che volessi picchiarlo.
“ Grazie, Mohammad, di obbligareora me e Ajay a
fare ritorno in autobus, a stare di notte in
Mahoba...Ecco quello che capita, quando si pensa solo a se stessi, a
divertirsi di stare allo zoo, invece di considerare le esigenze degli altri....
L'uomo della vetturetta su cui
salivamo, per affrettarsi a partire rinunciava a bere una parte del suo the che gettava sul
selciato , ma era Mohammad, che ritrovando
sotto le mie sferzate il suo meglio, meravigliosamente sapeva
indicargli la via meno lunga per raggiungere l hotel quando erano ancora le
15 e 50, restandone poco distante la stazione
ferroviaria, che si faceva carico dei miei bagagli lungo la rampa
che portava alla piattaforma del treno in partenza, che vi ci
accomodava me ed Ajay sui soli due appostamenti rimasti ancora
liberi, che mi assicurava da bere prima della partenza-
“ No, non è vero che io pensassi
solo a me stesso, volevo farvi vedere quanti più animali fosse
possibile”
Supplicandolo di non volermene per la
mia mente, il mio piccolo immenso amico, ritrovato di nuovo, avevo
modo di stringerlo tra le braccia e di carezzarlo e baciarlo, anche li
alla partenza, che sarebbe avvenuta con un ora di ritardo,
Un'ora che gli sarebbe valsa a
brillarvi di nuovo, tra gli astanti , come il piccolo amico di tutto
il mondo che vi era in partenza.
i miti diabolici di mohammad
…………………………………………………….
Che disperazione, ad ogni rinsavimento,
constatare di vivere la condizione più felice che mi si potesse
concedere, di essere in India con non uno, due magnifici Kim al
seguito , amorosi e comprensivi, e trasformarla in un inferno per i
miei parossismi mentali, l’atrocità reattiva di ogni mia
percezione esagerata ed esasperata della verità dei fatti, che la
perturbava in follia iraconda.
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