Di ritorno da Orchha e dal distretto di
Shivpuri in Khajuraho con l umore depresso da un' infezione intestinale,
dal ritrovarmi stesso nel suo accalappiamento che mi si ripresenta
per strada , anche la gioia di rivedere Mohammad presso il chai
shop del padre, volge nei cupi intenti di farmi da lui raccontare
il delitto orrendo che è capitato in Khajuraho due mesi prima, alla
fine di gennaio, quando io ero in Delhi e da lui, o da Ajay, me ne
era pervenuto solo un concitato confuso referto.
No, la morte del bambino di otto anni
causata da un ragazzo quattordicenne non era sto un incidente , un
gioco od uno scherzo risoltosi in tragedia con la caduta nel pozzo
del piccolo, e l’impossibilità di trarlo fuori.
Dal suo omicida il bambino era stato
tratto tra i campi con l’allettamento di un piccolo regalo per
fargli violenza, poi strozzato con l uso di una corda e gettato nel
pozzo, dove era stato ritrovato a capofitto nella melma del fondo.
“ It has been a
rape” mi ha ribadito Mohammad. Il ragazzo più grande ci
aveva provato già altre volte, con altri bambini, senza esito, mentre questa volta
era riuscito a portare termine i suoi intenti. forse non l'avrebbe ucciso dopo avergli usato violenza, se il bambino non avesse minacciato di dire tutto ai familiari di lui.
L’immagine di come era stato
ritrovato il bambino nel pozzo, al termine del suo prosciugamento,
mi richiamava alla mente quella di verso opposto delle due cugine dalit
violentate in un distretto dell Uttar Pradesh da un branco di
stupratori, mentre erano fuori casa di sera per evacuare nelle
campagne. Tale immagine ne aveva fissato l impiccagione ai rami di un mango,
da cui pendevano mosse dal vento nell aria. con i piedi in giù irrigiditi distanti . La loro uccisione era un crimine che
aveva avuto una risonanza internazionale, mentre del delitto di
Khajuraho era stato messo tutto a tacere in pochi giorni dentro i confini del tehsil.. Il
ragazzo omicida era stato rintracciato alcune ore soltanto dopo la denuncia della scomparsa del piccolo assassinato effettuata dai suoi genitori, a seguito delle
segnalazioni di coloro che l’avevano visto insieme alla vittima il
giorno della sua uccisione. Botte e percosse della polizia l' avevano indotto a confessare il suo crimine dopo non molto, indicando dove si era potuto ritrovarlo al termine del prosciugamento del pozzo.
Ora stava nel carcere di Laundi, condannato a venti anni di galera, la sua casa era andata distrutta e la sua famiglia, assalita, era stata costretta a mettersi al riparo trasferendosi altrove, mentre si voleva erigere un piccolo tempio sul luogo del delitto.
Giorni dopo, di ritorno in mia compagnia dalla strada verso Chitrai, dove Mohammad era stato felice di inoltrarsi con me nei campi e di abbandonarsi alle carezze che aveva sollecitato ad un suo " caro, caro vecchio bambino", ha salutato per strada un anziano olandese che non gli era particolarmente simpatico, mentre questi rientrava in hotel, dicendomi che è uno che chiede ai bambini di fare sesso con lui.
E ieri sera, di ritorno alla via che reca a Chitrai, essendo troppo tardi perchè ci recassimo fino a Bamnora, Mohammad mi ha chiesto che lungo la strada trovassimo la via dei campi.
C'era gente dove c'eravamo appartati la volta scorsa, e Mohammad ha preferito inoltrarsi un poco oltre. "Potrebbero pensare cose brutte su di noi"
La sera che in India si fa subito notte già incombeva, poco è stato il tempo di rimanere in compagnia, abbastanza per sentirgli dire quanto gli piacesse stare li con me. La gente di rientro al villaggio, o che lasciava i campi, non ci avvistava lungo la strada nelle vicinanze, un casolare con i lumi accesi e la sua gente dentro il cortile, genitori e bambini, si perdeva alla vista oltre una cuna.
Di notte, Mohammad lo avrei immaginato nella mia stretta, implorantemi come ancora un amico. "Rico, salvami, per mio padre e mia madre".
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