“Il somosa che mi era rimasto, mi confidava ieri Mohammad, aveva degli animaletti rossi
intorno.
Li ho tolti e poi l’ho mangiato lo stesso, così ho fatto quello che non avevo mai fatto”.
Non avesse provveduto oncle Kailash, con le razioni di cibo
apportategli in una gavetta, Mohammad sarebbe rimasto digiuno fino a sera, quando sono stato di ritorno da Chhatarpur, ed
egli in attesa di rimanervi di servizio anche quella notte, come gli aveva chiesto il ragazzo che era di
turno, per poter assistere un fratello che diceva gravemente ammalato, nella stessa Chhatarpur da cui era rientrato ieri notte tardivamente, è potuto uscire finalmente con me dallo Stay
Home, e tornare a cibarsi di patatine fritte e poi del behel che gli ho
acquistato, con la sola prospettiva
alimentare di un uovo e di una crosta di pane l’indomani mattina.
Sarebbe così rimasto
in hotel trentasei ore che stanno ancora scorrendo, senza che nessun altro che
me e Kailash, su mia sollecitazione, si prendesse cura nel frattempo della sua
alimentazione, che mi costa almeno il doppio del salario che gli verrà
attribuito.
Per questa notte che Mohammad farà in più riceverà 100 rupie extra, che gli sembravano
ieri sera gran cosa, a differenza del doppio di rupie che finisco per versargli
ogni giorno in assenza di altri che provvedano al suo mantenimento e alle sue
minime spese, quali le ricariche dello smartphone, come gran cosa a Kailash
sembra il salario di 4.000 rupie che
riceverà a fine mese, se per esso il
proprietario dell hotel è diventato il padrone della sua esistenza, e l’amico si fa in quattro ad ogni sua richiesta,
ponendosi per esso in servizio pressocchè permanente, mentre da me che provvedo a lui dieci, venti volte
tanto, cerca soltanto di prendere le distanze,
si rifiuta al telefono ed è
scontroso ad ogni evenienza-“ E’ il mio karma, mi è venuto dicendo in tutta risposta, quando
l ho ringraziato del paratha buonissimo e dell insalata di frutta che aveva
appena cucinato per me e per Mohammad, ch’era appena convenuto nella nostra
casa per riaversi dai suoi ennesimi dolori. La realtà è che a Kailash pesa
intollerabilmente ch’io abbia a soffrire e versi in difficoltà per sostentare la sua famiglia , è che l
ossessiona un sogno che ha fatto l’altra sera, in cui io mi risolvevo a lasciarli
per sempre In verità è la sua mente e
solo la sua mente che può rendere impossibile la mia convivenza con la nostra
comune famiglia e far si che si avveri
il suo incubo, per quanto ogni aiuto che reco a Mohammad, con il quale a volte
è addirittura in soavità di rapporti, lo
considera e me lo fa pesare come una sottrazione e un ammanco di ciò è dovuto
ai suoi figli , vigila persecutoriamente su me ed il ragazzo, su ogni
differenza che posso fare tra ciò che riservo a lui e ai suoi figli, mi
accusa di ogni eccessivo sostegno che gli sembri indebito, che rafforzi
la mia dipendenza dal ragazzo, in un momento cruciale della sua esistenza in
cui devo assolutamente essergli accanto, quale la fine della residua infanzia e
l’avviamento ai doveri del lavoro, in un contesto in cui devo evitare che
l’assunzione del servizio sia la sua sottomissione a uno stato di schiavitù,
per le ragioni stesse che lo rendono una risorsa unica e rara per il suo
padrone. Ma il ragazzo, che stavo giustificando nella sua eventuale resa, per
non essere corresponsabile del suo asservimento, “ è un nuovo capitolo della
mia vita” , mi ha detto intenzionato a resistere con una risolutezza
meravigliosa, e stasera ridiscuterà con Manoj le regole dell ingaggio, gli farà
presente quanto l insonnia aggravi le sue fatiche lavorative diurne, tanto più, se come è accaduto
tutt’oggi, gli si chiede di essere un factotum per una manciata di rupie, che
cucini e serva ai tavoli, sia addetto alle camere e alla reception, che risponda
alle chiamate e regoli le entrate e le uscite,
senza che minimamente si provveda a che possa sfamarsi. Pertanto gli
chiederà di ottenere il passaggio al turno notturno, almeno a iniziare da
luglio e dalla nuova alta stagione, con la concomitanza della ripresa delle
scuole a cui insisterò che faccia ritorno, per conseguire la licenza del decimo
anno di scuola.
“ Avrai da piangere parecchio, mi ha detto questo
pomeriggio, quando saprai dei risultati per cui sono stato bocciato, “ I m
failed”.: 129/600, giusto quanto era da aspettarsi se non è mai andato a scuola
e durante gli esami non ha copiato-.
Ma oramai tra me e lui è assodato, che se non rimedia l’anno
prossimo la sua eccellenza mentale gli riserva un destino di sufi o di sadu,
talmente la sua mente, rinsavita e resa consapevole della realtà dell’esistenza
dall’amore per M, è una miniera di incontenibile saggezza incantevole.
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