Nel rischiararsi
del primo mattino
La tua animalita’
si raccoglie nel tuo residuo calore,
il nient’altro,
di palpitante, che ora tu sei al suo amato cospetto,
senza piu’ tue
parole di te
che nemmeno egli
voglia piu' intendere ,
il sole
dicembrino indiano un trascorso splendore,
al tracimare
negli occhi della luce delle acque che le nebbie soffondono,
riprendere lo sforzo che non trova alcun seguito
restare in
ascolto, inascoltato,
senza nemmeno
più gli stracci indosso del mendicante,
(obiit anus,
abiit onus,
indiscernibile
l'uomo e la belva,
nella sola
resipiscenza (al suo riproporsi
incessante)
che chi non leva
al cielo il suo lamento assassino
e’ chi le mani
con Caino leverà sul consanguineo sangue,
con la nebbia
levandosi il tetro sentire
tra le reiterate
parole che nessuno avrà modo di udire.
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