lunedì 5 aprile 2021

Sul parco del Te

C’è da chiedersi se i Gonzaga nei confronti dei loro sudditi afflitti dalla pestilenza ostentassero la stessa albagia temeraria che in tempi di una così catastrofica emergenza pandemica mostra il sindaco Palazzi verso la sua cittadinanza , allorché invece che sospendere, o revisionare al ribasso, anticipa faraonici progetti, quali quello del Parco del Te , che ben poco hanno a che vedere con le nostre necessità primarie e più urgenti, e nemmeno con qualsiasi recovery plan che non sia farlocco. In ciò egli inasprisce quanto tale progetto ne sia un ghiribizzo autocratico fin dal suo annuncio eclatante , quando non fu proposto alla pubblica discussione ed all’altrui apporto di sensati pareri, ma imposto d’imperio senza variazione possibile, come il nec plus ultra incontestabile. E ciò con l’aggravante di non avere Egli nemmeno chiarito alla cittadinanza il trattamento così riservato ad una ricerca antecedente costata 350.000 euro di denaro pubblico ed anni di lavoro ad una equipe di studiosi la cui attività era finalizzata al recupero Unesco di tutti i giardini gonzagheschi, Tale ricerca era culminata in un piano guida di riqualificazione e di riconfigurazione del Te decisamente meno estemporaneo ed assai meno costoso di quello voluto dal Sindaco, rispetto al quale risulta a tutt’oggi ben più rispettoso del sedime quanto degli assi di strutturazione e d’accesso e delle fruizioni primarie del Te, quale luogo di passeggio ideale tra i canali e le piazze d’acqua di “pescherie” e di”ortaglie”. Non solo, il parco prefigurato nel rendering di quegli studiosi appare assai più moderno e contemporaneo di quello degli anelli di cui si è invaghito il Sindaco, in quanto consentiva un riassetto dei prati secondo versatili modi di impiego, in luogo del loro concatenamento in tanti cerchi di alberi capitozzati . In tal senso lascia interdetti come la Sovrintendenza e il Mibact di Roma abbiano avallato un parco del Sindaco che con tale alterigia sovrappone il progetto di uno studio tecnico ad una ricerca che fu commissionata e finanziata dai loro predecessori, e che venne condotta a suo tempo con tutte le indagini specialistiche del caso, archeopalinologiche e del sottosuolo con radar .Non pago di tali sprezzo procedurale, per sveltire i lavori e per far tacere qualsiasi polemica il Sindaco di Mantova già ha destinato oltre 1 milione di euro anziché ad una cittadinanza stremata dal covid e dal lockdown alla realizzazione dei campetti sintetici di San Pio X e di Sant’Egidio che vanno a sostituire quelli distrutti presso il Martelli per far posto al suo parco anulare, ed ha riservato al restyling ancillare della bocciofila altri 900.000 euro, detratti alla cultura o che in tempi di covid e di lockdown, potevano essere impiegati per fare demordere l’impatto del welfare famigliare sui fragili vecchi che devono accudire altri più fragili vecchi , o sui genitori dei figli costretti a casa da scuola per la didattica a distanza. Come se non bastasse, Egli si è fatto punta di diamante di un partito dei sindaci che è una sorta di ibridazione tra Lega , Forza Italia e Dem, nel proporre una semplificazione del controllo degli appalti che stronchi ogni voce in merito ed in capitolo che non sia quella di chi amministra. E vorrebbe così carta bianca dopo aver fatto quel che ne è stato del progetto Unesco del Parco del Te, e dopo che in tempo di elezioni ha accreditato un costo fittizio complessivo del suo neo-parco di 5.500.000 euro, only, quando fin dall’ inizio tale onere era accertato tra i 12 e i 14 milioni di euro, come infine è stato ufficializzato. Con uno sbilancio, manutenzione esclusa, di non meno di 8, 5 milioni di euro che sono soldi dei mantovani, per usare il dettato del suo sovranismo municipalistico, con buona pace di quanti intanto nell’emergenza pandemica si ritrovino in malora. Odorico Bergamaschi

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