lunedì 29 dicembre 2008

e ora?

" E' appena arrivato il libro sul viaggio dell' arte indiana che ha richiesto" si è affrettata a dirmi la commessa dai fini lineamenti estremorientali, come sono scesi al seminterrato in libreria, quando era appena trascorso il Mezzogiorno della Vigilia di Natale.
" Ed io ho appena cancellato la prenotazione del mio viaggio in India" le ho replicato, con un'animazione eccessiva nella voce.
Avevo da poco ordinato l'annullamento del viaggio, in agenzia, mentre stavano scadendo i termini ultimi per farlo con una modica penale, benché in appartamento fossero già pronte le valigie con il visto sul passaporto, la felpa e le t-shirth per Kailash e la lavagnetta che recavo in dono per Purti, già avessi ottenuto il congedo a scuola,e Kailash avesse già prenotato il biglietto di andata e ritorno per Goa.
" Ma come?- la commessa si è atteggiata sorpresa.
Intanto l'acquisto del libro era il mio primo impiego del denaro del futuro rimborso.
Le ore precedenti Kailash aveva lasciato sconnessa la linea, al contrario di quanto mi aveva ripromesso, quando ho tentato più volte di inoltrargli la risposta di mia madre, a cui egli mi aveva pregato di rimettere ogni decisione. " Se dice si , è si anche per me, se dice no, anche per me è no "
Ed io ho creduto così di intendere a che propendesse il suo animo, lasciando ogni cosa così in sospeso, sotto il suo mostrarsi d'accordo con qualsiasi decisione io intendessi assumere.
Prima che rimettessimo ogni decisione a mia madre, gli avevo detto che se dovevo pronunciarmi nella mia incertezza , mi esprimevo per la cancellazione della prenotazione del volo.
I soldi che avrei speso per un viaggio breve preferivo riservarli a spese più utili per la sua famiglia: il loro viaggio a Chitrakoot, la lavatrice per Bimla, la bicicletta per Adjay, le situazioni di emergenza o le occasioni che si profilassero.
Cosi'i immolandomi, credevo di potere avere la forza per chiedergli lo stesso sacrificio, qualora per lavoro possa lasciare l' India, quale che sia il paese di destinazione, l' Italia come il Giappone ove lavora il fratello di sua cognata, di lui tanto più scipito e rozzo
Ma forse l' ho ancora più schiacciato sotto la sofferenza del peso del mio aiuto.
"Se tu vuoi venire in India sei il benvenuto, se il costo del viaggio per te è un grande problema, ti aspetto per quest'estate. ", era stato per giorni l'atteggiamento del mio amico.
Se si sbilanciava perch' io andassi da lui, dai suoi cari, noi due ci recassimo a Goa, tutti quanti ad Agra, Fathepur Sikri, recependo con calde parole il desiderio del mio cuore, era la mia paura di compromettermi economicamente che mortificava lo slancio delle sue parole, cui tremante non riuscivo a dare seguito
" Come, come, money is going, money is coming...
era la mia natura amorosa che non voleva saperne che Kailash, purché la mia mente potesse trovare in India la pace che le mancava in Italia, mi scongiurasse di soprassedere al mio aiuto economico a gennaio, e febbraio, all'acquisto estivo di condizionatori per i suoi alloggi.
La sera seguente,- quella stessa notte,- quando l'ansia e la paura dei costi irrecuperabili del viaggio mi avevano riassalito e in India, dove non avevo il coraggio economico di raggiungerlo in volo, per telefono, nel sonno, lo avevo raggiunto con le mie apprensioni angosciate, " ora la mia mente sta lavorando bene, mi diceva, e concludeva per il rinvio del viaggio con una sentenza di opposto tenore.
" Eppure ieri mi avevi detto che dovevo partire, che il denaro non è importante, che il denaro va e viene..."
" Money is nothing, money is all, se non hai denaro non conti niente e nessuno ti rispetta, in India, come altrove, è meglio che tu venga quando ne avrai abbastanza per recarti anche nello Sri Lanka, come intendi fare quest' estate.
"E Goa è ora spoglia e senza musiche e canti, di notte, per motivi di sicurezza, Sumit don't understand again toelet , fa sussu e toelet everywhere e everytime"" sarebbe stati un problema per Bimla accudirlo al Taj Mahal, anche se tali inconvenienti, non erano di tale peso, nelle parole di Kailash, da contrapporsi alla mia eventuale decisione di partire.
" Se tu decidi di venire è bene, se tu decidi di non venire è bene lo stesso"
in tale formulazione, di una sua sapienzalità indiana, ha suggellato ogni sua parola quando gli ho detto della cancellazione del viaggio, e ho iniziato a piangere.
" Odorico, don't cry, don't cry"
" Perchè?" gli ho chiesto, " se così sto meglio. Per me l' importante è che sia solo io a piangere tra noi due.
" Non piangere , come ho fatto io, ti ricordi, quella volta, nel Hotel Harmony, e tu a tua volta "No more Kallu, No more Kallu,..."
E le lacrime si mescolavano al mio riso a singhiozzo.

Ma fino a tutt'oggi, eccettuato il giorno Natale, ha seguitato a lasciare sconnesse le linee per tutto il giorno.
Ha agito così( lo ha fatto), lo so ora in nuove lacrime, per difendersi dalle nuove tormente d'ansia che tutt'oggi gli ho riversato nella mente-
" Che hai da ridere tanto? gli ho chiesto perché mi rendesse partecipe, sorpreso che la mia angoscia che non si da ancora pace di avere rinunciato, non gli impedisse di scherzare, quando la mia ennesima chiamata lo ha raggiunto
" Lo faccio perché se rido tu ti preoccupi di meno"
Mi sono disperato quando ho inteso, troppo tardi, che per proteggersi da ciò che di dolente gli riservo, debba negarsi la possibilità di usare liberamente il telefono.
Non fossi per lui una promessa mancata di felicità, forse avrei potuto sentirgli dire, come l'anno scorso " Vorrei morire, perché tu non sei qui", e sentirmi spezzare il cuore e partire.
Invece ho dovuto allietarmi della sua gioia senza di me, di avergliela consentita con il mio mancato arrivo, ( con la mia assenza), quando la sua voce gioiosa mi ha illuminato della luce invernale dell'India, che irradiava il campo di bambini festanti da cui mi telefonava, in cui Adjay stava giocando cricket, o quando mi ha detto quanto fosse stato felice a Natale e per Santo Stefano, durante i giorni in cui avrei potuto arrivare in volo a Delhi, e partire con lui per Goa, -temendo,oramai, che fosse come per un obbligo che gli veniva prescritto, -e mi ha detto della neve in Srinagar e Manali, al pari di quella che scendeva sulla mia sconfinata infelicità in Modena,





























da cui gli telefonavo in casa di mia madre, in sua compagnia e del suo gatto.


















Quella sera ho dovuto chiedermi se fosse più sicuro per me rimanere a Mantova da solo nel mio appartamento deserto, al primo piano, in cui ero rientrato per un furtivo sopralluogo, con ancora i bagagli intorno del mio mancato viaggio in India da disfare, o fare ritorno nell' appartamento di mia madre al sesto piano. E mentre le vacanze di Kailash finivano nel villaggio della moglie Bimla, consumando così tanto delizioso puri da averne conati di vomito, la mia sequela natalizia per me si concludeva nella depressione lugubre di ritrovarmi in pizzeria con mia madre accanto, mentre la fantasia ricorreva a com'ero stato felice con Kallu in Bhopal, a Bubaneshwar l ultimo giorno dell anno nel corso dei miei trascorsi viaggi di Natale in India, a come a giorni non potrò mai esserlo in Goa.
E nello sguardo con il quale assistevo alle fatiche di mia madre nell 'infilarsi il cappotto, per avviarsi ad uscire dopo la pizza e il caffè, ritrovavo lo sguardo con il quale Kailash mi aveva assistito nel Ladak, a Varanasi, quando per ricevere il suo amore per ciò che io veramente sono, mi facevo più bisognoso, e disgustevole, di quanto non lo sia se affronto la vita da solo.
Ieri sera ero pieno di sconforto e d'odio nei miei confronti, parlando con mia madre, mentre il dolore che le manifestavo la sottraeva ai miei riguardi come ha sottratto Kailash.
Ora, che attendo invano che il mio amico mi richiami per l 'ultima possibilità rimasta,il volo scontato di domani delle Turkish airlines- torno a ripetermi ciò che mi dice l'amore, che solo la sua felicità può fare la mia, e che la sola ragione per insistere con lui ancora, nel mio tormento interiore, è che il dolore che gli trasfondo è la mia angoscia /il mio dolore che il mio aiuto lo annienti.

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