Al telefono udivo le voci gioiose dei bambini,
ch'erano amici di
Purti, di
Adjay, e giocavano e danzavano sul terrazzo della casa di Kailash, a quanto egli mi diceva, si saziavano di paste ,e di "cakes", per il primo compleanno di
Sumit. Il piccolino nel frattempo era a dormire, mentre il mio amico, di tutti il bambino più felice, era insaziabile di tanta allegria, e voleva riproporla per
martedì prossimo, quando coincideranno
Deepawali ed il mio compleanno. La mia conseguente preoccupazione, ieri, al telefono, era che egli
contemperasse la pura gioia di quella spesa con l'utilità dell acquisto di un primo materasso per
Sumit.
Era un bene che nel suo cuore di padre si preoccupasse per ogni minima forma di
raffreddore del bambino, che evitasse al piccolo, a
Purti, alla madre, come gli suggeriva il dottore, la somministrazione invernale di riso, che si sarebbe freddato nelle cavità del loro corpo, già infreddolito dalle frescure incipienti, ma era
ugualmente un bene che egli evitasse che il
piccolo fosse esposto al freddo esterno, al freddo che era recepito e trasmesso dal pavimento.
Oggi stesso, mi ha rassicurato, avrebbe acquistato in
Chhattarpur il materasso.
Così avrebbe avuto via libera la festa ulteriore, con dolci, canti e danze di bambini festanti, intorno alla torta in mio onore-
" Che bello, mio caro, ma io non ci sarò..."
Ci sarà il tuo nome sulla torta!", in tutta consolazione.
E' ora in tripudio anche la mia amicizia per
Farhang.
La settimana scorsa
mi aveva già inviato più di una e-mail, per chiedermi conto se mi fossero pervenuti i suoi acquerelli mediante il servizio postale.
Da più di venti giorni me li aveva inviati dall'Iran. Censura? Disservizi? Ho seguitato ad attendere l'avviso di una cartolina fino all altro ieri , quando mi sono risolto ad andare all'ufficio delle Poste centrali.
L' addetta mi aveva già fornito gli estremi da inoltrare a
Farhang, per ottenerne i dati che occorrono per la ricerca in rete del pacco o della
raccomandata che mi aveva spedito, quando mi sono fatto scrupolo di chiederle di controllare se la missiva fosse reperibile in sede. Ed era lì, da quasi tre settimane, da che l'avviso di ritirarlo era finito disperso presso il mio recapito.
Erano quattordici gli acquerelli al suo interno, per lo più bellissimi.
Lo ho accuditi con cura, portandoli al mio seguito per le vie della città in cerca di un loro raccoglitore, nei negozi di colori che non ne disponevano o erano già chiusi, poi nel silenzio lunare, incantato, dei muri medievali e rinascimentali dei suoi palazzi che rivisitavo di notte.
Temendo che
Farhang presagisse il peggio, che fosse sconfortato per la presunta perdita dei suoi acquerelli,
intanto ho tentato di contattarlo per telefono, gli ho comunicato in una e-mail la felice notizia che mi erano pervenuti, in una ulteriore e-mail l'ho ringraziato e gli ho detto quanto li trovavo belli, complimentandolo per avere ottenuto il master
Soltanto stasera l'ha
saputo e mi ha risposto, con parole di gratitudine e di felicità.