martedì 30 dicembre 2008

fine 08 cade la neve

"Scusami Kailash, perdonami, se ti ho costretto a proteggerti da me staccando il telefono..
"Don't be worry, ti conosco. Non ho altri che mi telefonino. Tu sei l' unico mio amico, neanche tra gli indiani conosco nessuno che è mio amico come te"
" Dunque, a quest'estate, niente volo per Delhi, domani, con la Turkish Airlines...
A quest' estate. And don't be worry. I am always with you. Always "

Natale 08




16]Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s'infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi. [17]Allora si adempì quel che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: [18]Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande; Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più.







Il Natale, quando sopraggiunge nei cuori, non è la celestialità dei fiocchi di neve che discendono a farci scoprire quanto siamo intimamente candidi e lievi, o quanta innocenza giace al fondo di noi.
All'atto di ritrovarci con i propri "cari", nel dibatterci acrimonioso in cui si scopre quanta avversione ci pone gli uni contro gli altri , che ci avviva un astio che non scalda alcun calore di fiamma, o non illumina alcuna luce diffusa , la resa dei conti con la brutalità e l 'odio egoistico, che ci animano e giustificano, è il devastato terreno arido e la mangiatoia in cui il Suo Verbo deve tornare a incarnarsi, al solo tepore, che di se va reso consapevole, del nostro fiato animale che può intiepidirlo.
" Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio"( Luca, II, 7. Messa diurna del Natale).
E' la spietata confessione allora a Dio onnipotente, che più che la vita, si vuole la morte delle persone più care, per non doversi prendere cura di loro e dovere spendere per loro del proprio denaro, che non si vorrebbero avere più genitori, e fratelli o sorelle, perché di ciò che è proprio non spetti a loro niente di niente, e non si debbano assumere o condividere delle responsabilità, non avendo niente da attendersi da loro.
"Il fratello farà morire il fratello, e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno " ( Matteo, 10, 21 Vangelo della Messa di Santo Stefano).

E' la confessione allora a Dio onnipotente, che per illustrare di imprese e di gesta la nostra vita si preferisce devolvere tutto a chi si trattiene tutto quello che gli si dà, senza renderci niente di niente, in attesa di un propria domani migliore più ancora a nostre spese. E chinare il capo, sentirsi amati anche cosi, risollevarsi e rimettersi in cammino meglio disposti.
" Ecco, egli è qui per la caduta e la resurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione, e anche a te una spada trafiggerà l'anima- affinché siano svelati i pensieri di molti cuori".
(Il cantico di Simeone, Luca II, 34-35, Vangelo della prima domenica seguente il Natale).

lunedì 29 dicembre 2008

e ora?

" E' appena arrivato il libro sul viaggio dell' arte indiana che ha richiesto" si è affrettata a dirmi la commessa dai fini lineamenti estremorientali, come sono scesi al seminterrato in libreria, quando era appena trascorso il Mezzogiorno della Vigilia di Natale.
" Ed io ho appena cancellato la prenotazione del mio viaggio in India" le ho replicato, con un'animazione eccessiva nella voce.
Avevo da poco ordinato l'annullamento del viaggio, in agenzia, mentre stavano scadendo i termini ultimi per farlo con una modica penale, benché in appartamento fossero già pronte le valigie con il visto sul passaporto, la felpa e le t-shirth per Kailash e la lavagnetta che recavo in dono per Purti, già avessi ottenuto il congedo a scuola,e Kailash avesse già prenotato il biglietto di andata e ritorno per Goa.
" Ma come?- la commessa si è atteggiata sorpresa.
Intanto l'acquisto del libro era il mio primo impiego del denaro del futuro rimborso.
Le ore precedenti Kailash aveva lasciato sconnessa la linea, al contrario di quanto mi aveva ripromesso, quando ho tentato più volte di inoltrargli la risposta di mia madre, a cui egli mi aveva pregato di rimettere ogni decisione. " Se dice si , è si anche per me, se dice no, anche per me è no "
Ed io ho creduto così di intendere a che propendesse il suo animo, lasciando ogni cosa così in sospeso, sotto il suo mostrarsi d'accordo con qualsiasi decisione io intendessi assumere.
Prima che rimettessimo ogni decisione a mia madre, gli avevo detto che se dovevo pronunciarmi nella mia incertezza , mi esprimevo per la cancellazione della prenotazione del volo.
I soldi che avrei speso per un viaggio breve preferivo riservarli a spese più utili per la sua famiglia: il loro viaggio a Chitrakoot, la lavatrice per Bimla, la bicicletta per Adjay, le situazioni di emergenza o le occasioni che si profilassero.
Cosi'i immolandomi, credevo di potere avere la forza per chiedergli lo stesso sacrificio, qualora per lavoro possa lasciare l' India, quale che sia il paese di destinazione, l' Italia come il Giappone ove lavora il fratello di sua cognata, di lui tanto più scipito e rozzo
Ma forse l' ho ancora più schiacciato sotto la sofferenza del peso del mio aiuto.
"Se tu vuoi venire in India sei il benvenuto, se il costo del viaggio per te è un grande problema, ti aspetto per quest'estate. ", era stato per giorni l'atteggiamento del mio amico.
Se si sbilanciava perch' io andassi da lui, dai suoi cari, noi due ci recassimo a Goa, tutti quanti ad Agra, Fathepur Sikri, recependo con calde parole il desiderio del mio cuore, era la mia paura di compromettermi economicamente che mortificava lo slancio delle sue parole, cui tremante non riuscivo a dare seguito
" Come, come, money is going, money is coming...
era la mia natura amorosa che non voleva saperne che Kailash, purché la mia mente potesse trovare in India la pace che le mancava in Italia, mi scongiurasse di soprassedere al mio aiuto economico a gennaio, e febbraio, all'acquisto estivo di condizionatori per i suoi alloggi.
La sera seguente,- quella stessa notte,- quando l'ansia e la paura dei costi irrecuperabili del viaggio mi avevano riassalito e in India, dove non avevo il coraggio economico di raggiungerlo in volo, per telefono, nel sonno, lo avevo raggiunto con le mie apprensioni angosciate, " ora la mia mente sta lavorando bene, mi diceva, e concludeva per il rinvio del viaggio con una sentenza di opposto tenore.
" Eppure ieri mi avevi detto che dovevo partire, che il denaro non è importante, che il denaro va e viene..."
" Money is nothing, money is all, se non hai denaro non conti niente e nessuno ti rispetta, in India, come altrove, è meglio che tu venga quando ne avrai abbastanza per recarti anche nello Sri Lanka, come intendi fare quest' estate.
"E Goa è ora spoglia e senza musiche e canti, di notte, per motivi di sicurezza, Sumit don't understand again toelet , fa sussu e toelet everywhere e everytime"" sarebbe stati un problema per Bimla accudirlo al Taj Mahal, anche se tali inconvenienti, non erano di tale peso, nelle parole di Kailash, da contrapporsi alla mia eventuale decisione di partire.
" Se tu decidi di venire è bene, se tu decidi di non venire è bene lo stesso"
in tale formulazione, di una sua sapienzalità indiana, ha suggellato ogni sua parola quando gli ho detto della cancellazione del viaggio, e ho iniziato a piangere.
" Odorico, don't cry, don't cry"
" Perchè?" gli ho chiesto, " se così sto meglio. Per me l' importante è che sia solo io a piangere tra noi due.
" Non piangere , come ho fatto io, ti ricordi, quella volta, nel Hotel Harmony, e tu a tua volta "No more Kallu, No more Kallu,..."
E le lacrime si mescolavano al mio riso a singhiozzo.

Ma fino a tutt'oggi, eccettuato il giorno Natale, ha seguitato a lasciare sconnesse le linee per tutto il giorno.
Ha agito così( lo ha fatto), lo so ora in nuove lacrime, per difendersi dalle nuove tormente d'ansia che tutt'oggi gli ho riversato nella mente-
" Che hai da ridere tanto? gli ho chiesto perché mi rendesse partecipe, sorpreso che la mia angoscia che non si da ancora pace di avere rinunciato, non gli impedisse di scherzare, quando la mia ennesima chiamata lo ha raggiunto
" Lo faccio perché se rido tu ti preoccupi di meno"
Mi sono disperato quando ho inteso, troppo tardi, che per proteggersi da ciò che di dolente gli riservo, debba negarsi la possibilità di usare liberamente il telefono.
Non fossi per lui una promessa mancata di felicità, forse avrei potuto sentirgli dire, come l'anno scorso " Vorrei morire, perché tu non sei qui", e sentirmi spezzare il cuore e partire.
Invece ho dovuto allietarmi della sua gioia senza di me, di avergliela consentita con il mio mancato arrivo, ( con la mia assenza), quando la sua voce gioiosa mi ha illuminato della luce invernale dell'India, che irradiava il campo di bambini festanti da cui mi telefonava, in cui Adjay stava giocando cricket, o quando mi ha detto quanto fosse stato felice a Natale e per Santo Stefano, durante i giorni in cui avrei potuto arrivare in volo a Delhi, e partire con lui per Goa, -temendo,oramai, che fosse come per un obbligo che gli veniva prescritto, -e mi ha detto della neve in Srinagar e Manali, al pari di quella che scendeva sulla mia sconfinata infelicità in Modena,





























da cui gli telefonavo in casa di mia madre, in sua compagnia e del suo gatto.


















Quella sera ho dovuto chiedermi se fosse più sicuro per me rimanere a Mantova da solo nel mio appartamento deserto, al primo piano, in cui ero rientrato per un furtivo sopralluogo, con ancora i bagagli intorno del mio mancato viaggio in India da disfare, o fare ritorno nell' appartamento di mia madre al sesto piano. E mentre le vacanze di Kailash finivano nel villaggio della moglie Bimla, consumando così tanto delizioso puri da averne conati di vomito, la mia sequela natalizia per me si concludeva nella depressione lugubre di ritrovarmi in pizzeria con mia madre accanto, mentre la fantasia ricorreva a com'ero stato felice con Kallu in Bhopal, a Bubaneshwar l ultimo giorno dell anno nel corso dei miei trascorsi viaggi di Natale in India, a come a giorni non potrò mai esserlo in Goa.
E nello sguardo con il quale assistevo alle fatiche di mia madre nell 'infilarsi il cappotto, per avviarsi ad uscire dopo la pizza e il caffè, ritrovavo lo sguardo con il quale Kailash mi aveva assistito nel Ladak, a Varanasi, quando per ricevere il suo amore per ciò che io veramente sono, mi facevo più bisognoso, e disgustevole, di quanto non lo sia se affronto la vita da solo.
Ieri sera ero pieno di sconforto e d'odio nei miei confronti, parlando con mia madre, mentre il dolore che le manifestavo la sottraeva ai miei riguardi come ha sottratto Kailash.
Ora, che attendo invano che il mio amico mi richiami per l 'ultima possibilità rimasta,il volo scontato di domani delle Turkish airlines- torno a ripetermi ciò che mi dice l'amore, che solo la sua felicità può fare la mia, e che la sola ragione per insistere con lui ancora, nel mio tormento interiore, è che il dolore che gli trasfondo è la mia angoscia /il mio dolore che il mio aiuto lo annienti.

sabato 20 dicembre 2008

Sforzato dall intrigo del cuore

Quando, forzato io dall'intrigo del mio cuore e dalla pressione degli eventi , a giorni fossi insieme a Kailash, in India, non credo che potrei ritrovarmelo più accanto di quando, domenica scorsa, a distanze intercontinentali, di migliaia e migliaia di chilometri, mentre credevo impossibile la cosa, l' ho sentito mormorarmi al telefono " tu soffri, hai un problema, e " come puoi dirlo?" gli ho chiesto; e lui mi ha sussurrato dall' India, come se fosse fin dentro l'orecchio nella mia mente. " perché parli piano , you speak slowly..."
Poi l' ho sentito venirmi incontro, e farmi suo intimo, like a family member, un membro effettivo della sua famiglia, come non è accaduto le tante sere che abbiamo diviso insieme un letto, quando ho sentito la sua voce squillarmi al telefono tra il brusio e il clamore di Chattarpur, nel primo mattino in Italia, per dirmi che vi era giunto con suo padre, e chiedermi se Bimla doveva essere operata, subendo la sterilizzazione.
Il mio no è stato il suo stesso parere contrario, -si ricordava ancora, che la sua famiglia , io la vedo come un albero che deve seguitare a potere fare frutti così belli come Adjay, Purti, Sumit, -e la sera quando gli ho ritelefonato, mi ha detto che Bimla, cui spettava di comune accordo il parere ultimo, pur se sfibrata /esausta di quanto le sono costate le ultime gravidanze, ravvicinate nel tempo, quando gli ha chiesto la mia opinione, e lui le ha detto che non volevo, allora no, gli ha risposto, e sono ritornati a casa senza che sia operata.
Ho allora avvertito la verità delle sue ragioni, quando gli ho chiesto se non fosse il caso che non facessi ritorno, perché sono già troppo per loro, e da loro avrei preteso troppo, chiedendo che per sottrarmi alla mia infelicità mentale, fossero pronti ad andar tutti insieme ad Agra,tra le meraviglie incantevoli del Taj Mahal e di Fatepur Sikri, e se non sia meglio che i suoi bimbi e la moglie abbiano di meno, ma delle sue sole mani, e lui mi ha confortato che non dovevo avere questi timori, perchè sono uno di loro, a tutti gli effetti.
Ma quanto è diventata a giorni una possibilità reale che ci ritroviamo in India, tanto più siamo divenuti distaccati e distanti, nelle telefonate che dovevo continuare a fargli senza che lui mi richiamasse per sapere, per confermarmi.
More we are far, more we are near, more we are near, more we become far, il ritornello.
E le sue risposte mi parevano più intorpidite dal sonno che desiderose che accadesse la cosa,
la reticente testimonianza del suo raffreddamento in corso.
Nelle sue parole non c'era più l'appello accorato che venissi in India, perché in India soltanto potrei trovare la quiete mentale, " Come to India, come to India, to be happy", che mi aveva rivolto quando nella mia voce aveva avvertito quanta sofferenza stessi vivendo in Italia.
C'era la sola attestazione della rinnovata contentezza che venissi, insieme con il riguardo e la considerazione per l' oppressione soffocante, che seguita ad attanagliarmi, della mia apprensione angosciosa per i costi economici del viaggio, per quanto mi potrei distanziare dalla soglia economica che mi consente di evitare di guardare alla nostra amicizia come al disavanzo di una continua perdita,che ne farà venir meno ogni continuità futura...
Non era, e non si configura anche adesso come ciò che sarebbe stato meglio, attendere di rivederci in estate, rinviare tutto ad allora, ancora per sei mesi, pazientare ancora....e sopportare la pena di restare in Italia, senza rimpiangere di non ritrovarmi con loro felici al Taj Mahal, con Puti per mano esaltata di gioia nello sguardo, ritemprando, con la lettura e la ripresa dello scrivere, l' attesa del riavvio del tormento scolastico, smorzando con il distacco meditante la acrimonia esplosiva che i soldi prestati e non resi, avrebbero fatto intanto, anziché la mia insieme con loro, la felicità di chi non rispetta gli impegni con me assunti perchè non mi considera niente?
Ma godevo ancora il bene di una salute alacre, ora sono sani tutti loro quanti , non devo prestare o ricevere cure, a differenza di chi domenica scorsa, con voce amica, spossata e addolcita dal male incurabile che ha nel sangue, mi ha chiesto se non andassi da chi ho caro in India, mi ha detto quanto fosse un peccato che rinunciassi per ragioni economiche, rispondendo dall' interno dell'appartamento dove vive segregato, talmente è reso vulnerabile dalle chemioterapie cui deve seguitare a sottoporsi.
Ti stai giocando la tua vita non andando, ti stai giocando la tua vita rinunciando, avvertendola più che mai fragile e in balia, e mi sono allora spezzato nel pianto, nel vortice d'angoscia che mi ha sospinto verso l'India e Kailash e la sua famiglia,- stai precipitando nel baratro di non sapere rinunciare e stai precipitando , così, la possibilità di aiutarli quanto più a lungo possibile, anche il tuo ritorno durante tutta l'estate diventa ora a rischio, è quanto la mente torna invece a ripetermi ora che il biglietto è stato acquistato, e la notizia non ha ricevuto da Kailash l'accoglienza calorosa che mi aspettavo.
Ieri sera gli ho rinnovato l' invito a dirmi davvero la verità, che nulla avrei avuto in contrario, se mi avesse detto che mi sconsigliava il viaggio, che preferiva che rinunciassi e salvassi le nostre opportunità future, le mie disponibilità economiche per aiutarlo materialmente.
Era davvero disposta la sua famiglia al viaggio ad Agra? Non ne stavo abusando della disponibilità per i miei disegni mentali?
Stamattina mi avrebbe telefonato al più presto, dopo un meeting con tutti quanti, per sapere che cosa ne pensavano., Bimla, Purti e Adjay
" Sono tutti quanti d'accordo. Bimla e Adjay quest'estate, quando qui farà caldo, vorrebbero andare anche a Manali, ne hanno visto ieri sera le immagini per televisione. Ma se non puoi ti aspettiamo per quest'estate . Siamo felici se tu vieni, ma i costi lo sappiamo che sono un gran problema"
Solo poco prima che uscissi per l'ultimo giorno d'inferno a scuola, Farhang mi ha risposto dall'Iran, liberando il campo dall'alternativa che andassi a trovarlo- dear Odorico thank for your answer.
I hope you be happy as soon. I am a realist man and I can see the reality. Now in Iran I can find good works for example teaching in some university and I like it. About christmas holidays I like to see you but you know that in Iran it isn't holiday, so I have to continue my works(offering the university) in Tehran, Kermanshah and some small cities.
thanks for all things and bye
farhang
Ed al termine delle lezioni, quando mi è stato detto che già erano state comunicate alle classi le mie sostituzioni, per i giorni di scuola in cui sarò ancora in India e di rientro, alla fine del viaggio, ho compreso che non mi restava che acquistare il biglietto di andata e ritorno.
Kailash ha seguitato a chiedermi di mia madre, e del suo raffreddore, quando gli ho detto che mi era da poco stato emesso.
Ed io gli ho ricordato che sono ancora in tempo a cancellare la prenotazione, a pagare la penale richiesta, se non gli sta a cuore più di tanto il mio viaggio a Natale, in Goa insieme, e poi ad Agra con tutta la famiglia, verso Delhi.
Ma quando discutendo delle modalità del viaggio, ha alluso all'ipotesi di escludere il nostro pellegrinaggio ad Agra, with all his family, ed io mi sono contrariato dicendo che così non aveva più senso niente del viaggio, si è messo a ridere con affetto divertito della mia reazione, perchè ha sentito quanto li ho nel cuore e nel sangue.

lunedì 8 dicembre 2008

come si vive ancora in India, come vivevamo noi

Prima parte


Cerco di illustrare a mia madre quanto sarebbe bello per lei ritrovarsi in India, perché nelle stesse campagne del Madhya Pradesh, dove vive il mio amico, ritroverebbe il mondo in cui è cresciuta, ed è è stata bambina, fin anche l'aratro ancora trainato dai buoi. E mia madre " Non mi meraviglio , per quello che mi racconti, di come vivono in India. Ho settanta sette anni e nella mia infanzia si viveva così, anche da noi, nelle campagne del Mantovano, con le cose utili che ti servivano, ma niente di più, niente di superfluo: un paio di scarpe per l' estate e un paio per l' inverno, tanto gli uomini che le donne, i vestiti erano un abito pesante per l' inverno e uno leggero per l'estate, ma non di più, e li indossavi solo le domeniche.
( Le avevo raccontato come abitualmente in India si usino ciabatte di plastica, senza indossare le calze, e che quando io e Kailash siamo partiti per il Nepal, lui aveva dovuto chiedere in prestito un paio di scarpe al fratello, non avendone alcuno. Le ho detto anche come ne " La tigre bianca " Aravind Adiga racconta di un uomo che non può entrare in un centro commerciale perchè dopo che le porte a vetro si erano aperte, " L'addetto alla sorveglianza l'aveva fermato. Indicava col bastone i piedi dell'uomo scuotendo il capo: l'uomo aveva le ciabatte ai piedi. Anche tutti noi autisti avevamo le ciabatte. Ma quelli che avevano accesso al centro commerciale avevano tutti le scarpe"( pg.107)).
"Le scarpe le portavi solo se andavi via, in piazza, al mercato, da qualche parte, come tornavi a casa te le levavi, per paura di sprecarle.
( Magari) D'inverno portavi tutti i giorni gli zoccoletti di legno per ripararti dal freddo e dall acqua, e a marzo cominciavi ad andare scalza perché c'era già un clima primaverile, fino all' autunno, finché non cominciava a fare freddo, avevi per questo sempre i piedi rovinati, perché inciampavi e le strade non erano asfaltate.
Le calze le cominciavi a mettere a novembre, erano sempre confezionate in lana di pecora.
D'inverno ti coprivi con qualche maglia anch'essa in lana di pecora, con gonne fatte di stoffe che recuperavi da qualche abito vecchio. Le maglie, di sopra e di sotto, si facevano co la lana di pecore allevate da noi, tutti i giorni ti mettevi degli straccetti, abiti fatti in casa con dei tessuti vecchi, solo qualche volta ricorrevi ai sarti, anche se in paese c'erano molte sarte che confezionavano abiti. Per gli abiti di lavoro di tutti i giorni si prendeva della stoffa ordinaria, tela, che comperavi al mercato, cercando sempre di spendere per il vestire il meno possibile, questa era la gran storia.
Mia madre, osservando le fotografie di Adjay, Purti, Sumit, i bambini di Kailash, aveva colto quanto siano belli, ma sempre gli stessi, gli abiti che indossano, ed io le avevo ricordato che quando io e Kailash siamo partiti con Adjay per fargli conoscere le scuole del Progetto Alice di Valentino Giacomin, la mattina del giorno della partenza il bambino ha dovuto stare a casa da scuola, perché gli abiti che gli sarebbero occorsi, in mancanza della divisa della scuola che non gli era ancora stata fornita, erano gli stessi che gli servivano per quel breve viaggio, ed erano ancora stesi ad asciugare al sole durante le ore di lezione.

In dvd mia madre ha visto com' è la casa di Kallu, nel suo villaggio, l'andito d'accesso sovrastato dalla spianata dove le sementi sono stese ad asciugare, due camere ai lati dell'andito d'accesso, con una lettiera per gli ospiti, la camera da letto dei genitori, il cortile con la piantina di tulsi e le statuine delle divinità tutelari nel terriccio della colonnina portante, due forni di cottura all' aperto, i vani uno più oscuro dell altro dove sui ripiani ricavati nei muri sono riposti attrezzi, suppellettili, granaglie, ortaggi, la scala che reca alla stanza di letto di Kallu e di sua moglie e i suoi bambini, quando fanno ritorno al villaggio. Niente acqua, gas, la luce elettrica solo la notte.

" Invece la casa di noi contadini , riprende mia madre, al piano terra era composta da una cucina grande, che conteneva un focolaio, una stufa a legna, un tavolo, delle sedie, una credenza per tenere i piatti. Non c'erano sale da pranzo, soggiorni.

Nelle camere gli ornamenti erano miserie, sulle credenze, in cucina, sui comò, nelle stanze da letto, si metteva qualche foto di persone che non c'erano più, dei vasi di fiori raccolti in campagna, nei giardini di fuori, mentre in mezzo alla tavola si metteva un vassoio con i bicchieri e una bottiglia di vino, fatto da noi nelle cantine, per chi tornava dal lavoro nei campi.

Per le sedie venivano giù dalle montagne i seggiolai, ti facevano la loro struttura in legno, te le impagliavano, sedie grandi, sedie piccole.

Al piano superiore c'erano poi le camere da letto, le famiglie tradizionali di una volta erano numerose, padri, madri, le suocere, i figli con le nuore, i loro figli, di camere ne servivano anche quattro, erano camere grandi, ma spoglie, senza riscaldamento, con grandi finestre, freddissime d'inverno. Oltre ai letti c'erano solo un armadio ed un comò per la tenuta degli abiti . Per riscaldare il letto si usava il marchingegno chiamato "prete", si metteva nel letto uno scaldino con delle braci che si raccoglievano dal fuoco del camino, coperte con la cenere.

Ci coprivamo nei letti con delle trapunte fatte in casa, di ovatta di cotone, non di lana, erano solo pesanti, non tenevano gran caldo. Ricordo sempre che mia madre mi teneva addosso dei paletots.

Non c'erano nemmeno i materassi che si usano adesso, si riempivano delle fodere con delle piume di gallina, un' altra sacca con dei cartocci di granoturco"

Lei ha ben presente , dicendomi questo, come solo dagli inizi di quest'inverno la famiglia di Kailash disponga di materassi, oltre a una lettiera , ed abbia smesso di dividersi nel sonno tra tale lettiera e le coltri stese sul pavimento,- fino ad allora, sulla lettiera, dormendo abitualmente la moglie e i figli maschi, sul pavimento Kailash con la piccola Purti.

Credo che Adjay abbia dormito per la prima notte da solo, in un suo letto, quando si è sistemato nella cuccetta del vagone del suo primo viaggio in treno, da Satna a Varanasi.

"Anche ai miei tempi, fino a tre o quattro anni si dormiva nel letto dei genitori, poi si provvedeva a un lettino, un mezzo letto per noi bimbi".

(..A cominciare da quando sono nati i miei fratelli, continua mia madre, sono stata messa in un mezzo letto accanto a quello del nonno, nella sua camera, ed ho dormito nella camera del nonno fino a quando mi sono sposata.

(

Al secondo piano c'era poi il granaio, dove venivano portati frumento, frumentone, patate, tutta la roba che veniva coltivata dalla terra e che si raccoglieva in campagna.

after Mumbay attack















Sui miei appunti di viaggio nel Ladak, a Srinagar , nel 2008
http://www.odoricoamico.it/diario%20india08/index.htm

"Ora è tutto calmo, al telefono mi diceva ieri Kailash, a proposito della situazione in India dopo le bombe di Mumbay , ora la preoccupazione comune è come finire di perdere denaro, l' afflusso di turisti stranieri, dopo che tanta gente ha perso e seguita a perdere la vita.
" Ieri, sul pullman che veniva da Satna c'erano solo due turisti" in arrivo a Bamita per recarsi a Khajuraho, dove Kailash era ad attenderli invano per l' hotel per il quale lavora.
Ma lo stato di quiete è è la calma timorosa del prossimo attacco, in chissà quale stato o città santa o grande centro dell India.


Il mio amico era appena rientrato dai festeggiamenti per la vittoria schiacciante del candidato locale del Congress Party, all'Assemblea legislativa dell Uttar Pradesh,
- quante bancarelle presso i templi di Khajuraho- e non ha accolto con particolare entusiasmo la notizia che l 'intelligence pakistana aveva tratto in arresto la mente organizzatrice degli attentati in Mumbay, Zaki-ur-Rehman Lakhvi, del Laskar-i-Toiba, secondo le confessioni dell'unico sopravvissuto del comando suicida.
" I pakistani non fanno niente, -ha detto sarcastico- non danno un buon aiuto all'India, si sono mossi solo perchè glie l'hanno richiesto gli americani, per la paura che accada in America quel che succede in India, nel Pakistan".
La settimana scorsa mi aveva anticipato la notizia degli attentati sanguinosi di Peshawar, e fin dal primo giorno mi aveva ricordato le analogie tra gli attacchi al'Oberoi, al Taj Mahal hotel, in Mumbay, e gli attacchi al Marriot in Islamabad, quindi, guiorno dopo giorno, mi aveva informato dello stillicidio dei ritrovamenti di bombe inesplose in India,come a Nagpur, della prosecuzione degli atti di violenza nell'Assam
Ma dominava le nostre parole, ostante tutta, la tristezza di Kallu di seguitare a rompere i suoi principi, se accettava il mio aiuto monetario per gli orecchini d'oro di Bimla, per la festa di fine anno di tutta la sua famiglia, con Purti, Adjay, Sumit, all 'Oberoi hotel di Khajuraho,












































il mio sconforto di renderlo sempre più scontento della sua vita, quanto più cerco di allietargliela e di renderla agiata e bella, la consolazione della comune consapevolezza, che rasciugava le mie lacrime, che oramai solo indissolubilmente uniti, " with connection", possiamo fargliela, e realizzare e avere good Karma.
Ne è il riscontro, secondo il mio amico, come seguitiamo a risollevarci a vicenda, l' uno aiutando l 'altro a tornare felice quando lo sa triste.

lunedì 1 dicembre 2008

" Il senso della vita?"


" Il senso della vita?" mi batteva forte il cuore" Il senso della tua vita è che se tu muori, chi mi paga le mie tremila cinquecento rupie al mese?"
Leggevo le pagine folgoranti della Tigre Bianca , e la mente ricorreva a Kailash, all'apprensione che c'è in ogni sua raccomandazione di avere cura della mia salute quando ci lasciamo al telefono.
Ritornava, nelle vicende seguenti, la metafora della Stia per polli entro le cui Tenebre i poveri d'India sono ingabbiati dalle loro famiglie, e sentivo dibattervi le nostre sorti.
" Odiamo i nostri padroni dietro una facciata d'amore, oppure li amiamo dietro una facciata di odio?"
Per quanto ti amo io sono disperato, mio caro Kallu, perché più ti amo, e più ti dono, meno ti rendo libero e uomo, e ti nego il destino di essere il padre che da un futuro ai propri figli, assicurandogli io pressocchè ogni cosa al tuo posto.
Non è meglio, Kallu, che voi siate più liberi e poveri? Che tu piuttosto ritorni al villaggio, alla miseria di quanto poco potrai offrire loro, ma in virtu del tuo solo cuore e del tuo solo lavoro? Ti costasse il ritrovarti a dormire al freddo tra lamiere e cartoni, sotto un cavalcavia di Delhi in costruzione?
Quanto tu sei arrivato ad odiarmi, durate i nostri ultimi viaggi, a non tollerare nemmeno di guardarmi, per la mia incapacità di renderti da me indipendente, anzi, perché in quanto più tentavo che tu lo diventassi,invece ti irretivo/ vincolavo sempre di più, ch'era il motivo stesso per cui io soffrivo e tu mi accusavi di essere infelice, di avere una mente negativa, a bad mind, che improvvisamente intristiva.

La prima radice del nostro amor




Paolo e Francesca , Inferno, V



L'episodio di Paolo e Francesca è una delle espressioni letterarie più potenti della concezione cristiana, secondo René Girard, del peccato come contagio mimetico di un desiderio rivalitario.



" Ma dimmi : al tempo d'i dolci sospiri,
a che e come concedette amore
che conosceste i dubbiosi disiri?"
... Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lanciallotto come amor lo strinse
soli eravamo e senza alcun sospetto.


Prima della lettura il desiderio originario di Paolo non preesiste che in potenza alla sua trasmissione imitativa, in quanto , in una versione maligna dell'identico procedere dell Amore che è glorificazione divina, - il Verbo della lettura in lui si incarna peccaminosamente e diventa passione che danna, allo stesso tempo in cui contagia Francesca ed è da lei imitato, e può rivelarsi a se stesso nello stesso grado in cui si ritrova in lei e può riconoscersi nella passione che in lei ha suscitato.
Amor ch'a nullo amato amar perdona
A imitazione si amano oramai l'una dell'amore dell'altro.
Per più fiate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso:
ma solo un punto fu quello che ci vinse
Ma in Paolo e Francesca la ragione non è ancora sommessa al talento del desiderio che è insorto; perché questo accada, perchè nulla più possa opporre al peccato ogni beatificazione stilnovistica della virtù d'amore, ed il peccato passi dalla potenza all atto, occorre un modello imitativo, irresistibile, cui immedesimarsi nella provocazione di un identico desiderio rivalitario, quello del bacio di Lancillotto e di Ginevra, che si fa l' oggetto di contesa del suo cavaliere e del suo re, così come Francesca è l' oggetto di una contesa rivalitaria tra fratelli.


Quando leggemmo il disiato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi baciò tutto tremante.
Galeotto fu ' libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante"



La pietà conclusiva di Dante è la pietà per la debolezza della creatura umana di fronte alla potenza della essenza stessa del peccato, che li travolge nella stessa sua prima radice, il contagio imitativo di un desiderio che danna Paolo e Francesca per la esclusività oppositiva del suo oggetto, nella donna amata.


"Mentre che l'uno spirto questo disse,
l'altro piangea; si che di pietade
io venni men così com'io morisse.
E caddi come corpo morto cade."