domenica 29 novembre 2009

Come e quanto ho sofferto e soffro per Sumit



Come. e quanto ho sofferto per la morte di Sumit, intendo affidarlo alle e-mail intercorse tra me e Valentino Giacomin, a conclusione delle quali riporto la poesia toccante e bellissima che Valentino mi ha or ora inviato



Ciao Odorico. Ho letto il blog. Ho capito bene? Se si', mi dispiace profondamente per te, per i suoi genitori per i suoi fratelli.Ti-Vi sono vicino.LoveValentino




Caro Valentino,

E stata una morte cardiaca improvvisa, posso presumere. Il bambino precedentemente aveva avuto una lunga febbre, con strascichi poi di una tosse interminabile e di raffreddore. Ma ieri mattina aveva mangiato, giocato, poi ha bevuto un goccio d'acqua, un colpo di tosse, uno sternuto, gli occhi gli si sono rovesciati e non c'è stato più.
Era una gioiosa meraviglia, il nostro diletto.
Love
Odorico




Ciao. Mi dispiace. In questo modo anche noi abbiamo perso alcuni studenti. Purtroppo, qui non c'e' la cultura della prevenzione e della "giusta cura". Io devo litigare con i medici perche' prescrivano un esame del sangue quando gli studenti stanno male. "Prima proviamo con queste medicine... Vediamo se funzionano, poi faremo l'esame." Assurdo, criminale, ma vero. Ho salvato diverse vite dei miei studenti perche' mi sono impuntato obbliga il medico a prescrivere l'esame per conoscere la genesi del male. Quindi, immagino che sia accaduto qualcosa di simile nel caso del tuo amico. Non e' colpa della famiglia, ovviamente, ma di una cultura del pressappochismo che permea buona parte di questa societa'.Recentemente, Sanje, un ex studente chakma che lavora in ufficio, stava per lasciarci le penne a causa di questo modo criminale di fare dei medici. Solo quando ho obbligato il medico a rifare gli esami del sangue ha scoperto che il ragazzo soffriva di anemia in forma grave e aveva bisogno di trasfusioni di sangue!Che dire? Non ci resta che affidare l'anima a Dio e sperare in una rinascita migliore. Un abbraccioValentino





Caro Odorico, ti mando in anteprima la lettera di Natale 2009. Ci sono buone notizie, che potrebbero, in parte, compensare il dolore per il lutto.Un abbraccio di solidarieta 'Valentino





Caro Valentino, cosa intendi dicendo che in questo modo anche noi abbiamo perso alcuni studenti? Appena potrò leggerò le News di Natale.
Odorico


Volevo dire che abbiamo avuto anche noi delle morti, cosiddette improvvise: una ragazza di 15 anni, due bambine di 7/8 anni... nel giro di due anni. Non e' un fenomeno raro. Questo volevo dire. La mia analisi: l'imperizia dei medici che non riescono a fare diagnosi accurate e si fidano del proprio naso. La ragione e' anche questa: spesso i genitori poveri sono refrattari a spendere soldi per analisi varie, perche' non hanno soldi, non perche' non vogliano curare i propri figli. Quindi, si recano all'ospedale solo quando i figli sono in condizioni gravi. Purtroppo, a volte, e' troppo tardi. Noi cerchiamo di stare molto attenti ai primi sintomi del male. Sappiamo che i bambini sono particolarmente esposti a rischi gravi. A volte i bambini nascondono il male, la febbre. Siamo noi che ce ne accorgiamo. Talvolta i bambini si avvicinano timidi sperando che riusciamo a cogliere il loro malessere. Quasi sempre riusciamo a "sentire" il messaggio, Gli insegnanti indiani hanno la pelle dura. E' difficile che si rendano conto della sofferenza di un bambino. Luigina dice che si tratta di meccanismo di difesa. Sara'... Spero che il tempo e la fede riescano a rendere meno introllerabile il dolore che provi tu e la famiglia del piccolo.Un abbraccio Valentino


IL problema, caro Valentino, è che il mio amico riponendo fiducia in me mi riferiva che il suo bambino smagriva, che soffriva di accessi di tosse, che per questo piangeva, ed io non ho avuto l avvertenza di indirizzarlo a un medico diverso da quelli abituali, a cui si affidava con scrupolo assiduo Il problema è se quelle morti improvvise sono dovute a una forma curabile di aritmia per anemia.
Odorico





Caro Odorico,la cosa peggiore da fare, ora, e' 'ingrumarsi' nei sensi di colpa, nei pensieri del "potevo fare","avrei dovuto fare","se avessi...". Credimi, non si risolve nulla e non e' assoltamente corretto nei confronti di noi stessi e del bambino stesso. Ognuno fa del suo meglio.Non possiamo addossarci le responsabilita' del mondo e, direi, per restare in India, del karma delle persone.Anche noi abbiamo avuto un bambino che si e'ucciso, anni fa. Ho preferito pensare ad un gioco finito male, piuttosto che a una tragica scelta. Ripeto, non possiamo conoscere i disegni di Dio, se credi in Lui. Io credo al karma. La morte puo' essere vista come purificazione,come un passaggio ad una situazione migliore. Non resta che pregare per l'anima di quel bimbo. Pensa ai tanti bambini che muiono senza che nessuno preghi per loro o versi una lacrima. Credo che il modo migliore per accompagnare quel piccolo nel bardo sia proprio la preghiera. Non le lacrime o la tortura del "regret".Hai dato amore a quel piccolo. Hai portato speranza e gioia nella sua casa. E benessere. Hai portato la tua anima piena di sensibilita' e di sentimenti alti. Hai trasformato quella famiglia. Quel piccolo ha portato con se' impronte di gioia, amore, accettazione, pace.Non posso che dire: che tu sia benedetto! E grazie per l'esempio. Un abbraccio Valentino

Grazie Valentino carissimo, infinitamente grazie.
Un fortissimo abbraccio, come il tuo del quale ho così tanto bisogno.
Potessi davvero in quest' ora trovare il conforto di una vera fede, le parole di un'autentica preghiera salutare per quell'anima adorata.
Ho così tanta paura ( per il mio amico), e cosi tanto dolore....
sento così tanto freddo addosso...
Love
love
Odorico



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Caro Odorico, spero il tempo lenisca le sofferenze del lutto. Lo so, fa male, ma questa e' la legge terribile del destino (karma).Un solo pensiero ci consola: Ut Unum Sint, dice San Paolo. L'unione con Dio e' la nostra fede e consolazione. Ho scritto una filastrocca che dedico al bambino che non c'e' piu'.LoveValentino
Filastrocca ispirata alla morte del bambino


Vorrei scrivere una frase forte
Qualcosa che va oltre la morte
Una frase famosa che resta
Anche quando finisce la festa.


Una frase vera, unica, potente,
Che dal cuore va oltre la mente.
Una frase che cambia la vita
Portando pace e gioia infinita.

Cerco, e continuero’ a cercare
La frase famosa da tramandare
Di generazione in generazione
Senza fine, senza interruzione.


Oggi, credo, ho risolto il mistero
E’ la’, in una tomba, al cimitero.
E’ in un posto del mio villaggio
L’ultima stazione del nostro viaggio.

Su una vecchia pietra spezzata
trovo questa poesia incantata:
Questo la tua mamma ti dice:
Dormi, bambino, dormi felice.

L’Angelo ti prenda per mano
E ti porti nel paese lontano,
La’ dove c’e’ silenzio e pace
il posto dove il pensiero tace.

Riposa la tua mente, figlio mio,
Abbracciato al cuore di Dio.
Questo ti dice tua madre:
Sei tornato alla Casa del Padre.

Ma quale e’ la frase potente?
Amici, non c’e’ proprio niente.
Nel sacro cuore del buon Dio
Non c’e’ il tuo, non c’e’ il mio.

Non c’e’ questo, non c’e’ quello
C’e’ il buono, il bene e il bello.
C’e’ solo pace, gioia e amore
Nel magico silenzio del cuore.

Non esiste una frase famosa
Quando l’io bambino riposa.
La piu’ bella frase d’amore
E’ quella che non fa rumore.


Mi chiedo perchè ancora pieghi il ginocchio nell'atto della fede.
Solo il giorno prima, con Sumit, Purti ed Adjay, cibandovisi di somosa e pokora, Kallu festeggiava come oramai suo," my restaurant", la locanda di cui stavamo approntando la gestione, contento di stare già salendo il secondo scalino che avrebbe portato tutti quanti a vivere insieme e felici, nel benessere certo della nostra unione duratura. Quella mattina era nel centro internet per attendervi il menu che venivo elaborando, la lezione undicesima che avrebbe fatto ulteriormente rifiorire la mente di Ajay, ponendo un ulteriore argine alla sua dislessia, quando il piccolo Sumit d'improvviso ha cessato di vivere nel cortile di casa.
Ora con lui è morto il cuore del nostro sogno, Sumit occhi di sole, meraviglia dei nostri giorni felici, incanto stupendo di creatura infantile, caro, caro piccolino mio, che cullavo come una mamma nella sua curiosità apprensiva alla scoperta di un mondo, alla brezza lieve sotto il pipal.
E adesso il ristorante è una promessa dilacerata di futuro, quanto le riconferme, dei suoi intenti di affidarcelo, del proprietario ch'è perennemente ubriaco, tra un bicchiere e l altro in cui scola il suo dolore per la mancata elezione come dirigente di un vicino villaggio.
Solo domani, forse, Purti ed Adjay riprenderanno il cammino scolastico interrotto.
" Devo pensare al loro futuro", mi ha detto poc'anzi Kailash, rinunciando a portarseli in giro tra Deoghar e Udayapur e Lalitpur, per soffocare il suo dolore altrove dal villaggio, dove seguitano le visite rituali e il rinnovo dello strazio del lutto, nelle onoranze funebri ulteriori per la morte del nonno.
Facendomi una famiglia adottiva, avevo convertito la mia natura alla condivisione della devozione filiale di Kailash per le sue creature, in tutto e per tutto mi sono fatto padre insieme con lui , ho assecondato ogni vita nascente nel grembo di Vimala, tra di noi l'eros si era convertito in filia, nell'agapè del farci solo amore l'uno per l altro, e quale frutto, io e Kailash, abbiamo raccolto tale desolazione.
Ho riaffrontato col pianto nel cuore ed il ciglio asciutto il mio lavoro, e si è irriso nelle classi al mio lutto, anche sotto le specie del dolore ho seguitato ad essere la solita spazzatura umana, di cui prendersi ancora gioco, per quanto tale spazzatura la si sapesse afflitta del dolore più grande che possa vivere un uomo. Al più si è assunto il distanziato riguardo nei confronti di un povero matto, che pena come un ossesso per la morte di un bambino indiano qualsiasi, per la condivisione del lutto di che miserevoli genitori ignoranti.
Ciononostante, non ho bestemmiato e lacerato le mie vesti, Ho seguitato a pregare ed a implorare, a richiedere il sostegno della Sua benedizione, anche se come suo servo mi sentivo abbandonato allo scatenamento della persecuzione di Satana,- pronto, il signore delle tenebre di ogni luce mondana, a restituirmi la felicità di ogni giorno, di mirabilie di viaggi e antichità riscoperte senza più incidenti, fino al solo dolore inevitabile della mia dolce morte, purchè seppellissi Kailash e la moglie e i suoi bambini nel loro dolore e nel mio passato, li rinnegassi come se non fossero mai stati parte della mia vita, negandomi per sempre per loro.
Invece, anzichè negarLo, Dio clemente e misericordioso, maledirne l' inesistenza e l'abbandono, ho seguitato a pregare e a chiedere il Suo sostegno.
Ho continuato a invocarLo invece che non accettare più niente, e vomitare la realtà assuefacente, dopo l' evento che Sumit fosse morto!
Perchè? Per la semplice ragione che non mi restava altro da fare. Altro che credere,

E ho cercato anche la fede nelle fate, nell'ipnoterapia che regredisce alle nostre vite anteriori, pur di restare, in Cristo, con Cristo, in Kailash, con Kailash, e potere sperare di ritrovarci un giorno insieme a Sumit. Di essere nuovamente l' uno tra le braccia dell ' altro.
Ancora, per sempre, nel fingere che mi facesse paura e lottare solo per gioco .

Post scriptum

Grazie, Valentino, per il conforto della bellissima poesia. Davvero ritroveremo in Dio , con Dio, chi abbiamo amato di vero amore?
Il Karma della reincarnazione è la stessa persona, la stessa anima, che ritorna in vita finchè non ha perfezionato la sua realizzazione?
Love
Odorico

Caro Odorico, io credo che Dio viva nel "Castello del mio Cuore",come direbbero Santa Caterina e i mistici. Se Dio e'in me e tutte le creature sono in Dio, dunque, quell'angioletto indiano che e' appena volato nella Chiara Luce del suo Atman, VIVE dentro di me, nella mia Chiara Luce,che non e' diversa dalla sua Chiara Luce. E quell'angioletto, che vive in me, si fondera' con Dio assieme a me, quando sarta' finita la nostra purificazionde karmica.Questo e' il significato profondo del voto del Bodhisattwa che promette di non perdersi nella pace del Nirvana finche' l'ultima creatura del mondo non sara' stata liberata dalla sofferenza del Sansara.



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