lunedì 17 novembre 2014

sterilizzazione e gendercide in India

Per il tramite di un  documento  di mobilitazione umanitaria che è apparso in Italia sulla rivista Internazionale, a seguito della morte nello Stato indiano del  Chhattisgarh di 8 donne  vittime di  interventi di sterilizzazione il cui piano è promosso dalle autorità governative dell’intero subcontinente, in realtà, sotto le spoglie di una  veste apparentemente solo informativa del testo di denuncia,  per la  distorsione omissiva dei dati che esso veicola, rischia di essere avvalorata una campagna strumentale di stampa volta al discredito infondato delle autorità indiane,  che mi preme qui contrastare preventivamente non per una concezione diplomatica e interessata della verità, ma perchè può essere pregiudizievole della  felice convivenza delle comunità indiane nei nostri territori, per quanto  le sue omissioni fomentano a credere.  Infatti a) richiamandosi allo statuto di Roma  che regola la Corte penale internazionale, lascia intendere che contro ogni disposizione generale la campagna sistematica di sterilizzazione in India sia forzosa e forzata, già  nell’uso del participio “ sottoposte”, in riferimento alla pratica che per quelle donne sventurate è stata letale, senza fare esplicita menzione del dato ordinamentale che la loro sterilizzazione invece è  volontaria in termini legislativi e organizzativi, ed almeno remotamente reversibile, per quanto attiene alla chiusura delle tube, pur se resta vero che in India le donne per lo più subiscono in tali vicissitudini  la volontà del loro contesto familiare patriarcale,  b) non  fa presente che la sterilizzazione è alternativa alla pratica spontanea diffusa dell'aborto selettivo,  a  nocumento  dei feti femminili, (il cosiddetto genocidio femminile di genere o gendercide), dato che le bambine sono spesso un onere economico insostenibile, per la dote matrimoniale che occorre a loro assicurare,  c) non rileva che la sterilizzazione  femminile è praticata in India anche in strutture sanitarie cattoliche, d) con il risvolto italico di indurre ad una recrudescenza dei lai che ingemiscono in quali mani barbariche sia mai finiti i nostri cari  marò. Detto questo, personalmente resto ancora dispiaciuto che nella mia famiglia indiana d'adozione a mia insaputa sia stata adottata una scelta del genere- su cui restava tuttavia al mio amico e a sua moglie l' ultima parola- nella struttura ospedaliera cattolica in cui era appena nato il nostro immenso  ultimo nato, la cui venuta al mondo sono felicissimo di aver propiziato. E’ stata una scelta da loro adottata come una risoluzione scontata e indiscutibile, un minimo intervento post partum che per loro non ha costituito alcun dilemma.

Odorico Bergamaschi
Ex insegnate

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