lunedì 17 novembre 2014

I am the number two, now

I am the number two, now"( prima stesura, che mi è del tutto insoddisfacente)
“ Sono il numero due, ora….”
“ Kailash, pensa a tornare al più presto…”
“ Serve più che mai denaro ora”
“ Serve più ancora la tua salute”
“ tik-è, sarò allora di ritorno alle 8,30”
Quando tra le cinque e le sei oggi si stava facendo già sera, nel volgere al termine di un luminoso giorno novembrino, fugatesi le velature solari dei giorni scorsi, l’amico l’avevo lasciato, due ore prima, che rannicchiato su un auto rickshaw tra degli altri conducenti e convenuti, era in attesa dell ‘uscita di qualche comitiva di turisti che ne divenisse la clientela, da un hotel Radisson il cui parco era annebbiato dalla polvere soffocante, in cui ad ogni passaggio di un’autovettura si sollevava la sabbia intervallata al ciottolato ed alla ghiaia del manto stradale in rifacimento, intasando di una polvere acre con le vie respiratorie finanche l'interno intestinale.
E sempre in quella pulverulenza micidiale l’ho raggiunto già i giorni scorsi, sempre più insistendo che desistesse dal permanervi , da che si è persuaso che quell’hotel potesse arrecargli la fortuna negatagli dai clienti dagli altri di lusso di Khajuraho, di fronte ai quali da settimane rimane appostato dalle prime ore del mattino fino a sera inoltrata, nell' attesa di diventare il primo in lista fra gli altri conducenti che vi si sistemano davanti E' una scalata di posizioni che viene sistematicamente compromessa e vanificata dalla necessità di abbandonare il posto acquisito quanto più è “ making money-time”, per portare in auto rickshaw i bambini a scuola ed andarli a riprendere, tanto più quanto gli orari dell’inizio e della fine delle lezioni di Ajay e Poorti si fanno divergenti da quelli di Chandu. Ben altro estenuarsi era il suo appisolarsi nella frescolino della brezza che ventilava fra gli alti fusti degli alberi , lungo il vialone all’ingresso di Khajuraho , in cui l’avevo ritrovato di domenica di fronte all'hotel Ramada, il miraggio rapidamente svanito che albergasse una clientela più accessibile di quella dei tour organizzati insediata negli altri residences di lusso.
In realtà, ad irretirlo è il miraggio che a lui possano capitare, come al suo competitore attuale, dei ricchi clienti che si dirigano al bazar per degli acquisti costosi su cui, anche per una sola commissione- nel caso di colui 25.000 rupie, l’altro giorno- possa lucrare più di quanto possa essere il suo guadagno di un anno di stenti.
E lo attira , tale colpo di fortuna, quanto più la sorte sembra volgercisi contro e la ferocia umana addentarci, dopo che è venuto apprendendo quello ch’io vengo sempre più perdendo per aiutarlo, anche nel volgere di un mese dal mio rientro, nel corso del quale è andato perduto già il nostro negozio di barbiere, per le pretese del proprietario di rivalersi su di noi di quanto a lui è costato vedersi abbattere i negozietti contigui per errore , nel fare largo all’ampliamento del fondo stradale antistante , e( potere)trarsi fuori dal carcere in cui era stato cacciato, per avere preso a sassate l ufficiale addetto ai lavori.
Il negozio in cui credevo ci potessimo reinsediare, e per il quale quel raja ci aveva richiesto l’affitto anche quando era in malora, al mio arrivo l’ho ritrovato non più nemmeno allestibile, perché era stato affiancato da quello che al coadiuvante Moma era stato riservato nello stanzino accanto, e avessi voluto trasmigrare l’arredo in uno dei vani rifatti, oltre a un incremento di affitto, avrei dovuto dovuto versare un’ ulteriore caparra di diecimila rupie.
“ Ma we were already working in the shop” ha esclamato lo stesso Ajay come l’ho informato, intendendo egli stesso all’istante che sopruso ci fosse stato inferto.
E ancora non era scaduto il mese di cui avevo pagato l’affitto, che quel raja aveva svuotato per suo conto ciò che era stato il nostro negozio delle suppellettili che lo costituivano e di cui il suo vano era stato ridotto ad essere il ripostiglio, facendocele ritrovare per strada tra le mie contumelie, come sono sopraggiunto. Non bastasse, la settimana scorsa il fratello di Kailash gli ha fatto sapere che non poteva più attendersi da lui che gli commissionasse sightseeing per conto di turisti che alloggino nell hotel in cui è alla réception, perché a sua volta acquisterà un autorickshaw, associandosi a chi è della sua stessa risma.
Tale follia economica di una rivalità mimetica gelosa, che frantuma ogni soddisfazione per il suo tuk tuk del fratello Kailash, non tiene in alcun conto tutto quello che mi è costato, morto Sumit, avere ricomposto la famiglia di Kailash rifacendone un uomo con un lavoro dignitoso alla guida del suo autorickshaw, senza che quella sorta di fratello abbia più modo di sperimentarne al telefono la follia mentale, con la cui violenza, sanandola, con quanta afflizione sono entrato in collisione e collusione, e che mi sarà sempre più difficile sventare, quanto più il lavoro di Kailash si farà, senza chi più lo commissioni, lo stremante tormento di infimi guadagni sempre più insoddisfatto e disilluso.
Da tale ingiurie degli uomini, mentre Kailash durante il giorno era fuori con l’autorickshaw, ho cercato e trovato un altrove nella assiduità con cui ogni pomeriggio sono stato di ritorno al tempio Parshvanath per studiarlo e scriverne, assorto nella sua contemplazione quanto nella sua indagine, che attende a farsi ora scrittura, nel diletto del gioco con Chandu, nell' insegnare nel mio caro ufficio l italiano ad Ajay e Mohammad. Con i quali di domenica in domenica ho visitato i templi occidentali ed il museo di Khajuraho.
Stasera il filo di una lacrima ha rigato il bel volto del caro ragazzo, quando ha appreso che domani potrà essere di ritorno alla All Saint school, dopo che al principal ho assicurato che se rinunciava ad ogni admission fee, avrei pagato del ragazzo la retta mensile.
Messo alle strette, quando gli ho chiesto come mai fosse stato possibile che avesse iniziato a frequentare una scuola pubblica, come mi aveva detto, se per rendere la cosa possibile alla All Saints School non risultava di avere adempiuto ad alcuna trasmissione dei dati della sua frequentazione precedente, mi ha confidato che era andato a scuola solo i primi tre, quattro giorni, fino a che un insegnante non gli ha intimato di uscire dalla classe e di lasciare la scuola, perché non aveva pagato le tasse di iscrizione. Da quel mattino non era andato più ad alcuna scuola. Per questo mentre era ora di lezione, con altri ragazzi oggi l’avevo intravisto in sella a una motocicletta.

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