lunedì 20 febbraio 2017

Mohammad ed i pandit

Dopo essere sopraggiunto nella mia stanza  nel primo pomeriggio,  disponendosi al computer per consultare un oroscopo mentr’io finalmente mi risolvevo a riordinare i miei libri,  Mohammad m’ha raggiunto al Madhur Cafe  quando erano già passate le sette, dopo che avevo tardato a un primo appuntamento.
Il suo umore  seguitava come il giorno precedente  a stazionare al di sopra delle voragini della sua depressione, riuscendo a scherzare dei suoi umori suicidari, sempre che fosse ben chiaro che era “ allegro di fuori e triste di dentro”
Mi chiedeva come, tanto per esordire, quanto tempo richiedesse un veleno a fare effetto, se ve ne fossero in vendita nelle farmacie di Khajiraho, e se un dottore potesse prescriverlo.
Non dando seguito a tali discorsi, serrandolo in un abbraccio quando ritornava sui suoi passi rispetto alle centraline elettriche doveva  diceva di volersi andare a fulminare,  puntualizzavo la sua situazione, dicendogli che doveva chiarirmi definitivamente se egli fosse intenzionato a smettere di studiare e suo padre di mandarlo a lavorare ritornando insieme con tutta la famiglia in Kanpur, o se il padre voleva che seguitasse gli studi, ripetendo l’esame finale della decima classe, nel qual caso , fosse restato in Khajuraho, si dava l eventualità che ne sostenessi di nuovo l iscrizione come ripetente. Mohammad mi ripeteva che non era più possibile  se non che presenziasse agli esami prossimi per il solo rilascio dell’attestato di frequenza.
( Così tra  due mesi finirò di essere un costo per te
Mohammad  quando te ne andrai sarà più  ciò che ho da perdere di quel che risparmio)
Si nostri discorsi scivolavano  sull’incapacità a suo dire degli uomini di rendersi conto degli errori che  commettono,  il suo essendo stato quello di essersi innamorato di M.-
“ Secondo la mia opinione il tuo vero errore Mohammad è stato quello di vivere solo della tua situazione di sofferenza e che tanto più ne soffrivi più ne eri vittima, perdendo con la scuola la possibilità di vivere d’altro.  Tu mi hai detto che siamo parte del mondo. Studiare i numeri, i pianeti,  gli animali, le piante, Storia e Geografia ti avrebbe aiutato a vivere  di più la vita degli altri, e a sentire meno il tuo dolore; Con la scuola non hai perso solo un titolo di studio, la possibilità  di un lavoro migliore”
Ma tutti non hanno il tuo cuore e la tua mente” ha ripiegato il ragazzo, che pur sa della sua eccellenza mentale.
Del suo fervore, nel bene e nel male, me ne avrebbe dato riprova di lì a poco, divertendomi con . la storia di  quattro sue disfide a pandit  hindu.
“ Chiesi una volta a un pandit se trovava in lui conferma che Brahma fosse il creatore del mondo, anche degli altri dei. E’ così, no?
“ Certo, per lo più è così, lìho incoraggiato:
“ Ed ho chiesto ancora al pandit se fosse vero che nel creare il mondo fosse uscito da un fiore di loto. Se era così, come poteva avere creato tutte le cose , se era nato da un fiore di loto precedente?
“ E il pandit?
“ Mi ha detto che la risposta al mio quesito era senz’altro nella Bagavadghita!”
Mohammad passava quindi a contemplarsi in un successivo trionfo di una sua disfida a un bramino
“ Di che religione è gli ho domandato? “ Hindu” mi ha naturalmente risposto. “ Ma come fa a dirlo se nella Gita, nei Veda , nel Mahabaratha e nel Ramayana la parola non ricorre mai?
“ Certo”
“ Il nome esatto della loro religione è sanathan, che vuol dire “ Vero”
“ Sanathan Dharma , Appunto”
 Ma il caso più bello è stato quando a un altro pandit ho chiesto perché mai noi muslim veniamo sepolti e loro hindu finiscono bruciati. Secondo te, perché?
“ Forse perché voi amate di più la vostra terra”
“ Questa è un’altra storia. Dimmi, i tesori di perle, preziosi, dove finiscono nascosti? Sottoterra.
E la spazzatura, i rifiuti, dove finiscono in polvere, una volta bruciati?”
Mohammad era come se stesse ancora assaporando in diretta quella sua insolente disfatta di quel pandit.  Poi , ha intrapreso una serie di considerazioni che apparivano senza capo né approdo. Era vero che nei Paesi occidentali v’erano padri che si accoppiavano con le figlie? Come in tutti i paesi del mondo, gli ho replicato. E l’America era il paese dove si mangia più carne di maiale? Non sapevo che dirgli, certo che se ne consuma parecchia.
“ Vedi, mi ha detto, come se ci stesse di fronte una di quelle famigliole di porci di cui abbandonano le contrade di Khajuraho, i maiali non fanno differenza tra moglie e figlia. E che noi assumiamo i comportamenti degli animali che mangiamo. Noi muslim- ha seguitato con un tono tra il divertito e il faceto di chi ti dice cose di cui non ti farà mai sapere quanto ci creda o meno, non mangiamo carne di maiale. Mangiamo solo carne di animali innocenti, inoffensivi: galline, pecore, montoni, bufali, animali erbivori. E non facciamo male a nessuno. Gli hindu mangiano invece carne di animali carnivori, e sono come loro pericolosi…”
Lo interpellerà il caro ragazzo, su le tante cose che mi ha detto di avere ritrovato di buono nel Corano.
Eravamo già ai congedi quando il ragazzo ha soggiunto
“  Ma ora devo darti una cattiva notizia.  Da domani non potrò telefonarti perché la  ricarica della sim card  mio smartphone sarà finita”
“ Mohammad, certamente non sei un free-booy”  commentavo la sua richiesta giornaliera di un  mio sovvenzionamento, dopo avere eluso quella a più riprese di un paio di scarponcini militari in luogo dei soli sandali, quella che gli  saldassi  il debito contratto con il negozio di Abbas mentre il padre era malato, ed avergli invece pagato il secondo giorno il  taglio dei capelli e l’altra sera la ricarica internet.
E come se non bastasse quanto gli concedevo, ero io stesso che a dispetto del testa o croce che vedeva prevalere l opzione più economica del  Madhur Cafe, ,  concludevo la nostra serata con un secondo spuntino al Lassi corner, lui ordinando paneer onion paratha  e lassi, io  honey banana paratha e Coca Cola.

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