sabato 23 febbraio 2019

Sulla Grande Mantova

Signor Direttore
Dunque, alla resa dei conti referendaria sulla Grande Mantova, i nostri sindaci interessati, riunitisi  al Pirellone in gran consiglio, appaiono favorevolissimi al progetto in linea di principio,  ma contrarissimi di fatto; per quanto l’obiettivo di una futura fusione sia condivisibile in linea di massima, sono “uni d’accento” che questo referendum non s’ ha proprio da fare. Le sacrosante ragioni? Che noi cittadini mancheremmo di reale consapevolezza, bontà loro che hanno fatto di tutto per assicurarcela durante il loro mandato, senza forma alcuna di boicottaggio di cui si abbia avuto anche solo il minimo sentore; e poi, si tratta di una tale complicazione,  tale e poi tale, ci sono tali e tante di quelle problematiche in gioco, che neanche a pensarci, figuriamoci.. In cambio, invero, eccoli tutti quanti già virtuosamente disposti, se non si fa il referendum,  a mettersi in gioco e a  spendersi,  come mai non è stato, in tutto quello che finora non hanno mai fatto, un’effettiva progettazione, ma certissimamente, in primo luogo di beni e servizio da mettere in comune…. Marpioni… tale  loro virtuosità quanto mai interessata puzza di bruciato oltre l’estensione stessa della grande Mantova, è una farsa che a modo suo evoca l’ottimo nemico del bene. In realtà gli esimi sindaci non potevano dare  più felice avvio di propaganda alla campagna referendaria per un si consapevole e convinto alla grande Mantova, non potevano  fornire  riscontro migliore al dato  di fatto incontrovertibile  che il  sì al referendum è la sola  via per pervenire al “condivisibile obiettivo”,  parole loro, sacrosante; che se stiamo ad aspettare che lor signori si disbrighino fusionisticamente, con tutti i vincoli associati che entrano in gioco ….campa cavallo.. è l’esatto chiedere,  da uomini incauti e sciocchi,  che si diano da fare per il Santo Natale i tacchini che vi devono finire arrosto,  per la leccornia di un migliore governo locale. Don't you even think of eating my chocolate!
Odorico Bergamaschi

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