Gentilissimo Pietro,
grazie, vivissimamente, di essersi posto al seguito delle mie (dis)avventure, anche perché suppongo che l'insufficiente revisione formale della loro formulazione renda il suo interessamento un'autentica impresa.
Detto questo, ad amore, onore e gloria del mio amico eccelso, sono ben felice di condividere con lei i suoi problemi quotidiani, a iniziare dal tema appunto dell' affidabilita'.
In ragione delle mie fragilità e vulnerabilità di ogni giorno, tendo ovviamente a chiedermi quanto io, innanzitutto, sia affidabile, nei riguardi di chi ripone in me aspettative e fiducia.
Per quanto attiene ai giovani, credo che la dottrina cristiana del peccato originale, per quanto teologicamente ricusabile, per il senso di inimicizia congenita tra Dio e l'uomo in cui si radica, abbia una verità spirituale e psicologica inconfutabile.
Se sto al mio meraviglioso bambino indiano, Chandu, non c'e cosa che l'interessi e che riceva in dono, su cui non rivendichi istantaneamente l'esclusiva dell'appropriativo " mio, mio, "Mere, mere", e non c'e mio bacio e carezza che non accolga e ricambi con aggressivita perentoria, in un gioco ch'è la delizia residua della mia vecchiaia di Baba.
Una curiosità conclusiva: come Lei è venuto a conoscenza di me, e si è posto sulle
mie tracce?
In spirito di grata amicizia
Odorico Bergamaschi
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