L’altro ieri,
oramai sabato scorso, 10 maggio, avevo richiamato Kailash nel madras Cafe più
che per consumare insieme una bibita, nella gran calura estiva di Khajuraho,
per dirgli come non ne potessi più di
sentirgli dire che dovevo essergli grato se non si appropriava dei miei soldi con la carta di
credito o non me li sottraeva dal portafoglio, quand’io per lui ho lasciato una
famiglia d’origine e , ogni agio di una casa vuota in affitto per finire
destinato fino alla fine dei miei giorni a lui ed ai suoi figli, se non rimedia
alla sua inedia e non fa prevalere l’amore per i figli a quello di sé, e dovermi subire per la mia vita restante tutti gli incomodi e disagi e le
sordità mentali dell india retrograda e
in sviluppo, in un distacco che ogni volta
si fa viscerale dalla mia civiltà d’appartenenza e dalle sue manifestazioni
artistiche e culturali, quel distacco che sanno affrontare i tanti dalit che
vanno a in Delhi a farsi muratori, di cui Kailash resta incapace, da Khajuraho e dai suoi obblighi castali cui sarebbe piegato il
futuro dei figli, di matrimonio in matrimonio cui si presta a partecipare, dalla sua inciviltà modernizzatrice che tanto
ci adonta e ci offende, nel dovere riasciugare un ufficio che ci è così caro e
prezioso, per le perdite d’acqua dalle nuove stanze sovrastanti di un hotel concepito in risparmio di tubature
metalliche dal brahmino che ne è il
proprietario,.
Vi ritrovavo, nelle sue parole, l’inconscio sociale orripilante di Khajuraho,
dei lapka che smerciano di tutto al turista tranne le sue bellezze naturali e
spirituali, per farne una preda il rispetto della quale è funzionale allo scopo
di prelevargli quanto è possibile, tutto se si dà il caso, come il mio, vita natural durante.
E quanto al fatto
che non mi abbia mai sottratto nulla, che dire della sua impossibilità di
rendere conto per due volte di seguito degli euro che gli avevo lasciato in
deposito, della perdita in casa della
loro somma, alcuni mesi or sono, senza che me ne desse ragione o spiegazione,
che si desse la pena di alcuna ricerca.
E perché solo due
giorni prima, quando si è manifestata ed è presto rientrata l’ ultima crisi della
nostra convivenza, non aveva telefonato a Vimala di rendermi le 500 rupie di
cui Chandu si era appropriato e che gli avevo ritrovato tra le mani con sua grande gioia, restando io confuso se
provenissero dal mio portafoglio o glieli avesse anticipato per un poco Vimala,
traendoli dal loro essere a lei affidati
temporaneamente in custodia, in vista dell’acquisto che gli prospettavano di un
abitino? Non capacitandomi che stesse accadendo quanto effettivamente era in
corso, di cui lui sapeva benissimo l' effettivo andamento, se quando ho constato
l'ammanco delle 500 rupie nel portafoglio, e gli ho gridato al telefono la mia protesta, insultandolo, senza più la luce del cuore a soccorrermi, lui
ha intimato a vimala immediatamente di rendermeli.
Ma Kailash era
così luminosamente pieno di vita, così radioso dell’amore per i suoi bambini
che si erano ritrovati e che avevamo ritrovati di nuovo insieme nella nostra
casa, dopo che il giorno avanti eravamo andati a riprendere finalmente Porti ed
Ayai in Bhyatal, recedendo dal richiuderci nel culto familiare del solo Chandu,
il solo dei nostri piccoli che sia conforme alle nostre aspettative, nella sua
richiesta ogni mattina di ritrovarsi con l’insegnante, nel suo riprendere in
mano ogni giorno per conto proprio colori e matite e libri e quaderni, per
invasivo che sia ritornato ad essere nella sua mente l'universo televisivo, che
ho soprasseduto, per tutta la gioia e il piacere dell’essere insieme, senza ulteriori
discordie, felice della credibilità che mi riserva Kailash, nonostante .la
follia che con me è entrata nella sua casa.
Ma guadagni zero,
in giornata, come di solito ogni martedì e sabato, i giorni del monkey god, Hanuman, per cui mi prospettava di recarci al suo tempio per
propiziarcelo, martedì prossimo,
riservando il lunedì al suo recarsi
a Rajnagar, per
reperire tutti i dati che servono per
la certificazione della data di nascita di Ayay e Poorti , che risultava falsificata di due anni e di
uno in meno per Ajay e Poorti nella loro pagelle, che i giorni avanti eravamo
andati a ritirare dal principal della scuola, versando l’importo che rimaneva
da corrispondergli ed ottenendone il rinnovo del mio contratto di assunzione,
per insegnare ancora italiano a degli eventuali outsiders.
In Rajnagar Kailash
avrebbe provveduto anche alla certificazione della propria nascita, per
ottenere finalmente un passaporto, come l’avevo sollecitato di nuovo.
Kailash nel
madras cafe mi stava di fronte in tutta la sua vitale bellezza di uomo
risollevato nei suoi affanni, anche perché gli era appena stato possibile
con il mio contributo sanare di 6.000 rupie il debito che aveva contratto con
un raja di Khajuraho. Poteva attendere ancora una settimana per la quota
restante , e le 7.000 rupie che ancora servivano ad estinguere il debito
potevano essere riservate ad anticipare alle suore il contributo annuale
per l'istruzione prescolastica di Chandu,
il caro Chandu, che da che sono intristito più che mai per la morte di Sumit, di cui mi si rinnovava la memoria e
il dolore agli albori della settimana scorsa, per la sua perdita della
possibilità di adempiere la sua natura umana, come se il fratellino in lui vivesse
e l ispirasse, a mio conforto, più che
mai mi ricerca per infliggermi per gioco
di tutti con graziosissimi schiaffi e pugnetti, di cui assaporo la felicità e
già il rimpianto, nel succedersi sempre più veloce dei giorni verso la fine
anche di questa mia permanenza in India.
Ed intanto, sulle preziosissime pagine di Temples
di Khajuraho di Krishna Devia, reperito provvidenzialmente le settimane scorse presso l’Asi di Delhi, con arguzia di stile sono venuto correggendo
e dettagliando di dati descrittivi ed ampliando di richiami alle
interpretazioni simboliche i miei scritti sui templi orientali e meridionali di Khajuraho, rivisitandoli ancora una volta, nel piacere indescrivibile di farne
la riscoperta, con occhi cosi potenziati
ed assottigliati e arricchiti nello sguardo a loro concesso.
E la valuta che
ti affidai e di cui non mi rendesti conto,
le 500 rupie tra
le mani di Chandu
di cui mi
lasciati confuso,
come ben sapevi,
che la
provenienza diretta ne era il mio portafoglio...
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