sabato 3 maggio 2014

di ritorno da Haridwar, Rishikesh

Di ritorno da Haridwar, Risikesh, nelle mie regalie non ho ritrovato ad attendermi che Kailash, in una Khajuraho sempre più insostenibile, che  al raffronto mi pare sempre di più un'altra India nella sua modernizzazione incivile, nella  refrattarietà della sua modernizzazione al rispetto della persona e dei valori della cultura,   Vimala e i nostri bambini erano rimasti al villaggio di Bhyantal dovo si erano recati per l ennesimo matrimonio, mentre Kailash, che vi serviva, aveva dovuto anticipare il rientro alla mattina precedente, perché il brahmino Gautam gli aveva telefonato che una perdita d'acqua delle condutture sovrastanti si era infiltrata nel nostro ufficio.
Poorti ed Ajay sarebbero rimasti nel villaggio dove ancora si trovano beatamente, mentre Chandu avrebbe fatto rientro con la mamma la sera stessa, desideroso di vedere il "kilona" della maxi vettura in plastica che gli avevo recato, di sfoggiare gli abiti in stile rajasthani che gli avevo acquistato con vari disegni, o il korta di feltro in stile ghardawali ,  che gli sarà confortevole dopo Diwali al ritorno dell'inverno. Il  mio caro Chandu sarebbe ripartito con la mamma l'indomani per il villaggio da cui ella proviene, a seguito della morte di un'anziana alle cui onoranze funebri.Vimala non poteva sottrarsi. Io sono riuscito a celare il mio malumore, anche quando Kailash , raggiungendomi al madras cafè dove mi veniva approntata per pranzo una dosa al formaggio, mi ha confermato l'inopportunità che presenziassi a quel lutto. Ero timoroso tanto dei rischi di quel viaggio quanto degli influssi nefasti della vita e della mentalità del villaggio, nelle sue mancanze di ogni riguardo per l'educazione e la salute dei bambini.
A Chandu si era parlato del fratellino morto, ed ora doveva assistere alle grida e ai pianti delle manifestazoni del cordoglio per la donna che era deceduta nel villaggio di Vimala. Inoltre il villaggio allontanava Poorti ed Ajay da ogni richiamo e recupero scolastico,  irresponsabilizzandoli del tutto.
Al contempo li allontanava anche dal mio astio interiore per la loro refrattarietà ad ogni studio e lettura personali, e la loro assenza propiziava una convivenza armoniosa  tra Chandu e noi adulti , con cui trascorre questi giorni meravigliosamente disteso e tranquillo, senza che i fratellini lo inaspriscano al litigio o al pianto, o he clo inducano a un viae vai continuo tra la casa e la strada.
Chandu, a differenza di Poorti ed Ajay,  aveva invece voluto essere di ritorno per non perdersi una sola lezione pomeridiana e gli ultimi giorni di prescuola, una premura rivelatasi vana, perché quando il mattino seguente l'abbiamo condotto a scuola, giovedì primo maggio, era ad attenderlo solo l'insegnante, per dirci che con l'ultimo giorno d'aprile le lezioni erano finite, e che riprenderanno solo alla fine di giugno, con l'arrivo dei monsoni..Non restava , insieme a Kailash, che di sollecitarlo a tracciare i percorsi grafici fantasiosi che proponeva  un gran bel libro acquistato a Delhi, il volo di fiore in fiore di un ape, l'erosione interna a una foglia di cui si saziava un catepillar, l'atterraggio di un areo in volo.
la sera stessa ho chiesto a Kalash di fare un bilancio della nostra situazione.
Mi confortava nella diagnosi di quanto da mesi si fosse volta al bello la nostra situazione familiare, senza che insorgessero più tra noi tensioni e conflitti sconvolgenti .
Io avvertivo intanto quale meraviglioso dono mi stesse facendo, mostrandomi quanta fiducia distesa e confidenza più profonda riponesse in me e nel mio aiuto, accreditandomi di una credibilità che è quanto per me vi sia di più benefico e salutare.
Me l ero ottenuta ripagandone il dolo con il ripianamento dei debiti che ne angustiavano le notti, anteponendo il piacere di tranquilllizzarlo/ rasserenarlo  alla asfitticità mentale  di ogni mio avaro calcolo economico, ed alfine anzichè adirarmi ancora una volta, accettando di fronte a ogni sua ricaduta nell'inedia, il giogo che mi imponeva di amarlo sino alla fine.
Intanto il viaggio a Delhi, Haridwar, Risiskesh era stata una riprova di quanto l'India si facesse per me dispendiosa e insostenibile lontano da lui e dalle sue cure, e ne tornavo con nuovi itinerari in Delhi di cui scrivere, che ne contemplassero tanto l'architettura  del passato che quella contemporanea, e grazie ai volumi dell'Archaeological survey che ho portentosamente reperito, mi è possibile con il supporto di Krishna Deva approfondire la conoscenza e l'illustrazione  iconografica dei templi di Khajuraho nei miei scritti, e con un altro prezioso volume mi è dato di rivisitare analiticamente i templi Pratihara che ho già affrontato, e di approntare lo studio e l'escursione in altri loro domini.
Quanto alla situazione economica, la scelta del tuk tuk lo contentava, grazie ad esso non aveva bisogno di ricorrere sempre a me per ogni evenienza, poteva contentare con i suoi guadagni  i minuti bisogni di Chandu, di Vimala, di Poorti, ed Ajay, fare acquisti al mercato di ortaggi e verdura, provvedere ad altre spese di ogni giorno.
non era il caso di fargli presente che  le 6-7 mila rupie di guadagno mensile non ordinario, eccedevano di poco i costi di manutenzione del tuk tuk, che non gli consentivano di fronteggiare né gli affitti né i costi di luce e di gas, della frequentazione della scuola dei bambini e del negozio di casa, che dovevo provvedere anche ai conti del lattaio.
Kailash così ha un lavoro cui tiene ed una sua identità sociale lavorativa, e valeva la pena chiedergli piuttosto, ora che la stagione turistica  è finita e particolarmente al pomeriggio , in una Khajuraho stremata dal caldo  ben pochi scendono in strada ad affrontare un viaggio, come potesse  integrare la sua attività.
al mattino andrà più spesso alla stazione ferroviaria, poiché per la gran calura sempre più muratori fanno stagionalmente rientro da Delhi nei loro villaggi, e potrebbe con l'autorickshaw andare di mercato in mercato, a vendervi riso, o altre derrate che non produce la campagna circostante.
Per avviare tale  commercio dovrà rifornirsi in Chhatarpur, o far pervenire più vantaggiosamente il riso dal Chhattisgarh.
si può fare, gli ho detto, e quanto alla terra?
Mi riconduceva alle considerazioni che finora ce ne avevano dissuaso, se si affittano terreni  è perché non sono riforniti d'acqua, e se vi si volesse impiantare un frutteto, un baghiscia, verrebbe rilevato dai padroni appena i manghi o le papaya diano frutti.
Restavano i suoi due campi che deve ereditare dal padre, ma qualora volessimo anche solo in parte adibirli a frutteti per essi si ripropone il problema che vi  è penuria d'acqua, e che trivellarli può costituire un vano dispendio
Così sia, amico mio caro, intanto, proiezione per proiezione muraria, vengo affrontando ancora una volta  l'iconografia dei templi di Khajuraho , con sotto braccio il libro di Krishna deva , dopo che già ho scritto della sublime Saint martin Garrison Church di Delhi, saggio le corde della mia lira poetica, ho ripreso  la lettura impervia della dottrina della vibrazione del shivaismo tantrico del Kashmir, sono di ritorno sulle care pagine di Vito Mancuso, di Raimon Panikkar, sulla Scienza della croce di Edith Stein.
Solo che qualcuno interloquisse con il mio travaglio mentale,  lo soccorresse, gli fosse di sollecitazione e conforto, e non dovessi sempre e solo confidare nel solo Suo impalpabile mistero...

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