Un mio piccolo manifesto politico cui chiedo il concorso dei
miei amici in facebook se se ne condividono le linee-guida
Che il degrado pubblico e morale e degli orizzonti di vita
del ventennio berlusconiano abbia fatto
corpo a tal punto con atavici vizi nazionali da non potere essere debellato che
omeopaticamente è indubbio, ma che dovesse significare con l’avvento del
renzusconismo il trasformismo del partito democratico e della vita civile nella
sua trasmissione ereditaria, questo no, era lecito non attenderselo,
almeno sino a tal punto. Dalle riforme
delle istituzioni politiche e pubbliche ispirate
al principio di un uomo solo al comando di ogni ente o istituzione , nella
logica di una democrazia sempre più esecutiva e plebiscitaria e sempre meno partecipativa, alla mano libera e
al lasciar fare alle oligarchie rimaste
o addivenute ai vertici o al comando nella vita economica e sociale, dal job
act alla buona scuola alle nomine ai
vertici, sino al populismo soft antieuropeista, tutto attesta in tal senso dell
operato del governo e delle amministrazioni vigenti.
Ma così dislocandosi ,e creando una disaffezione e ostilità
divenuta astensionismo maggioritario credo che per una sinistra italiana
democratica il sedicente partito democratico e l intelligenthia a lui prona abbiano
agevolato il compito di delineare un ambito ad esso alternativo, in continuità
con quanto di meglio il riformismo italiano, ha saputo esprimere durante i
governi di Romano Prodi di cui vorrei solo indicare i termini salienti
1)La accettazione della globalizzazione come orizzonte
irreversibile del vivere contemporaneo, per essere alla altezza della cui
sovranazionalizzazione dei poteri tecnologico finanziari e delle trasmigrazioni
di popoli e culture e religioni occorre promuovere gli Stati uniti d’un
Europa interculturale, che non
sia ne assimilazione né sottomissione di una cultura e religione all’altra, ma
fecondazione e ibridazione reciproca,.
La difesa del welfare State sarà il contributo alla
globalizzazione della civiltà materiale
europea, ma con il prezzo che necessariamente richiede, la rinuncia ad ogni
forma di assistenzialismo.
2) La coniugazione della difesa dell’ambiente con la crescita
e lo sviluppo nelle guise della terza industriale in corso, con le sue nuove
tecnologie, risorge energetiche
alternative e forme di comunicazione e di accesso e di distribuzione delle
risorse, in luogo di ogni romanticismo economico e di ogni vagheggiamento
reazionario di decrescite felici, solo
rinunciando ai quali il culto del piccolo e del
locale è un esercizio virtuoso
3) Al pari di un ambientalismo che sia stile di vita e di
pensiero, una democrazia liberale che
sia 3a) partecipativa e ispirata a valori morali, redistributiva delle
ricchezze e delle opportunità e non ispirata solo a efficienza e efficacia
oligarchico- manageriali, con il bel risultato, risaputo, che 62 nostri simili
detengono una ricchezza pari a quella di oltre la metà del genere umano più
povero, 3b) non violenta ma non pacifista, pronta all uso internazionalmente
concordato della forza ove ogni violazione dei diritti dell’uomo e ogni
genocidio o sterminio in atto lo
richieda , e non sia altrimenti possibile la difesa del più debole, 3c)
ispirata all umanizzazione dell uomo e di ogni sua forma di vita, in corrispondenza
con la secolarizzazione del sacro in corso, e nella sua conversione in un messaggio di
misericordia delle varie tradizioni e fedi religiose. e di pensiero, rispetto alla quali i vari integralismi sono
forme reattive di difesa, alla cui radicalizzazione va opposta con uguale vigoria radicale tale umanesimo integrale.
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