Momammad, in riva al talab dei nostri incontri, insieme con l’amico suo più fidato, mi
chiedeva giorni addietro di che fossi triste nella mia malinconia, che mi
rendeva silenzioso e distaccato nella quiete serale cinerina di una stagione oramai monsonica.
Solo il giorno prima
avevo dovuto intercederlo perché non ponesse termine alla nostra amicizia, per
ciò a cui l avevo lasciato esposto di una nuova esplosione della schizofrenia paranoide di Kailash, chiedendogli scusa di non averlo
salvaguardato e protetto, in una mia residua ingenua fiducia nelle riserve
mentali di Kailash., che si mescolava al compiacimento di non lasciare indenne
il ragazzo dal contatto con una realtà così incandescente Lo facesse almeno per
Chandu, infondendomi di Mohammad la grata presenza e vicinanza affettiva la forza di sostenere
l’insostenibile, e di seguitare ad essere d’aiuto al nostro angelo magico, assicurandogli
la scuola ed una mirabile infanzia,
nonostante tutto.
Troppo si era fatto
pregare, perché il mio amore non si
fosse manifestato a se stesso nel suo
assoggettamento, benché dopo avermi
detto che ero proprio un servo nei confronti di Kailash, un suo “ gulam”, il
ragazzo nel suo empito giovanile avesse
voluto salutare giocosamente il rigenerarsi della nostra amicizia, mettendo a
cimento nel sollevamento pesi quanto fosse forte oltre che pesante il suo big
friend.
Poi , ad un nuovo attacco geloso di follia paranoide di Kailash,
non avevo saputo la sera seguente mantenermi superiore, e tutto l amore che nel
pomeriggio mi avevo intenerito nel carezzargli il capo, era esploso
nella furia di un odio trattenuto a stento, in un traboccare nel suo digrignante contrario, in un anelito letale che mi aveva disilluso
su che restava in vita del mio affetto per kailash, che non vedevo come potessi credersi più
forte della morte, se con essa congiurava tanto, ne aveva voluto la testa così teneramente
amata.
Mohammad l ‘avrei
reincontrato al talab anche i giorni
seguenti, egli stesso mi avrebbe
richiesto che vi convenissi, e con me ed
il suo amico avrebbe voluto finanche ritrovarsi nel mio ufficio, ma gli interi pomeriggi che avrei trascorso
con lui, sarebbero stati venati della consapevolezza più triste, che
mi faceva temere certi secondi fini quando mi cingeva per un bacio sulle guance e
ne intercettavo le mani nel lambirle,
che sopravveniva in superficie quando lui e l’altro ragazzo mi dicevano del
destino infelice in cui versavano i loro amori giovanili delle loro ragazze.
“ Before love
me , now leave me, I liked only to kiss,
now only to kill...”
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