Come se non bastasse il tormento mentale che siamo l uno per
l’altro, io non riesco a nascondere a Kailash la sofferenza per le rinunce a
cui devo sottostare per restare presso di lui e dei nostri cari, ed onde sovvenire
ad ogni esigenza cui non ha modo di far
fronte economicamente, negandomi ogni viaggio a distanza e qualsiasi spesa
personale di rilievo, mentre Kailash, accudendomi come un padre il figlio che
non sa provvedere a se stesso, non
riesce a chiedermi più niente, e vorrebbe soltanto lasciarmi libero del gravame
di sé e dei nostri familiari,
disgiungendo il mio futuro dal loro, anche se ciò comporta l’abbandono della scuola per Ajay Poorti e
Chandu, e l intenebramento nella vita carente di tutto che costituirebbe un rientro
nelle viscere del villaggio natio . Cosi’ lui non sa decidersi nemmeno a prendere
in affitto un negozio conveniente ove commerciare handicrafts, com’io non riesco più a trasferire
nessun importo sul suo conto corrente, le
paure e i limiti dell uno facendo aggio sui limiti e le paure dell’altro. Ieri
sera, nel prendere da lui commiato dopo
un’ulteriore confronto inconcludente, ho ricordato a lui e a me stesso ciò che
in un momento di divinazione ebbe a dirmi in confessionale un vecchio frate che
di li a qualche mese sarebbe spirato, concludendo il mio ritorno al rito
penitenziale” La sua famiglia indiana è un dono di Dio, lo tenga caro”, prima
che Kailash risalisse per addormentarsi sul terrazzo, ed io facessi rientro in
stanza per ultimare l ulteriore mia vana scrittura
.
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