E' da martedì che ogni
giorno rincontro e rivedo Mohammad. Ed ogni giorno è un suo nuovo capitolo che
mi schiude il suo incanto. la sua delicatezza sensibile, allo stremo di
miseria ed affetto
Nel lasciarci, una volta usato il mio computer, oggi ha scosso
il capo quando gli ho chiesto questa notte fino a che ora avesse dormito
“La mia vita è spezzata. E la ragione è M.. Io non ti ho detto la verità finora. Non sono io ad averla lasciata, è lei che mi ha lasciato per un altro. Oggi mi ha telefonato di nuovo, ero felice sul
momento, ma è stato solo per chiedermi
una ricarica del suo cellulare”.
“ Mohammad, comunque ti
ha telefonato”.
“ Ma è stato solo per usarmi”
“ Anche tu varie
volte ti sei comportato così con lei, per evitare di essere dominato. Forse ti
ha telefonato anche per altre ragioni. Forse ha agito così per nascondere che ancora ti cerca e ti vuole”
Ma Mohammad non si dava scampo nella sua depressione.
“ La mia vita è già finita. Ora vivo soltanto per dare aiuto
alla mia famiglia trovando un lavoro”
“ Non dire così, alla tua età. In ogni caso potrai trovare
prima o poi un’altra ragazza e di che vivere.
“ Ti ricordi quello
che è detto nel Piccolo Principe? Cinquemila rose ha il giardino, ma una sola è
per te lei. Anche per te tra i tanti uno solo è Mohammad”
E come non dargli ragione , tanto più nel suo doloroso
incanto che avevo di fronte?
“ Le ho solo detto. Ora il mio cuore è morto per te”.
“ Se è così, l’importante Mohammad è allora seguitare ad
amarla. Averla sempre dentro nel cuore.
E non abbandonarsi a simili pensieri. Anch’io, che sono
vecchio, ho ancora una lunga vita davanti, anche se tanto di meno della tua, e quella che ho di fronte mi spaventa così tanto
, che in Italia certi giorni ho pregato Dio che la facesse finire immediatamente,
che quello che stavo vivendo fosse il
mio ultimo giorno, il mio ultimo minuto, il mio ultimo secondo. Ma ora sono qui,
e non bisogna fare così.”
Ma il ragazzo mi ascoltava senza darsi pace o trarne
conforto., senza volerne sapere di restare ancora in Khajuraho, dove terminata
la scuola gli ho suggerito- fosse solo per il suo bene o pure per irretirlo
ancora nei nostri legami d’affetto- di
cercare un lavoro anche per poche migliaia di rupie, pur di dare
comunque sollievo economico alla sua famiglia, e iniziare a trarne
soddisfazione.
“ Sono importanti i piccoli passi, Delhi o Mumbay dove dici
di volere andare sono passi troppo lunghi, ora per te. Qui dici di non voler
più vivere, ma se sarà lo stesso anche
là, se le cose andranno avanti ancora così”.
Mi venivano alla mente i discorsi dei lapkas di Khajuraho
che ne incantavano la realtà agli occhi dei loro conoscenti di Delhi, che
sognavano soltanto di soggiornarvi non appena fosse stato a loro possibile.
“ Erano solo idee. La mia famiglia a quanto pare ha deciso
di rientrare in Kanpur”
“ Ed allora ricerca
un lavoro se non in Kajuraho, in Kanpur,
Non è importante dove lo trovi , qui, a Rajnagar, Bamitha, Chhatarpur,
Kanpur, l importante è che tu cominci a fare qualcosa davvero per i tuoi, qualcosa
che di questo ti renda contento e ti
faccia soffrire di meno a causa di M.”
Ma erano già extra-time i nostri discorsi, Mohammad doveva incontrarsi con uno dei suoi
tanti “fratelli” in Rajnagar, e non mi è restato che accompagnarlo fin sull
uscio di casa in un ultimo abbraccio.
Gli chiederò stasera, quando ci rivedremo, se il suo cuore è
davvero è certo che lei non lo vuole più, o se è egli che non vuole più
soffrire il dolore di amarla, come si è
riacutizzato all’odierna chiamata.
2
Quando l ho ritrovato
Mohamad ha voluto sedersi nel luogo più
appartato del giardino sul laghetto, per
dare p sfogo alla disperazione più sconsolata,
e aprire un nuovo .capitolo per entrambi quanto mai limaccioso.
“ Dunque dici che lei mi ama?- mio ha chiesto rasserenato inizialmente
dalle mie parole sul conto di M., che lasciavano sperare che lei stesse usando i suoi stessi stratagemmi per
difendersi dalla sofferenza del proprio amore,
non mostrandosi vulnerabile nel
suo sentimento, per il tono distaccato con cui lo aveva contattato.
“ Ma ora lei è a Banda e ovunque vada non mi chiede più come
prima “ posso andarci”? Mi informa solo che ci andrà, capisci? C’è quel “ Can
“, quel “ posso” di differenza…”
“ Con quanto ha sofferto a causa del padre per amarti…”
“ Mi ha detto che sono il suo “first love”. Ma lei per me è
la mia seconda ragazza. Anche la prima
si chiamava M. E sono io che l ho lasciata quando ho lasciato Kanpur. Forse è
una revenge di Dio che ora sia io ad
essere lasciato da una seconda M..
“ Mohammad forse
preferisci pensare che lei ti voglia lasciare, e che non ci sia niente da fare,
perché non vuoi soffrire quanto si deve soffrire per amore”
“ Quello che è certo è che sposerò lei o nessun altra. Se
non sposo lei voglio restare libero come te.
Non voglio per nessun altra finire pazzo come Majdun.”
Il suo riso è stata una breve schiarita, prima che il
ragazzo riprendesse i suoi accenti più
cupi.
“ Ma io non voglio più vivere questo genere di vita senza
speranze, senza potere fare niente per i miei Lo sai , ogni giorno prendo dosi
di veleno. penso a dove sia possibile impiccarmi”
L’ho abbracciato pregandolo di desistere da simili propositi, se vuole bene ai suoi cari, di volere ciò che
vogliono loro, che è che viva”
“ Piuttosto che avere certi pensieri, lasciali, i tuoi, non
pensare più a loro e scegli l’avventura. Prendi il primo treno che capita,
anche senza un solo soldo in tasca. L’India te lo consente, di essere povero
dovunque.”
“ Io sono stanco di vivere in un mondo di amici e di parenti
che sanno darti solo consigli.”
In un discorso in cui mi sentivo io stesso chiamato in
causa, e di cui cominciavo ad avvertire un’ orchestrazione quanto mai fine, si è allora riferito all’amico Abbas, come lui
muslim, che quando suo padre si era
ammalato gli aveva messo a credito il riso che aveva comperato, ciò che era
servito alla sorella per la scuola, “pagherai
quando potrai”, gli aveva ripetuto, ma ora seguitava a esigere di riscuotere l’ammontare del debito.,
“ quand’è che mi pagherai?” seguitando a richiedergli con un’insistenza che lo prostrava.
“ Io quando mio padre stava male, non ti ho detto della mia situazione difficile, perché tu già soffrivi
per il problema del visto che ti era rifiutato, non volevo aggiungere al tuo
dolore il mio”
“ Potevi parlarmene , Mohammed. E-mi sono spinto a
chiedergli, quant’è l’ammontare del debito?
Come mi aspettavo proprio che facesse, ha inizialmente ricusato del tutto di dirmelo, chiudendosi in un mutismo
iniziale, quasi che fosse una cosa che non mi riguardava , e che non me ne avesse affatto parlato per chiedermi
una volta ancora un aiuto economico, come già due giorni prima per tagliarsi i
capelli, il giorno avanti per la ricarica internet.
Poi su mia insistenza, sempre confermando i miei orizzonti d’attesa, ha ceduto sul suo segreto rivelandomi l’ammontare
del grosso debito fino all’ultima rupia.
Una cifra che si è rivelata invece non esorbitante, “ one
thousand thre hundred sixty rupees”, che mi articolava come se gliel’avessi
cavata di bocca.
“ Penso ora di rivendere come usato il mio cellulare, ne
resterò senza, ma che importa… avrò indietro anche dei soldi…”
Avevo chiaro, nel mio rovello, l impasse in cui mohammad mi
aveva condotto del ricatto che Mohammad
da cui mi ero distaccato veniva profilandomi, che mi lasciava sul posto costernato e senza
parole, afflitto da un senso di colpa che mi accomunava a tutti quanti nel
momento del bisogno avevano soltanto avvisi
da dargli.
“ Per ora mi sento solo di dirti di parlarne con Kailash.,
della sola tua situazione economica”
Ogni aiuto che
recassi a Mohammad, pensavo in cuor mio, dovevo pur commisurarlo a
quello che recavo ai suoi figli, a tutte le rinunce che imponevo a loro,mentre
K. doveva pur rendersi conto da che fondo di
stravolgimento e di vulnerabilità fragilissima di cui salvaguardavo i
suoi figli con la salvaguardia del mio aiuto, mi parlava Mohammad.anche
stasera,
E al ragazzo seguitavo a restargli accanto in un mutismo che
mi pesava colpevolmente.
“ Se è così, puoi andare” rompeva egli il silenzio, con un’
uscita che io avevo la forza ora di
rigettargli contro
“ Il che, se lo traduco vuol dire: te ne puoi andare se non intendi pagarmi il debito che ora ho con Abbas”
“ Ora hai anche un pensiero negativo nei miei confronti.
Finisce sempre così quando finisco per parlarti dei miei problemi. Io ho detto questo perchè ho visto che eri triste. Ho
capito, d’ora in poi ti dirò soltanto
che sto bene e mi mostrerò soltanto
contento, anche se questa è forse la mia ultima notte…”
L’ho scosso dicendo che ora era troppo quanto mi stava
dicendomi, che non era il caso di tornare su certi propositi, tanto meno per una ragione
del genere, quale il debito contratto
con Abbas, torturandomi, come non gli ho esplicitato, con il senso di colpa di indurlo al suicidio se
non cedevo nuovamente alle sue richieste.
“ E vero, farò come te, quando esageri, chiedo scuso e
tornerò a parlare con parole più dolci e meno forti”
“ Vedi per me il problema non è l’ammontare della somma. E’
che non posso aiutare Kailash e la sua famiglia senza aiutare prima mia madre,
e che nell’aiutarti non posso non tenere conto che i suoi figli non mi chiedono mai niente, salvo Chandu,
dieci, venti rupie al più ogni
giorno, cui ho negato già di comperare
uno zaino nuovo scolastico, un i-pad come il tuo”.
Mohammad si è
atteggiato come se comprendesse le mie ragioni,
con il gesto di chi si asciuga le lacrime e aspira per il naso, e ha
conciliato che per questa sera
poteva bastare a sanare il suo sconforto
quanto giù gli avevo ripromesso per la ricarica internet.
“ Mohammad, nell emergenza
ti aiuto. Ma voglio ora l’accordo
con Kailash”
Quando ne ho accennato
all’amico, confidando in ciò che si era ripromesso, di non ingerirsi più di sua iniziativa in ciò
che riguardava me e Mohammad, di non volersi mostrare più geloso di ogni mio
contatto con lui e con gente ricca o importante, ha compreso bene di che si
trattava “ Lui non va mai a scuola, a tue spese, ma vuole che per lui tu paghi
ogni giorno…Ma è una tua questione che non intendo più che mi confonda la
mente”
Così coinvolgendolo, in nome di un trattamento equanime dei
figli , quando lui mi aveva assicurato la sua estraneità a tutto quanto
intercorra tra me e Mohammad, , ne ho
forse incrementato la fiducia nei miei
riguardi, e ho disinnescato ulteriormente la sua ostilità irriducibile verso Mohammad.
Resta la sua sordità a comprenderne tutta la debolezza tremenda, per cui trepido per Mohammad a notte già fonda, afflitto dalla
richiesta di Chandu, rimarcata dal padre, che mi ha espresso stasera a chiare
lettere “ A house”., per loro tutti quanti.
Nessun commento:
Posta un commento