Il complesso dei templi di Vyas Badora, un villaggio nel
distretto di Chhatarpur situato 8
km a est di Chandla, e a 53 km a Nord est di
Khajuraho, comprende in particolare un duplice tempio dedicato a Shiva e un
tempio in onore delle Chausat Yogini. quanto mai inusuale nelle sue forme
Il tempio gemino shivaita, è in granito , ed è composto di
due edifici di culto raccordati e pressoché identici, sia in piano ed elevazione che in ornamentazione fino
a in ogni dettaglio, differenziandosi solo nello stato di conservazione. Tutti e due i templi, allineati parallelamente, sono costituiti di
un portale d’accesso ciascuno dei
quali principale, volto a oriente, dal
corrispettivo mandapa cui esso è d’ingresso, l uno simile all’altro e dal santuario del
garbagriha al quale la sala dà adito, preceduto dal vestibolo di un antarala e
sormontato dal solo nucleo superstite di un sikhara che a sua volta dà adito a un proprio garbagriha Entrambe
le salette tra loro simili dei mandapas sono
collegate da una breve galleria . A ciascun mandapa recano ulteriormente due entrate laterali che si
fronteggiano in profondità, spezzandone
i fianchi elevati a balcone in guisa di transetti. (Entrambi
i mandapas precedono a loro volta un proprio vestibolo ed il santuario del)
Al rispettivo garbagriha un tempo volgeva
un nandi in adorazione del lingam al suo
interno, riposto in una nicchia. sulla parete di fondo.
Della coppia dei veicoli animali del dio resta ora soltanto un esemplare dilapidato.
In elevazione entrambi i templi presentano la partizione nel
basamento dell’ adishtana costituto dallo zoccolo del pitha e dal vedibhanda, nel
sopraelevarsi delle pareti del jangha lungo
le quali si dipartono a guisa di pilastri
5 proiezioni principali per
lato, delle quali soltanto quella
centrale , il badhra, è fregiata di nicchie., delle modanature del
varandika e dai due sikharas che sovrastano i rispettivi santuari, di cui rimane
il solo nucleo interno .
Il basamento iniziale del bitha o zoccolo consiste di tre modanature, quella iniziale e
quella terminale lisce, mentre quella intermedia è fregiata di rombi floreali
diamantini.
Su di esso si stagliano le conformazioni del plinto o pitha,
composte di un jadya kumba, un karnika, un kapota ornato di gagarakas e di takarikas
con un fregio di rombi.
Quindi si susseguono le modanature del podio o vedibhanda ,
un kura reticolato a scacchi, secondo il motivo della jalaka, un kumbha con
madhya banda e rombi, un kalasa insolitamente fregiato di gararakas sottostanti
e di takarikas superiori, sormontato da kapota e pattika.
Una nicchia che conteneva una statua si erge tra la seconda
modanatura e il vedibhanda all’altezza della proiezione centrale del badhra di
ogni tempio, preludendo alla duplice nicchia che in esso è albergata nella decorazione stessa dei suoi pilastri
badhrakas, che presentano un corso intermedio e lungo lo stipite inferiore di
roselline e rombi floreali diamantini.
Tale basamento è di per se già di grande rilevanza perché
proietta il tempio oltre il periodo pratihara, in cui solo nel tempio di
Barwa Sagar una serie di
modanature soggiacenti al vedibhanda di
kura, kumba, kalasa e kapotika dà luogo a un pitha vero e proprio, e appare
attestata per la prima volta una sorta di karnika.
Lungo le pareti del jangha
si dipartono nelle vestigia di pilastri 5 proiezioni principali per
lato, delle quali soltanto quella centrale, il badhra, è fregiata di nicchie,
prefigurando una conformazione pancharatha del tempio.
Tali pilastri-rathas, nel loro elevarsi oltre un kapota tra due
recessi, con takarikas e gagarakas e
decorato con roselline e rombi floreali diamantini, da un ulteriore
profondo recesso intermedio appaiono divisi in due sezioni, ad entrambe le
quali sottostà un kapota che replica quello soggiacente in gagarakas e
nell’ornamentazione di roselline e rombi
floreali diamantini,: Tale ornamentazione è il pregio ed il fregio, ampliato, di una fascia duplice nella
prima sezione, e unica nella seconda, che è conclusa invece da un kumba( o kapota?.
Tali fasce compartiscono a loro volta le due sezioni del pilastro nelle specchiature
di rombi diamantini. Tali rombi dilatati , campiscono
gli stessi badhras, i loro stipiti
ei pilastri badhrakas, ricorrendovi, alternati a roselline, tra i gathapallavas dei due vasi
dell’abbondanza.
Nicchie simili , cui ne succedevano altre ai lati del
frontone del sukanasaika, ricorrono nella kapili esterna del vestibolo
dell’antarala, secondo una consomiglianza nell’eminenza devozionale tra badhra
e antarala, che risale ai templi pratihara e che ritroveremo nei templi
Chandella
Un capitello bharani, un kapota ulteriore con gagarakas e takarikas e un kapota (o pattika
)di nuovo a rombi e rosette con gagarakas si susseguono a costuire la varandika
e negli upabadhras che affiancano il badhra centrale e nei karnas d’angolo precedono
gli sringas di miniature tri-rathas di
sikharas.
All’altezza della base di tali sringas è quindi la volta della varandika , composta
, oltre di due modanature lisce- di pattika(‘?), kapota,_ dal ricorso successivo di più antarapatras a rombi tra pattikas con jalakas patterns.
Ad un raffronto esterno con altri templi Chandella edificati in granito, il tempio shiva di Vias Badora presenta affinità accentuate con il tempio
Rahila di Mahoba, non solo nella
grandiosità della mole nell’elevazione e nel piano, che anche nel tempio Rhaila
ha due ingressi laterali oltre a quello
frontale del singolo mandapa dell unico tempio, ma ancor più nella
ornamentazione, le cui modulazioni sono identiche in tutto il decorso del vedhibandha.
Sono particolarmente significative le particolarità insolite
ad accomunarli del jalaka pattern del
kura- abitualmente liscio., e dei gagarakas del kalasa del vedibhanda, che di solito è del
tutto disadorno.
Inoltre in ambo i templi i rathas presentano rathas in
cui fregi di rombi e rosette
intervallano rombi diamantini più cospicui, benché un recesso non intercorra a
sezionarli.
( E una caratteristica che accomuna ambo i templi a quello
di Badargaon nel distretto di Tikamgarh,
un tempio di transizione di estremo interesse: simile in piano ai templi
Pratihara, giacchè non presenta alcun mandapa oltre il portico
dell’ardhmandapa, ma sormontandoli per la elaborazione dell’adhishthana in unno
zoccolo e un podio dove fa la sua decisa comparsa un karnika, e affine ai templi di Vias Badora e di Rahila
nelle rathas e nel ricorrenza ornamentale continua di rombi e rosette, negli
stessi pilastri badhrakas, e precorre o
si assimila già ai templi di Khajuraho nel
suo sikkhara di cui diremo (che non solo raccorda allo slancio
ascensionale dei propri lata quello dei rathas del jangha coronandoli ognuno di
un proprio siringa, ma al petto ha aggrappata la tensione ascendente di un
duplice uromanjari.)
Segue nel tempi Rahila a dare inizio già alla varandika una
chaddya Kutha in luogo del capitello bharani , ugualmente con forte rilievo aggettante, prima
di3, 4 Kapotas successive con gagarakas e fregiate di rombi e rosette, come in
vias Badora, . La differenza rilevante che emerge a tale altezza è che per ogni
proiezione nel tempio ha inizio il succedersi di una serie di sringas, proprio
come nei templi Bumij ritenuti postumi a quelli stessi sandhara di Khajuraho.
Nel tempio shivaita di Baragaon il varandika è quantomai
assimilabile a quello del tempio di Vias Badora in quanto in esso un sommario
capitello bharani precede due kapotas con gagarakas e takarikas ed il fregio
sul profilo di rombie rosette. e precorre o si assimila già ai templi di
Khajuraho nel suo sikkhara di cui diremo
Solo che a tal punti a farsi precorritore o emulo retrivo dei templi di
khajuraho il sikhara raccorda allo slancio ascensionale dei propri latas quello
dei rathas del jangha coronandoli ognuno di un proprio siringa, ma al petto ha
aggrappata la tensione ascendente di un duplice uromanjari.)
I templi Chandella così considerati precorrono sussistono al
contempo di quelli di Khajuraho e ad essi sopravvivono, in forme elaborate e scolpite solo
geometricamente, corredate di statue solo nelle nicchie dell’antarala e
dell’adhishthana al’altezza del badhra,
con una rilevanza assoluta di rombi, rosette, jalaka pattern, e palmette
nelle sole trabeazioni, ma architettonicamente spesso più complesse e non meno
monumentali, perché, con l’eccezione di quello di Baragaon, per questo più
affine, dove si conservano unì’immagine di ganesha e di Chamunda nelle nicchie
dell’antarala, non erano finalizzati
come i templi della capitale religiosa a una visualizzazione esterna di immagini religiose, , il che richiedeva una
linearità architettonica nel piano. In essi in piano è già presente un mandapa
d’ingresso al garbagriha, anche in forme
gemine . o trigemine – come a Sijari
Makarbai-, quale è presente in precedenza solo in Badari Patoh, oal contempo in Notha,
ed in elevazione come non è attestato compiutamente che nel jarai Math,
si sviluppa la conquista monumentale di un plinto e di uno zoccolo, che elevano
a podio il vedibhanda in cui soltanto consisteva il basamento dei templi pratihara.
I loro rathas e badhra senza ornamentazioni di statue
sopravvivranno come una variante provinciale ai templi di khajuraho nella
stessa Ajaigarh, mentre i loro sikharas costituiranno varianti del semplice latina, o secondo la tipologia
bhumi, in Mahoba, o secondo quella invalsa in Khajuraho.
Con una
considerazione finale. Che agli
albori del millennio coesistessero tipologie che si considerano per lo più successive l una all’altra, o che ci si
rifacesse, a tipologie e forme aspetti
costituenti del tempio hindu che ora ritroviamo solo a distanza, assemblandoli
e ricreandone una sintesi monumentale superiore, può sorprendere solo chi ignori o rimuova il
dato che il più purtroppo è andato perduto, con la distruzione di tutti i
templi di kannauj da parte di Mohammad di gazni, dove
presumibilmente si irradiava e coesisteva ciò che oggi e remoto nello spazio e
nel tempio, e di cui templi tra i minori e più sconosciuti serbano gli indizi
remoti
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