Ciò che il nostro sindaco e i suoi laudatores sembrano ignorare o disconoscere /di cui il nostro sindaco
sembra non avere ancora contezza/ ancora ventriloquiando Renzi e Franceschini, è
come il turismo , tanto più se entra in simbiosi con la civiltà dello spettacolo
e dell intrattenimento, tenda a
divenire nell universo mondo una sorta di malefica pianta epifita, che non lascia spazio intorno a se ad ogni altra
attività che non sia afferente, e rinsecchisce l’albero da cui cresce, e si
espande, di quanto sia ogni forma altra di cultura ed arte . Ecco allora che un’ amministrazione civica
tende sempre più a delegare alle confraternite che congruamente finanzia, e a se così lega. la crescita civica dei propri
cittadini attraverso la fruizione del loro patrimonio artistico , che è quanto dovrebbe essere il suo compito primario, per
devolvere ogni suo eminente sforzo ad attrarre
turisti, sempre più turisti, con una valorizzazione dei propri beni che ne è una crescente commercializzazione, la riduzione a location di grandi eventi e mostre preconfezionate altrove,. nel miraggio di fare prospera la citta tuttà anzichè un proprio cerc hio e una ristretta cerchia Così avanza un processo di espropriazione
/Alienazione dei cittadini rispetto del proprio patrimonio storico, che anziché farne crescere la
soggettività e la sensibilità attraverso la Partecipazione, con la P maiuscola, a quanto è il
passato, il presente e il futuro della propria città, a ciò che è ricerca, reinterpretazione e progettazione del suo destino, per il tramite, ad esempio, di musei della città costruiti in proprio
da istituti scolastici, fondazioni e accademie, con una sovrintendenza generale dei lavori, beninteso o di spazi
espositiv, aperto al pubblico dibattito e confronto, di di ogni restauro o piano o cantiere o laboratorio in essere per il futuro, li assimila
ai turisti quali clienti e consumatori
passivi, , basta appena un clic, quanto dei servizi civici di ciò che di fantasmagorico la
corte del principe sindaco allestisce e imbandisce loro dall’alto, consentendone il solo plauso con l’auspicio di un voto amministrativo a suo favore. E' proprio questo, che al di la di ogni eventuale opera
benemerita di tutela edi recupero e reintegrazione, il nostro sindaco intende come
valorizzazione di una città quale Mantova, che già a suo dire è altrettanto bella quanto da vendere , secondo i parametri ministeriali che cultura ed arte siano il nostro petrolio,e cui
guardare dall’alto di una torre medioevale ridotta a belvedere per pochi rampicanti forestieri, non certo per l’agile salita in cima dei
suoi concittadini, in una città ch’è di vecchi, ma sempre meno per vecchi , sempre che non siano arzilli giovanilisti . Chissà se qualcuna che gli è accanto
si ricorderà ancora la profezia che da Cassandra o gufo del malaugurio feci a lei in
facebook. Non è che ci ridurremo tutti quanti intorno a la Tor dal sucar? Purtroppo
sbagliai allora soltanto la torre di
riferimento
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