giovedì 27 aprile 2023
Ghulam Qadir Ruhilah ( M. Iqbal, traduzione)
Ghulam Qadir Ruhilah
Quanto era crudele, tiranno e vendicativo il Ruhila.
Aveva accecato l'imperatore Mughal con la punta del suo pugnale.
Il tiranno ordinò ai membri della famiglia reale di ballare.
Questa tirannia altro non era che il segnale del Giorno del Giudizio.
Per le delicate dame della casa reale pareva del tutto impossibile
Accondiscendere a un simile ordine senza vergogna.
Ah! Lo spietato le aveva rese dei tramiti di piacere la cui bellezza
Ora velavano il sole, la luna e le stelle.
I cuori deboli palpitavano, i piedi erano costretti ai passi di danza,
Un fiume di sangue scorreva dagli occhi umidi delle principesse
Per un po’ di tempo così i suoi occhi rimasero assorti
nel guardarle . Con scompiglio liberò la testa dal peso dell’elmo
Slegò dalla cintola la spada mortale che sputava fuoco,
la cui affilatura era una fonte di luminescenza per le stelle
Pose il pugnale a se davanti e si sdraiò pensoso.
Quasi che il sonno stesse chiedendo riposo agli occhi arrossati,
L'acqua del sonno parve spegnere le braci dei suoi occhi.
Ma la lungimiranza del tiranno ebbe vergogna del doloroso spettacolo!
Si alzò e iniziò così a rivolgersi alla famiglia di Timur
"Non dovreste dolervi del vostro destino"
Il mio dormire sul divano era solo dato in spettacolo, un'affettazione,
perché il torpore è estraneo alla dignità dei combattenti.
Volevo accertare se qualche figlia di Timur, considerandomi privo di sensi, potesse uccidermi con il mio stesso pugnale,
Ma alla fine questo segreto è venuto alla luce di tutto il mondo.
La preoccupazione per l'onore si è allontanata dalla casa di Timur.
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