mercoledì 26 agosto 2009
La santa quiete,
La santa quiete di cullare Sumit al ombra del pipal, tra i tempietti hindu ai bordi del greto del bacino essiccato, mentre il suo corpo timoroso si aqbandona alla fiducia che gli infonde il calore del tuo amore, le sue piccole mani cercano le tue e vi si intrecciano.
Nel recarmi ieri nel bazaar di Chhattarpur, la mia mente si è evacuata di ogni aspettativa di muovermi in viagio, per recarmi anche solo al tempio Chattarmukka di Nachna.
nel bazzar io e Kallu finalmente abbiamo reperito il vasino tatti karnan dove Sumit possa imparare finalmente a fare la cacca in un contenitore apposito, un recipiente per4 la spazzatura e dei contenitori dei panni sporchi, uno stendino con le mollette incorporate per asciugarvi i panni, la targa metallica che lungo la strada centrale di Khajuraho segnali la presenza del negozio di barbiere di Kailash nella rientranza di un porticato, la possibilità di praticarvi "indian ayurvedic massages", delle stuoia per la camera che occupo attualmente, che sarà destinata ai compiti e ai giochi e al sonno di Purti ed Ajay.
La stuoia era il solo degli acquisti per la casa di Kailash che non fosse di plastica. Nel bazzar di Chhattarpur era irreale la mia ricerca di beni in fibre o altri materiali naturali, che potessero abbellire la povertà della casa con i manufatti seriali, costituiti di essi, della produzione artigianale indiana più tipica, la richiesta di quanto può costare di meno vi faceva proliferare di tutto in materiale sintetico, rendeva difficilmente reperibile ciò che fosse in legno o vetro o d'intrecci di vimini e paglia o di bambu, solo i recipienti metallici sembravano conservare nella loro materia originaria il loro meraviglioso tramando di forme.
Nella casa di Kailash tutto, intanto, ogni giorno è spostato in alto sui ripiani nei muri, per sottrarlo alla devastazione di Purti e del piccolo Sumit, tutto cambia continuamente posto e finisce associato con ogni altra cosa possibiloe, il medicinale con la scarpina di un bambino o con un gesso od un pettine, ed ogni cosa più remota può essere riportata sotto mano dalla marea degli eventi interni che l'hanno resa ujn relittoi: il beauty case che donai a Vimala oramai ridotto a un involucro vuoto, una torcia elettrica di cui ho ritrovato il solo tubo sul terrazzo, che servì a me ed a Kailash per illuminare gli interni delle grotte di Ajanta, i bigletti del viaggio sul Satabdi da Bhopal a Delhi, l'anno scorso, ancora intatti.
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