La vibrante comprensione del vivere
Sabato 18 luglio
Mi sveglio, e sotto il mio giaciglio dormono ancora Kailash, Purti e Sumit .
Lascio la branda, finita una rilettura della prima lettera di Giovanni, quando dopo che al suo risveglio Kailash mi ha già preceduto in cucina per riscaldarmi il tè, mi lavo il volto con l'acqua della brocca, e nell'andito mi ritrovo accanto la vaccherella dei vicini, che silenziosamente chiede i rifiuti del giorno trascorso, mentre la madre di Kailash risciacqua le stoviglie.
Rientro nella stanza che mi è riservata, e ne sguscia fuori Purti, insensibile al mio namasteh. In lei riconosco la natura divina del suo essere, così incantevolmente, una scimmietta dispettosa e ritrosa.
Riprendo il commento della Bagavadgita, di Vimala Takar, e sulle parole che spiegano la differenza tra la conoscenza che è soltanto jinana e la vijinana che è la sperimentazione personale del Vero del ricercatore spirituale, quando la vita di ogni giorno si illumina in vibrante comprensione del vivere, si levano gli strilli del neonato di Kailash, in attesa di ricevere il suo nome dal pandit, per farsi il suo quarto bambino a tutti gli effetti.
Mi faccio sull'uscio, e Kailash, masticando il primo “ gurka” del giorno, mi chiede venti rupie per l'acquisto delle uova per l omelette. Al ritorno nella mia stanza, le coperte che scuoto, e che ritrovo vuote, mi rivelaqno che le grida che ora odo sono di Sumit, uscito dal sonno.
E la mente si placa, a onde seguenti, dello scontento di titrovarmi ancora in Khajuraho, mentre vorrebbe essere altrove avventurata nel viaggio.
Sopraggiungono i compagni di scuola di Ajay e Purti, “ It's already school time”, ma prima ricorre il tempo della doccia quotidiana , in cui assisto tra Sumit e Purti, che ingraziata nei miei riguardi ricambia radiosa e indifferente il mio namasteh, alle schermaglie che insorgono quando si tratta di condividere l'acqua ed il sapone, anziché trattenerseli per sé.
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