mercoledì 26 agosto 2009


mercoledì 26 giugno 2009
Verso Agra

La felicità più eccitata trascorreva stamane tra le fronde della casa di Kailash animava di un'incontenibile allegria Purti, sollecitatava Ajay ai preparativi del viaggio, ostinava Kallu ad attardarsi nell imbandirmi una colazione squisita- un'omelette guarnita di panir, un chappati saporito idi zero zero atta lievitata,-, nel calore infernale ella sua cucina, tanto poteva felicitarli anche la sola idea di mettersi in moto per Agra.
Poi, prima ancora di Chhattarpur, l'ulti del vomito avrebbe tarpato le ali all'allegria di volo di Purti, e l 'intorpidimento della stanchezza incipiente avrebbe assorbito nello stesso sonno dei suoi piccoli Kallu, che avevo ritrovato già sveglio e intento ai bagagli, quando mi sono destato alle quattro del mattin. In cielo corrono e si addensano veloci le nuvole dei monsoni in arrivo, come si addensano veloci i turbamenti della mia felicità trepida, contenta che la mia vita presente consista nel procedere in autobus oltre Chhattarpur verso Jhansi, tra i campi e i letti dei fiumi assetati del'acqua in arrivo.
Al mio arrivo in India ero esaltato dal ritrovarmi per la prima volta , da che vi giungo, nella luminosità estiva di una Delhi sitibonda, ancora riarsa dalla siccità che inaridiva ogni stelo d'erba , prima che oscurassero in un istante la mia ebbrezza i due ragazzini che tra Pahargangi e la stazione di nuova Delhi mi derubavano del portafoglio che incautamente tenevo in una tasca laterale, il primo giorno del mio nuovo soggiorno in India, dopo che avevo appena depositato ogni bagaglio i hotel, smanioso di dotarmi già del biglietto del primo treno che avrei preso della nuova linea da Nizamuddin a Khajuraho, di incontrare già l'indomani Kallu e i suoi bimbi.
continua
30 giugno 2009
Pubblicato da odorico a 12.59
3 luglio
In Fatepur Sikri ho lasciato che la Rumi Sultana e il Birbal Bhavan fossero solo il teatro dei loro giochi a nascondino per Purti ed Ajay, piuttosto che insistere a che fossero l'ambito dell'estremo tentativo di volgere gli occhi di Ajay alla bellezza dei loro rilievi, dopo quanto invano , venerdì, mi sono tormentato l'anima a che il suo sguardo si levasse a minareti e cupole del Taj Mahal, verso l'incanto perpetuo nel tempo della sua grazia funeraria, che si aggirasse tra i chahar bagh come tra i giardini dell'anima. Con Kailash, a sua volta, ho dovuto scongiurare che lo scrosciare beneaugurante della prima pioggia monsonica in Agra , fosse il precipitare di un chiarimento dissolutorio, quando a tavola, ieri sera, al ristorante, mi ha detto che se non fosse per la debolezza del grembo di Vimala, di bambini ne vorrebbe ancora altrettanti quanti ne ha.
Meglio che il sonno ora tutto assopisca, che si compia ora la vita presente, che sappia viverla nel bene che mi si offre a ogni istante, nella luce indiana di questi miei giorni, nella infinita grazia incessante delle bizze femminee e delle impuntature di Purti, come della gioiosità vitale di Sumit che ha allietato il mio rientro nella casa di Kasilash, in cui il suo corpo si conquistava gli spazi e la presa delle cose, della quieta splendida e distante degli occhi di Ajay, anche quando nel Taj Mahal, si fissavano a perdersi al suolo in ogni conduttura sotterranea, o nelle acque nerastre dello Yamuna per additarmi il cobra che vi nuotava, che a mia volta non avevo occhi per vedervi serpeggiare, della delicatezza rispettosa con la quale Kailash lascia trascorrere ogni mio alterarmi e turbarmi, al crollo delle mie aspettative, al' incombere del futuro in ansie ed angosce.

Ancora una settinana fa ero di ritorno da Agra e Fatephur Sikri con Kailash, Purti ed Ajay.
L ultimo giorno del nostro viaggio l'avevamo trascorso visitando in Sikandra il mausoleo di Akbar, da cui facevamo frettolosamente ritorno in Agra per vedervi la tomba di Itimad-ud-Daulah.
Di particolarmente memorabile resta la mia sfuriata contro i due piccoli, quando nel ristorante ch'è all'uscita del mausoleo di Akbar, si sono spartiti in un battibaleno tutti i pokora che erano stati serviti in tavola, lasciandone solo uno a testa a me e a Kailash. Con la fame che stava alimentando la mia ingordigia, a farmi invelenire era che avevo fatto appena in tempo a portarmene uno alla bocca, e che il suo sapore si era rivelato squisito.
Il loro papà, daddy Kallu, che nel frattempo era uscito a noleggiare il motorisciò che ci avrebbe precipitato alle delizie d'oltre vita dell'edificio sepolcrale di Itimad-ud-Daulah, avrebbe ulteriormente messo in crisi la celestialità a cui aspiravo ad elevare con me almeno Kallu ed Ajay in quelle case della gioia eterna, di cui non finivo di magnificare a loro i giardini di delizia del chahar bagh, tra cervi e pavoni reali e lo svettare di palme, di alte piante secolari, quando ha sottoposto il telaio dei miei occhiali al suo piede schiacciante...
Da allora , in attesa del parto di Vimala, non ho lasciato Khajuraho che per il villaggio di origine di Kailash, mentre sono riprese le scuole per Ajay, sono felicemente cominciate per Purti.
L'altro ieri il cognato di Kailash è venuto a riprendersi il figlio che a sua volta deve tornare a scuola, al quale ho lasciato in dono la Storia di Hanumah.
Intanto, da otto giorni a tutt'oggi , nella settimana ventura, “ a new baby can come every day”, come dice Kailash, il parto di Vimala può iniziare il suo corso.

E per ora un'attesa senza aspettative d'amore per il nascituro. ch'è nel grembo di Vimala, il cui sgravarsi ci si illude che sia una liberazione per tutti. Intanto finisce il pianto di Sumit, iniziano i lagni di Purti, nel contendersi ogni cosa che l'uno ritrova nelle mani dell'altra.

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