martedì 3 settembre 2013

fisica eucaristica del soprannaturale e mondo immaginale

Nella sua più recente opera “ Il Paradiso alla Porta”, Fabrice Hadjadj, definendo i principi di una fisica eucaristica del soprannaturale,  in riferimento a  Jacques Maritain immagina l’”altro spazio” del corpo glorioso del risorto, come “qualcosa che é presente in ogni luogo senza esservi contenuto” che avvolgerebbe il nostro ambito senza esserne un contenitore ( “ non come un recipiente più vasto, che solamente amplierebbe le sue dimensioni senza elevarle a un altro ordine” a pg.380 dell’edizione italiana). Tale è il cielo della sua presenza “tutto in tutti”, per la quale è presente ovunque senza essere localizzato, “ senza essere limitato da quella data “ porzione di spazio. Presente “ secondo il modo della sostanza “, dice Tommaso, e non secondo “ il modo delle dimensioni” ( pg.382).

Ma non è tale altro spazio lo stesso vuoto "sanyata" o "akasa"  che “ fornisce “spazio a tutti gli  esseri per vivere, muoversi e avere il loro essere-all’ Essere di essere” ( Panikkar, Il ritmo dell’ essere , pg 304) , ossia ciò che per l'hinduismo è l’eterno in cui siamo come cose viventi di questo mondo temporale,  non è forse come Krishna si spazia nella Bagavadghita,  “ Tutti gli esseri risiedono in me , ma io non risiedo in loro”, il mio Sé sostiene tutti gli esseri, non risiede negli esseri ed è la causa del loro esistere” ( Nona Lettura).

Altresì non corrisponde forse allo spazio del mondo immaginale , o Terra di Resurrezione, intermedio tra il mondo intellegibile angelico e quello sensibile terrestre, dei Platonici di Persia del ceppo di Shoravardi , l’ascesa al quale, prefigurata dalla nostra immaginazione attiva, nel farci corpi sottili di materia spirituale, ci priva di ogni localizzazione?

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