sabato 21 settembre 2013

Quinta Ecloga riscrittura


(Omnia vincit Amor: et nos cedamus Amori)


Per Chandu, Kailash ed io,

Che alcova di amore

La cappotta del ciclo-riscio sotto le piogge di Chhatarpur,

la delizia del nostro bambino

il cuore giocoso del nostro bene,

tracimi pure l’immondo monsonico,

cali la caligine più tetra tra gli scrosci a dirotto

sulle strade dirupate tra (i ) negozi deserti,

il riso di Chandu è già la sfera di sole
come la luce ripercorre la rigogliosa verzura,

e nelle pozze lutulente
lustra i bufali
 a ristorarsi ammusando,

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finché invitto il sole ritorna
 tra le foglie sfagliantesi del sargon in fiore
 e s'intenebra nella disperazione il nostro amore,
nel mio grembo, l'amico reclino,
di che dolorosa madre e Narashima che l'eviscera,
" nemmeno per mio padre ho fatto mai questo"
mi dice nel ripulirmi i sandali della mia merda,
che credevo in cortile la cacca
fosse di Chandu,

“e perché mai lui  lo tieni ancora in casa tua
se  ti lascia  così  povero
E non hai fatto tuo il suo denaro”
il veleno che mi confida nella notte degli indigeni cobra

cui immune persiste il suo cuore,
da un'altra vita vincolandolo
indistruttibile il dharma,

Con l’amico, ancora di nuovo, dove il cuore

dove il cuore appena infranto per il nostro Sumit , (morto da poco),

incantava Vishnu Ananta Shayana ,

l’ascesa a Shiva Bhairava,

dove il Dio vinse il tempo e gli fu la gola bruciante,

alle rovine dei templi di Ajaigarh invase dal sole,

di altri, ancora più remoti ed ignoti,

alla riscoperta del loro abbandono fra i campi,


e lasci i banchi dove di  Darmendra , Pyush, Pratap

sono i nuovi volti che stanno in ascolto,

è pura menzogna il complain

che il principal ti chiede di sottoscrivere

contro i suoi detrattori


in che luce di gioia, di Dusshera,
dalla Dea per la Sua morte per acqua
riattinta la vita,
dalla Dea riattinta la vita
per la Sua morte per acqua,

prima della nella notte di che  freddi fuochi celesti
sul il crepitio di lacrime e di fuochi umani di che infelice doloroso Diwali,
di che doloroso Diwali,

reca la  mia testa mozza  Nirriti l'atroce,
e nessuna frenesia di danza
può sventare che sia il rullio della sentenza,

hai maledetto i tuoi passi  ulteriori
nell'ingiuria del  dio,
tu che dell'amico già infestavi di sventura la sua casa,
funestando il tuo passato funestando
ogni  nuovo inizio mancato,


eppure l'amico non cede al veleno
che s'insinua nello strazio mentale
“E perché mai lui lo tieni ancora in casa tua

se ti lascia lo stesso così povero,
e non hai fatto tuo il suo denaro”



il veleno che mi confida nella notte degli indigeni cobra
al che, credendo e sperando,
al linga inesorabile si è prosternata
la fronte segnata,
eppure, credendo e sperando,
al linga inesorabile si è prosternata
la fronte segnata,
per Agni si è offerto lo sterco
 fumante di ghee,
al passaggio aureo di Laxmì
stanno ciotole di luce
in attesa che entri,

nella notte, ancora insonne,
chiedendo lenimento,
e ancora cedendo al Dio che è Amore.

Altre versioni


(nella notte insonne
chiedendo lenimento al Dio che è Amore)
 chiedendo lenimento, nella solitudine notturna (notte insonne),
e ancora cedendo (desistendo) (cedendo) al Dio che è Amore.

(eppure, credendo e sperando,
al linga inesorabile si è prosternata
la fronte segnata,
 al linga inesorabile si è prosternata la fronte,
per ad Agni si è offerto lo sterco
 fumante di ghee,
per Agni, in Agni, con Agni,
si è offerto lo sterco fumante di ghee,
al passaggio aureo di Laxmi
ciotole di luce stanno  in attesa attendono che entri,

nella notte, ancora insonne,
chiedendo lenimento
e ancora cedendo al Dio che è Amore.
(chiedendo lenimento al Dio che ci brucia l'uno per l'altro).

.


,

 del roveto dei frutti di sventura nella sua casa,





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