lunedì 3 agosto 2015

Schede templari Kadwaha Tempio 1Pacchali Marghat -tempio 3 secondo Krishna Deva


Schede templari Kadwaha Tempio 1Pacchali Marghat -tempio 3 secondo Krishna Deva


Nella sua armoniosità proporzionale, il tempio di cui mi era precluso l’accesso, appariva composto di  portico, anticamera e garbagriha, ed in elevazione ne erano rimasti superstiti il semplice adhistana  costituito di soli kura, kumba, kalasa e di un  kapotika ornamentato di takarikas,  non che le pareti del jangha e la varandika, che constava di kapota, di un  fregio recessivo di rombi diamantini, di una pattika istoriata di musici e di danzatori,  senza più che una lastra ulteriore di copertura. Presumibilmente era triratha il sikhara del santuario, in quanto al bhadra centrale si affiancavano due upabhadras rientranti,  con due ladies apsaras che celebravano la divinità insediata nell’edicola del badhra,  non già due pratirathas separate,  quanto lo erano invece i  karnas rispetto ai quali si interponeva un vyala rampante. 

Ad eccezione degli upabhadras, in tutte le proiezioni sorgeva una edicola albergante divinità,  i dikpalas quelle dei karnas, ch'era costituita da due colonnine cinte di anulari e collari e da una grondaia nervata. Essa,  a guisa di tempio, era sormontata da un udgama sovraornamentato, che nel badhra era finanche preceduto da tre nicchie in cui stavano insediati una divinità al centro ed ai  lati musici danzanti, non che dalla simha mala di  un corso di teste leonine. o simha- mala. Una fascia intermedia, di raccordo, con  fregi vegetali standardizzati,  separava in due sezioni gli upabhadra fiancheggiatori ed i recessi dei salilantara contigui , dove essa dava luogo a un comparto superiore in cui danzavano vidhyadharas, nel suo seguito riconnettendo l’apparato del jangha del santuario a quello dell antarala, ove compariva la nicchia ulteriore di ricetto a una divinità. Essa era  simile alle precedenti solo nella foggia delle colonnine e solo sino all’altezza della tornitura  del capitello, su cui si ergevano due  nicchioline cubiche sormontate,  quali dei microtempli , da sikhara tri-rathas.  Da esse,  in luogo della gronda, a protezione superna della divinità si infletteva un torana, quanto mai flamboyant. Ai suoi lati, funambolici oltre l’amalaka e il kalasa dei due sikharikas che affiancavano lo stacco iniziale del torana, due gandharvas* si atteggiavano ad eseguire musica e danze.
 I pilastri del portico, su basamento identico, ma ribassato,  tra due vasi dell’abbondanza, o ghata-pallava,  arcaicamente traboccanti la fluenza tracimante di un ricco fogliame, su una sfaccettatura poligonale presentavano campane pendule di kirtimukkas. Costoro facevano capolino tra fasci di ghirlande che facevano capo a loro volta  a campanule* minute. Torniture anulari  distanziavano il secondo dei ghata-pallava, capitelli barhani con doppia scanalatura precedevano le volute fregiate di kirtimukkas, il cui ritorno ornamentale era sancito dalla trabeazione sovrastante.

Nelle nicchie dei badhra erani albergati Ganesha a sud, Harihara-Hiranyagharba ad Est,

e a Nord Chamunda,
che poteva ancora apparirmi al di la della recinzione. Avessi avuto accesso all’interno, nel suo portale avrei rinvenuto secondo Krishna Deva  che lo catalogava come il tempio numero 3, Shiva Kalyanasundara nella trabeazione della lalita bimba, Brahma Savitri e Laksmi-Narayana alle estremità, le serie dei Navagrahas e delle Matrikas nei recessi, gli 11 rudras nell’architrave.

Nessun commento: