sabato 20 agosto 2016

itinerari in Delhi

Duplice versione 
1In mattinata ero di ritorno al Craft Museum, per  reperire dei manufatti dello Stato dell India, il Karnataka,  che dal 1 d'agosto agosto era subentrato al Kerala  come espositore del suo patrimonio artigianale. Vi erano convenuti in realtà anche artigiani di altra provenienza, ed io potevo così rinvenirvi ed acquistarvi pure delle marionette in pelle di capra fabbricate in Hyderabad.  Del Karnataka erano esibiti gli splendidi reperti  di  pitture della scuola di Mysore, impreziosite da  aurei troni o vestizioni delle divinità effigiate. All uscita,  nel primo pomeriggio, differivo di recarmi agli Archivi nazionali per ricercavi  dei testi, sui templi di Osian, che la volta precedente avevo trascurato di indagare se fossero in catalogo, e ripercorrendolo quasi  per intero nel suo percorso di cui avevo già esperienza, mi decidevo invece ad integrare  uno degli itinerari che avevo concepito solo poco prima della partenza per Delhi , quello, più  nelle vicinanze, che faceva capo alla con la  stazione metropolitana dell’Ina market come terminale di riferimento- Avevo la fortuna, in tal senso, di imbattermi in un conducente di autorickshaw che vi era appena provenuto proprio dal Dilli Haat dove volevo recarmi, per trasportare al National crafts museum un carico di quadri della stessa scuola pittorica di Mysore. Unisce in realtà il Crafts Museum al Dilli Haat la comune funzione di spazio espositivo permanente per artigiani di Delhi o  che vi siano provenienti da ogni dove dell India, che ne possono  usufruire periodicamente. In Dilli haat, felice esempio di recupero di una zona in disuso di discariche tra le quali erano intombate le acque reflue di un nallah, compiuto agli esordi della liberalizzazione indiana, nel 1994, secondo un progetto di Pradeep Sachdeva, i siti sparsi degli artigiani occasionali , ove non si riducevano ad attendamenti plurimi, erano costituiti da botteghe a schiera espanse  all'esterno in  verande, le cui trabeazioni  , insieme a disegni kunjaraksha di croci perforate, erano l unica ornamentazione di  murature  in pietra a vista. Frondosi pergolati erano i  luoghi di sosta centrali, uno dei quali era in prossimità dei punti  di ristorazione  che almeno nella denominazione erano riconducibili a vari territori dell' India.
La Brigadier Hoshiyar Singh Margh lungo la quale, più a nord, mi incamminavo all’uscita deviando a sinistra sullo stesso lato della Sri Aurobindo marg, per procedere poi in autorickshaw, mi appariva una delle vie più  magnifiche di nuova Delhi, nel tripudio di verde in cui confluiva nell’ Africa Avenue. Giunto alla sua altezza,  il conducente dell’autorickshaw svoltava a destra per  seguitare fino alla destinazione ulteriore da me indicatagli dell’Akbar Bhavan, che si accampava alla vista sulla sinistra. Lo rendeva inconfondibile il suo afflato possente di cemento armato. Ma per quanto l’edificio tradisca come e quanto sia ispirato a Lecorbusier,  è pura poesia brutalista di Shiv Nat Prasad, interpolata di modifiche postume. L'attuale destinazione universitaria ne rifunzionalizza la natura originaria di hotel nelle sue componenti più pubbliche- dislocate sulla sommità  e nei piani bassi,  aperti  a delle gallerie su pilotis- ed in quelle adibite ora ad ostello studentesco.

Di ritorno alla stazione metropolitana di partenza,  mi ritrovavo ad  una distanza esigua   di appena  900 metri, dalla  ulteriore meta del tragitto, la tomba Darya khan tomb, in East Kidwai Nagar, block C, solo che  lungo la Veer Chandra Singh Garhwali Marg  vi pervenivo con un ulteriore  autorickshaw, essendo la strada accidentata  dai polverosi  lavori in corso della  edificazione di un immenso complesso residenziale e di uffici,  tra i laminati dei cantieri e delle loro voragini
La tomba di Darya Khan Lohani , servitore dei Lodi, che rivisitavo una terza volta, mi rievocava  ancora una volta l’ antecedente tomba Sultani Ghari nella  sopraelevazione monumentale della sua piattaforma, a tre livelli,  al cui centro il cenotafio biancheggiava  tra quattro chattri  in rovina,  residuo di quello che è da presumersi fosse un tempo uno splendido complesso , anche per le rovine adiacenti al ripiano più basso
Il seguito dell’itinerario richiedeva  che inoltrandomii nella Sout Extension I aggirassi la schiera di negozi successiva  del South market, e che traversassi l'area  verde prospiciente di un parco- giardino,  proseguendo fin che la strada finiva ad  un incrocio. La via che avessi intrapreso sulla destra, verso sud,  mi avrebbe recato di li a poco in vista di una  tomba a pianta quadrata che giù visitai, la   Kale Khan ka gumbad. Come attesta un’iscrizione sopra il mihrab, l’edificio è stato costruito nell ‘886 dopo l Egira, ossia nel 1481 dell era cristiana, per darvi sepoltura a Mubarak Khan, vissuto durante il regno di Buhlul Lodi, e  presumibilmente padre dello stesso Darya Khan Lohani.,. Il dubbio resta perché si ha notizia di due illustri Mubarak khan vissuti alla corte di Buhlul., dei quali rimane ignoto quale sia quello sepolto nella tomba. Di rimarchevole,  da rivedervi, era il soffitto decorato di stucchi dipinti.

Vi fossi pervenuto, una volta visitato il Gumbad avrei  dovuto ripercorrere la strada che mi aveva condotto alla tomba, lungo la quale  effettivamente mi incamminavo invece verso nord , a sinistra, fino ad un ulteriore incrocio rispetto a quello alla cui altezza l avevo  intrapresa,  e ne assecondavo il seguito  in un’arteria che volgeva ancora a sinistra per poi imboccare sulla destra la stradicciola che mi preannuncia la vista gemina della Bare khan ka gumbad,  e della Chhote Khan ka Gumbad., entrambe  a pianta quadrata, la prima  davvero incantevole nel suo decoro di palazzo celestiale,  ad arcate cieche triplici in triplice schiera, e di piloni angolari,  la seconda quanto mai pregevole negli  stucchi ornamentali dei portali, entrambe  a pianta quadrata davvero splendida nel suo decoro di palazzo celestiale,  ad arcate cieche triplici in triplice schiera, e piloni angolari,  e della Chote Khan ka Gumbad., dai pregevoli stucchi ornamentali dei portali, entrambe  a pianta quadrata   davvero splendida  nel suo decoro  di palazzo celestiale,  e della Chote Khan ka Gumbad., dai pregevoli stucchi ornamentali dei portali
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Era  prossima ad esse, la Bhure Kan ka gunbad, di più modeste parvenze in un recesso ombroso.
Dal vicolo in cui mi ero inoltrato, per vederne il portale d'accesso, proseguivo oltre l incrocio con la strada di provenienza dalle Bare Khan e Chhote Khan ka Gumbad, fino a che non mi restava che infilarmi nel camminamento di una strettoia , più che di un vicolo, che era abbuiato dalla prossimità di pochi decimetri, appena, dei balconi delle case che vi si fronteggiavano sopra. Occorreva a tal punto seguitare i gali sempre avanti, lungo  svolte ad angolo in cui il buio si infittiva, fino a che non sfociavo, insieme con tale passaggio, nello scorcio della vista conclusiva dei contrafforti della tomba di Mubarak shah, situata nel cuore di Mubarakpur.
E’  una delle tombe ottagonali, con veranda e contrafforti spioventi, che si susseguono in Delhi tra l epoca tugluquide, nell’esemplare ruderale della tomba Tilangani,ora interpenetrato di case ed insediato anch’esso in un kotla, quello di Nizamuddin,  ed i primordi dell epoca moghul, a cui risalgono le tombe ottagonali di Isa Khan e di Adam Khan,  senza che si possa dimenticare fuori di Delhi la  tomba sublime sempre ottaedra di Sher Shah Sur, nel Bihar, in quel di Sasaram Tale tipo di tomba, erede  indo-islamica  della stessa Cupola della roccia, in Gerusalemme, ebbe in realtà il suo apogeo nell epoca dei Sayyd, la dinastia di cui Mubarak Shah, morto nel 1434,  fu il secondo dei sultani, e  la cui tomba ottagonale precede quella di Muhammad Shah, suo successore, ora nei Lodi Garden, di cui una ripresa in epoca Lodi fu la tomba di Sikandar Lodi,  ubicata anch’essa nel complesso dei magnifici giardini,
Nella tomba di Mubarak Shah, dodici  sono le entrate d’accesso dalla veranda quadrangolare circostante all ottaedro centrale  che custodisce il cenotafio, tre per ogni lato, sovrastato  al centro da una chattri. ogni lato della veranda è sovrastato  al centro da una chattri., oltre il quali si erge la cupola su un tamburo di sedici lati Quanto alla tamponatura delle arcate interne sul versante occidentale, essa vi è dovuta alla presenza interna di un mirhab.



In alternativa , per giungervi, avrei dovuto chiedere di essere condotto in autoricksaw dai paraggi della Bare- Khan ka Gumbad fino all'arteria animatissima  della Gurudvara road, che un tempo assecondava le mura del Kotla di Mubarakpur . All'altezza di un tempio al dio Shiva, il Panghat Shiv Mandir,  mi sarebbe occorso addentrarmmi nel vicolo che lo fronteggia, la Sher Singh Bazar Road,  e quindi svoltare a destra, attenendomi poi alla mia sinistra, finché  fin che non mi fosse  di lì a poco apparsa  la Mubarak shah tomb, cosi come sopravvive e s'impone ancora alla stretta degli edifici che l attorniano.
E qualora con il figlio vi sia ancora un venditore d'aquiloni, a ridosso dell'inferriata su tale lato d'accesso , si abbia più cuore del mio, nei loro riguardi, e senza tema d'esserne impicciati nel traffico di  Delhi, se ne comperino più di quanti ne riservino anche solo 10 rupie.
















Uscendo dalla stazione metropolitana dell’INA Market, basta percorrere di 300 metri  sul lato sinistro la Sri Aurobindo marg, verso nord, per ritrovarsi nel Dilli Haat., o cuore di Delhi,  un sito espositivo permanente per  artigiani della stessa  Delhi o che vi provengono da ogni dove dell’ India, potendone usufruire solo periodicamente. Tale destinazione che lo  accomuna ad un nucleo del National Crafts Museum, è il felice esito del recupero di una zona in dissodi discariche tra le quali erano state intombate le acque reflue di un nallah,  avvenuto nel 1994 agli esordi dell’epoca della liberalizzazione indiana,  secondo un progetto di Pradeep Sachdeva I  siti artigianali al suo interno, ove non siano attendamenti plurimi,  sono costituiti da botteghe a schiera espanse all'esterno in  verande, le cui trabeazioni, insieme a disegni kunjaraksha di croci perforate,  sono l unica ornamentazione di  murature  in pietra a vista.  Frondosi pergolati vi costituiscono  i  luoghi di sosta centrali, uno dei quali è in prossimità dei punti di ristorazione,  che almeno denominalmente/ nella denominazione  sono riconducibili a vari territori dell' India.
La Brigadier Hoshiyar Singh Margh lungo la quale, più a nord, deviando a sinistra sullo stesso lato della Sri Aurobindo marg,  ci si avvii oltre l uscita, apparirà una delle più magnifiche vie di nuova Delhi, nel tripudio di verde in cui confluisce nell’ Africa Avenue. Giunti alla sua altezza,  svoltando a destra si perverrà alla destinazione ulteriore dell’Akbar Bhavan, che si accamperà alla vista sulla propria sinistra. Lo rende inconfondibile il suo afflato possente di cemento armato. Ma per quanto l edificio tradisca come e quanto sia ispirato a Lecorbusier,  è pura poesia brutalista di Shiv Nat Prasad, interpolata di modifiche postume. L'attuale destinazione universitaria ne rifunzionalizza la natura originaria di hotel,  nelle sue componenti più pubbliche- dislocate sulla sommità  e nei piani bassi,  aperti  a delle gallerie su pilotis- ed in quelle adibite ora ad ostello studentesco retrostante
 
Di ritorno alla stazione metropolitana di partenza,  ci si ritroverà ad appena  900 metri dalla  ulteriore meta del tragitto, la tomba di Darya Khan. , situata dall’altro lato della Sri Aurobindo Marg. Ma se si scelga di pervenirvi lungo  Chandra Singh Garhwali Marg, il   percorso di tale arteria, che si diparte sulla sinistra,  risulterà attualmente  accidentato dai  lavori in corso della  edificazione di un immenso complesso residenziale e di uffici, che  consigliano  di percorrerlo almeno  in ciclo od autoricshaw, tra i laminati dei cantieri e delle loro voragini, chiedendo  di essere condotti in East Kidwai Nagar, block C
La tomba di Darya Khan Lohani , che fu a suo tempo servitore dei sultani Lodi, è sopraelevata su di una piattaforma monumentale, a tre livelli , e vi biancheggia al centro, tra quattro chattri  in rovina, rievocando la antecedente tomba Sultan Ghari,  in ciò che è il residuo di quanto è da presumersi che fosse un tempo uno splendido complesso.
Il seguito dell’itinerario richiede  che inoltrandosi nella South Extension I si aggiri la schiera di negozi successiva  del South market, e che si traversi l'area  verde prospiciente di un parco- giardino,  proseguendo fin che la strada finisce ad  un incrocio. La via che si intraprenda sulla destra, verso sud,  reca di li a poco in vista della tomba a pianta quadrata Kale Khan ka Gumbad. Secondo quanto attesta un’iscrizione sopra il mihrab, l’edificio è stato costruito nell ‘886 dopo l’ Egira,  ossia nel 1481 dell’era cristiana, per darvi sepoltura a Mubarak Khan, vissuto durante il regno di Buhlul Lodi, e  presumibilmente padre dello stesso Darya Khan Lohani.. Il dubbio resta perché si ha notizia di due illustri Mubarak khan vissuti alla corte di Buhlul., dei quali rimane ignoto quale sia quello sepolto nella tomba. Di particolarmente rimarchevole vi è  il soffitto decorato di stucchi dipinti

Si riprenda la strada che ci ha condotto alla tomba, fino ad un ulteriore incrocio rispetto a quello alla cui altezza l’abbiamo intrapresa,  se ne assecondi poi il seguito in un’arteria che volge a sinistra,  per imboccare quindi  sulla destra la stradiccioa che ci preannuncia la vista gemina della Bare khan ka Gumbad e della Chhote Khan ka Gumbad., entrambe  a pianta quadrata, la prima  davvero incantevole nel suo decoro di palazzo celestiale,  ad arcate cieche triplici in triplice schiera, e con piloni angolari,  la seconda quanto mai pregevole negli  stucchi ornamentali dei portali, entrambe  a pianta quadrata davvero splendida nel suo decoro di palazzo celestiale,  ad arcate cieche triplici in triplice schiera, e piloni angolari,  e della Chote Khan ka Gumbad., dai pregevoli stucchi ornamentali dei portali, entrambe  a pianta quadrata.
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E’  prossima ad esse la Bhure Kan ka Gumbad,  anch’essa  a pianta quadrata, di più modeste parvenze in un recesso ombroso.
Dal vicolo in cui ci inoltri  per vederne il portale d'accesso, continuando a procedere oltre l incrocio con la strada di provenienza dalle Bare Khan e Chhote Khan ka Gumbad,  il  prosieguo del percorso induce ad infilarsi  nel camminamento di un’ autentica strettoia, più che di un vicolo,  abbuiato dalla prossimità di pochi decimetri, appena, dei balconi delle case che vi si fronteggiano sopra. Non  resta che seguitare i gali sempre avanti, lungo  svolte ad angolo in cui il buio si infittisce, fino a che non si sfocia, insieme con tale passaggio, nello scorcio della vista conclusiva dei contrafforti della tomba di Mubarak shah, situata nel cuore del villaggio di Mubarakpur.
E’  una delle tombe ottagonali, con veranda e contrafforti spioventi, che ricorrono in Delhi fin dall’epoca tugluquide, nell’esemplare ruderale della tomba Tilangani,ora interpenetrato di case ed insediato anch’esso in un kotla, quello di Nizamuddin,  e che vi si succedono fino ai primordi dell’epoca moghul, a cui risalgono le tombe ottagonali di Isa Khan e di Adam Khan,  senza che si possa dimenticare, fuori di Delhi, la  tomba sublime sempre ottaedra di Sher Shah Sur, nel Bihar, in quel di Sasaram Tale tipo di tomba , erede  indo-islamica  della stessa Cupola della roccia, in Gerusalemme,  ed aperta ad otto entrate quanti secondo l’islam sono gli hast behest del Paradiso, ebbe in realtà il suo apogeo nell’epoca dei Sayyd, la dinastia di cui Mubarak Shah, morto nel 1434,  fu il secondo dei sultani, e  la cui tomba ottagonale precede quella di Muhammad Shah, suo immediate successore,  sita magnificamente nei Lodi Gardens, di cui una ripresa in epoca Lodi fu la tomba di Sikandar Lodi,  ubicata anch’essa nel complesso dei meravigliosi giardini,
Nella tomba di Mubarak Shah, ogni lato della veranda è sovrastato  al centro da una chattri., oltre il quali si erge la cupola su di un tamburo di sedici lati Quanto alla tamponatura delle arcate interne sul versante occidentale, essa vi è dovuta alla presenza interna di un mirhab.



In alternativa , per giungervi, si può chiedere di essere condotti, in autoricksaw,  dai paraggi della Bare khan e Chhote Khan ka Gumbad fino all'arteria animatissima  della Gurudvara road, che un tempo assecondava le mura del Kotla di Mubarakpur . All'altezza di un tempio al dio Shiva, il Panghat Shiv Mandir,  occorre addentrarsi a tal punto  nel vicolo che lo fronteggia, la Sher Singh Bazar Road,  e quindi svoltare a destra, attenendosi alla propria  sinistra, finché  fin che non appaia di lì a poco  la tomba di Mubarak shah , cosi come sopravvive e s'impone ancora alla stretta degli edifici che l attorniano.


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