martedì 1 novembre 2016

mia mamma, sul fascismo

Dalle interviste a mia mamma in via di trascrizione
Sul fascismo
Mi ricordo ancora della radio su una finestra dell’osteria, in Malcantone, quando la voce di Mussolini ha dichiarato la guerra. La gente di sotto, sbalordita, “ C’è la guerra, c’è la guerra…”. Che vuoi, ero una bambina, avrò avuto allora nove anni, ma in quel momento ho avuto il senso che avesse paura, che non ne fosse esaltata. …Il fascismo ho imparato a conoscerlo andando a scuola, da quel quadro di Mussolini sopra la cattedra, poi il quadro del re ed in mezzo il crocifisso. Tutte le mattine in piedi prima le preghiere, poi la canzone patriottica. Ci facevano sempre fare ginnastica una mezz’oretta, ed io ne ero contenta perché uscivamo fuori. Per non dire degli esercizi ginnici, a sfilare per la piazza, davanti alla scuola, con la gonnellina nera, la camicettina bianca, con il distintivo della Gil, Giovane italiana del Littorio. Erano divertenti le sfilate, ci mettevano tutte in fila, con le nostre maestre al fianco, e via che si andava….” Un due, un due, avanti march, destr, sinistr, saluto al duce…”
Che vuoi che andassi a pensare che fosse a sfondo fascista o non fascista.
Allora erano tutti inquadrati. Ce n’erano pochi che si dissociassero da quella idea li, le maestre poi… La maestra Giannina era fascista fino alla punta dei capelli. Il fascismo e le sue sfilate facevano parte dei programmi della scuola.

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