sabato 12 novembre 2016

sul vaffa dell'elezione di Trump













Da parte di Beppe  Grillo si è detto o  blaterato di un pazzesco Vaffa lanciato contro l’establishment americano, e il suo politically correct, con l elezione di un miliardario evasore e bancarottiere qual’è Donald Trump a quarantacinquesimo presidente degli  Stati Uniti di America, alla cui poltrona del Tesoro già si sfidano banche d'affari. Ai trumpisti e neotrumpisti così sintonizzati in ascolto, specialmente a quelli che sussistono fra le file pentastellate, vorrei sommessamente far presente che è un colossale Vaffa scagliato anche contro l’antirazzismo e l’antisessismo e l’universalità dei principi della civiltà liberale, che pur ha raccolto nella pur esecrabile Hillary Clinton la maggioranza del voto popolare americano. Inoltre vorrei non di meno ricordare che tale vaffa non è stato emesso solo dai più disperati e dimenticati d’ America, i forgotten di cui ha detto bene il neo presidente, e che nel Partito democratico americano o in quelli europei e italiani di centro sinistra e di sinistra, chiusi in bolle mediatiche come le loro Leopolde, non ritrovano più rappresentanza, ma che tale Vaffa è stato truonato con voce ben più potente dalla old economy del petrolio e del carbone che vuole sabotare gli accordi di Parigi sulla riduzione dell’ inquinamento ambientale, a detrimento delle energie rinnovabili, dalle industrie delle armi contrarie a qualsiasi limitazione del loro uso e favorevoli alla loro introduzione nelle stesse scuole, in chiese e pubblici uffici, dalle case farmaceutiche americane  ostili  alla riforma sanitaria dell’ Obama care che ne calmiera  il lievitare dei profitti, dai capitani d’industria americani che hanno tutto da guadagnare dalla elevazione di barriere doganali e protezionistiche, a danno ad esempio della Brembo che opera in Messico, non che dai rigurgiti del Ku Klux Klan e dei movimenti razzisti e sessisti, ferventemente devoti e tardopatriarcali, che vogliono trasformare in una miscela esplosiva neoschiavista e indecentemente maschilista il melting pot multietnico americano. A tali entusiasti vorrei infine rammemorare, sommessamente, che gli auguri più calorosi a Trump sono stati espressi da autocrati quali Putin, Erdogan, Al Sisi, dei colossi dai piedi d’argilla ai quali se si lascia spazio e campo, alle frontiere orientali di Unione europea e Nato e in Medioriente, in lotta ed in combutta non meno di quanto si dipingessero essere i Clinton con Iran e Arabia Saudita, l' una contro l’altra armata, è dubbio che ne traggano giovamento le nostre istanze di sicurezza e la nostra economia, non che l’ umanizzazione della nostra civiltà .

Nessun commento: