martedì 16 maggio 2017

Mohammad al lavoro

“Il somosa che mi era rimasto, mi confidava  ieri Mohammad, aveva degli animaletti rossi intorno.
Li ho tolti e poi l’ho mangiato lo stesso,  così ho fatto quello che non  avevo  mai fatto”.
Non avesse provveduto oncle Kailash, con le razioni di cibo apportategli in una gavetta, Mohammad sarebbe rimasto digiuno fino a sera,  quando sono stato di ritorno da Chhatarpur, ed egli in attesa di rimanervi di servizio anche quella notte,  come gli aveva chiesto il ragazzo che era di turno, per poter assistere un fratello che diceva gravemente ammalato,  nella stessa Chhatarpur da cui  era rientrato ieri notte tardivamente,  è potuto uscire finalmente con me dallo Stay Home, e tornare a cibarsi di patatine fritte e poi del behel che gli ho acquistato,  con la sola prospettiva alimentare di un uovo e di una crosta di pane l’indomani mattina.
Sarebbe così  rimasto in hotel trentasei ore che stanno ancora scorrendo, senza che nessun altro che me e Kailash, su mia sollecitazione, si prendesse cura nel frattempo della sua alimentazione, che mi costa almeno il doppio del salario che gli verrà attribuito.
Per questa notte che Mohammad farà in più  riceverà 100 rupie extra, che gli sembravano ieri sera gran cosa, a differenza del doppio di rupie che finisco per versargli ogni giorno in assenza di altri che provvedano al suo mantenimento e alle sue minime spese, quali le ricariche dello smartphone, come gran cosa a Kailash sembra il salario di  4.000 rupie che riceverà a fine mese, se  per esso il proprietario dell hotel è diventato il padrone della sua esistenza,  e l’amico  si fa in quattro ad ogni sua richiesta, ponendosi per esso in servizio pressocchè  permanente, mentre  da me che provvedo a lui dieci, venti volte tanto, cerca soltanto di prendere le distanze,  si rifiuta al telefono ed  è scontroso ad ogni evenienza-“ E’ il mio karma,  mi è venuto dicendo in tutta risposta, quando l ho ringraziato del paratha buonissimo e dell insalata di frutta che aveva appena cucinato per me e per Mohammad, ch’era appena convenuto nella nostra casa per riaversi dai suoi ennesimi dolori. La realtà è che a Kailash pesa intollerabilmente ch’io abbia a soffrire e versi in difficoltà  per sostentare la sua famiglia , è che l ossessiona un sogno che ha fatto l’altra sera, in cui io mi risolvevo a lasciarli per sempre  In verità è la sua mente e solo la sua mente che può rendere impossibile la mia convivenza con la nostra comune famiglia e  far si che si avveri il suo incubo, per quanto ogni aiuto che reco a Mohammad, con il quale a volte è addirittura in soavità di rapporti,  lo considera e me lo fa pesare come una sottrazione e un ammanco di ciò è dovuto ai suoi figli , vigila persecutoriamente su me ed il ragazzo, su ogni differenza che posso fare tra ciò che riservo a lui e ai suoi figli,  mi  accusa di ogni eccessivo sostegno che gli sembri indebito, che rafforzi la mia dipendenza dal ragazzo, in un momento cruciale della sua esistenza in cui devo assolutamente essergli accanto, quale la fine della residua infanzia e l’avviamento ai doveri del lavoro, in un contesto in cui devo evitare che l’assunzione del servizio sia la sua sottomissione a uno stato di schiavitù, per le ragioni stesse che lo rendono una risorsa unica e rara per il suo padrone. Ma il ragazzo, che stavo giustificando nella sua eventuale resa, per non essere corresponsabile del suo asservimento, “ è un nuovo capitolo della mia vita” , mi ha detto intenzionato a resistere con una risolutezza meravigliosa, e stasera ridiscuterà con Manoj le regole dell ingaggio, gli farà presente quanto l insonnia aggravi le sue fatiche lavorative  diurne, tanto più, se come è accaduto tutt’oggi, gli si chiede di essere un factotum per una manciata di rupie, che cucini e serva ai tavoli, sia addetto alle camere e alla reception, che risponda alle chiamate e regoli le entrate e le uscite,  senza che minimamente si provveda a che possa sfamarsi. Pertanto gli chiederà di ottenere il passaggio al turno notturno, almeno a iniziare da luglio e dalla nuova alta stagione, con la concomitanza della ripresa delle scuole a cui insisterò che faccia ritorno, per conseguire la licenza del decimo anno di scuola.
“ Avrai da piangere parecchio, mi ha detto questo pomeriggio, quando saprai dei risultati per cui sono stato bocciato, “ I m failed”.: 129/600, giusto quanto era da aspettarsi se non è mai andato a scuola e durante gli esami non ha copiato-.
Ma oramai tra me e lui è assodato, che se non rimedia l’anno prossimo la sua eccellenza mentale gli riserva un destino di sufi o di sadu, talmente la sua mente, rinsavita e resa consapevole della realtà dell’esistenza dall’amore per M, è una miniera di incontenibile saggezza  incantevole. 

Nessun commento: