venerdì 8 marzo 2019

Un sogno


Un sogno

Era giorno di festa e dubitavo seriamente che in Concordia potessi trovare in una libreria aperta i  volumi che cercavo. Mi aggiravo per i negozi che potessero essere aperti, uno di abbigliamento,  un altro di scarpe, dove  non v’era più, data la stagione alta, quanto cercavo , e dunque potevo riservare i soldi da spendere ai miei  libri agognati. Quanto indugiavo in una pasticceria dalle vetrate luccicanti, ma è senza sapore la dolcezza di paste in sogno, e delle casa  che era stata di mio nonno materno e del fratello potevo ben dire nell’aggirarmi di averla riconosciuta e intravista  benché il suo aspetto esterno fosse del tutto cambiato. Stavo già per uscire dal paese dal capo opposto  prima che trovassi la libreria che poteva fare al caso mio- si,  era ancora aperta, non vedevo? mi diceva un’addetta con malagrazia, indicandomi le persone all’interno del negozio, anche se era già ora di chiusura. Debbo così trasferirmi nella vicina MIrandola,  per la quale è in partenza un pullmann carico di vecchie conoscenze.  E’ la strada che percorrevo nella mia infanzia ogni Venerdì con mio padre, lui per le compere al monopolio del sale, agli ingrossi dei Galavotti e dei Pinotti, io per il mio numero settimanale del Monello. Che meravigliosi edifici vedo dispiegarsi lungo la strada, di cui allora non vidi tutta la bellezza,  remote abbazie con i loro chiostri e le abbazie. E l’arrivo è in sito di sosta per gli autobus, poco prima dell incrocio con la statale del Brennero, che si sopraeleva nella vista di ciò che per me è il fantastico.  Una miriade di laghi nella vallata sottostante, ovunque mi volga, ognuno con  il suo borgo e castello. Ci incamminiamo noi tutti, in un sproporzione tra le nostre dimensioni   enormi  rispetto  ai villaggi lacustri in cui stiamo addentrandoci; ma è a portata di mano il pronto rimedio con cui io e un mio compagni di viaggio  ci adattiamo a quanto di prezioso non va calpestato o travolto: possiamo rimpicciolirci sino a che quelle guide di scorrimento in cui posavamo i piedi diventano vie popolate di negozi, ed  i nostri accompagnatori si fanno giganteschi, prima di adottare essi stessi il medesimo accorgimento. La cittadina risorta dal terremoto ci si prospetta viucina come un maniero ingabbiato.

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