venerdì 30 agosto 2013

Seamus Heaney The blackbird of Glanmore Traduzione






The Blackbird of Glanmore

On the grass when I arrive,
Filling the stillness with life,
But ready to scare off
At the very first wrong move.
In the ivy when I leave.
It’s you, blackbird, I love.
I park, pause, take heed.
Breathe. Just breathe and sit
And lines I once translated
Come back: “I want away
To the house of death, to my father
Under the low clay roof.”
And I think of one gone to him,
A little stillness dancer –
Haunter-son, lost brother –
Cavorting through the yard,
So glad to see me home,
My homesick first term over.
And think of a neighbour’s words
Long after the accident:
“Yon bird on the shed roof,
Up on the ridge for weeks –
I said nothing at the time
But I never liked yon bird.”
The automatic lock
Clunks shut, the blackbird’s panic
Is shortlived, for a second
I’ve a bird’s eye view of myself,
A shadow on raked gravel
In front of my house of life.
Hedge-hop, I am absolute
For you, your ready talkback,
Your each stand-offish comeback,
Your picky, nervy goldbeak –
On the grass when I arrive,
In the ivy when I leave.



Il merlo di Glanmore

Sull’erba al mio arrivo,
Colmando di vita la calma,
Ma lesto a volare via
Alla prima erronea mossa.
Nell’edera  poi quando parto.

Sei tu, merlo, che io amo.

Parcheggio, sosto, sto in ascolto.
Respiro. Appena respiro e siedo
Quando versi che un tempo tradussi
Ricompaiono: “Voglio andarmene

Alla casa della morte, presso mio padre

Sotto il  basso tetto d’argilla”



E penso a chi a lui giunse,
Piccolo danzatore dell’immoto-,
Figlio rivisitante, perduto fratello,
saltellante per il cortile,
Quanto mai felice di vedermi a casa,

Alla fine di un primo nostalgico trimestre

E penso alle parole di un vicino
Molto dopo l’incidente:
“L’uccello  su quel  tetto di rimessa,
La sù in cima per settimane-
Non dissi niente allora

Ma quell’uccello non mi è mai piaciuto”

La serratura automatica
Si chiude di scatto,  il panico del merlo
E’ di corta vita,  mentr’io per un secondo
Colgo la vista di me stesso
Dell’occhio dell’uccello,
Un ombra sulla ghiaia rastrellata,

Di fronte alla mia casa della mia vita.

Sorvola- siepi, tutto
Sono per te, 
 La tua risposta pronta,
Oogni tuo  ritorno ritroso,
Picchiettante, nervoso il tuo becco d’oro -
 Sull’erba quando arrivo,

Nell’edera quando parto..





Il poeta, di ritorno nel cottage di Glanmore, dove vive da che nel 1972 durante i Troubles  lasciò l’Ulster per la Repubblica d’Irlanda, fra le montagne Wicklow a sud di Dublino, accettando l’offerta della sua proprietaria, Ann Saddlemeyer,  ritrova un merlo, il cui muoversi saltellante,  il volare via e l’essere schivo di ritorno, come in risposta ad un richiamo, nel picchiettio del suo becco, gli rievoca  l’accoglienza gioiosa e vivace e al tempo stesso restia, che al suo ritorno a casa al termine del primo trimestre scolastico presso il St Columb College , gli riservava  il fratellino Christopher, morto a quattro anni per un incidente stradale nel 1953,  una tragedia familiare rievocata già in Mid-term Break,
Questo ricordo straziante  è al cuore dell’amore del poeta per il merlo, insieme alla rammemorazione dei versi di conforto religioso, che riconducono la morte del fratellino al suo ricongiungimento con  il Padre celeste.
Un merlo s’aggirava sui tetti di una rimessa di casa tempo addietro la morte del fratellino, un presagio della  tragedia che sarebbe occorsa, per una vicina di casa timorosa dei segni infausti.
All’ andarsene del poeta, nemmeno lo shock dello scatto della serratura della sua vettura distoglie il merlo più di tanto,  nei cui occhi il poeta si vede come un’ombra di residuo passaggio nella casa della vita, come se sotto le sembianze dell’uccello l’avesse visitato lo spirito révenant  del fratellino, in attesa, come il merlo che il poeta  ritrova puntualmente tra l’edera alla partenza, di un suo ritorno in Glanmore prima del ricongiungimento ultraterreno , dentro la “ human chain” familiare dei vivi e dei morti.,  secondo la titolazione di quella che sarà l’ultima raccolta di Seamus Heaney, ch’è espressa dal ritorno circolare dei primi versi alla fine del componimento.

Per un commento più puntuale si veda il magnifico sito:
oppure
o si può udirne la lettura toccante da parte dello stesso poeta in


giovedì 29 agosto 2013

Del bufalino neonato ( delnew baffèlo), e di uno scontro edificante con una sacra vacca.

Del new baffèlo, e di uno scontro edificante con una sacra vacca. 

"Ancora pioggia e pioggia. Ma quale guadagno... solo sessanta rupie oggi. Anche per mio padre-mi dice oggi al telefono Kailash- le cose vanno male nei campi perché piove così tanto. Piove troppo di continuo per il sesamo e le lenticchie nere, i semi sono già cresciuti, basta poco per questo, quando c'è il sole la bocca di tali semi automaticamente si apre, e se poi piove a distanza di giorni, per un’ora, non ci sono problemi, ma e se la pioggia non finisce cadono a terra e vanno perduti. La pioggia spezza anche i fiori di sopra, quando di sotto 
le piante hanno già i semi, e così quei fiori non producono i loro semi... Sarebbe stato diverso se mio padre avesse piantato soia... Ma ho una buona novità da dirti... è nato un altro “ Lalosha”.
"Hai un altro bufalino maschio?
Si, è nato due giorni fa, ma mio padre me l' ha detto solo ieri. Stavo per telefonarti per dirtelo quando mi hai preceduto:..”
So talmente bene come al contrario della nascita di un figlio, il riscontro che il bufalo sia maschio costituisca più una mancata fortuna che un lieto evento, che mi sono sorpreso della contentezza di Kailash, e non ho saputo felicitarmi con allegria.
Come proprietario indiretto dei suoi bufali ho espresso piuttosto delle brutali considerazioni di mercato. “ Se fosse femmina dopo tre anni ci guadagnerei 14.000-15.000 rupie, il fatto che sia maschio mi consente di ottenere dalla vendita 10.000 rupie”
“ Non è poi gran differenza...
Ma ne era già orgoglioso come di un figlio forte e robusto, “ perché , mi ha detto mio padre, è molto vivace e vigoroso perché è nato in ritardo”.
Il problema era la bufala madre , che non lasciava avvicinare nessuno, s’imbizzarriva spaventando gli altri mandriani se era condotta nella giungla, non voleva saperne di dare il latte ad altri che al suo secondo "Lalosha". Prima lei non era così"
“Prima che perdesse la bufala, questo novembre?
“ No, ma non parlarmene ancora, o non riesco più a discorrere con te”
Dunque l’ama ancora come una sua creatura perduta, la piccola bufala che a sua insaputa era rimasta vittima di una caduta accidentale, scivolando e battendo la testa al rientro della giungla.
Quella domenica pomeriggio, quando gli venne stato detto della morte della bufalina, per pranzare non aveva atteso il mio arrivo in bicicletta al villaggio natio , che gli avevo annunciato per telefono quando ero ancora nel villaggio adivasi che è a pochi chilometri di distanza dal suo, ed all’arrivo era rimasto a giacere senza alcuna creanza, come se disdegnasse anche solo di salutarmi per starsene , in un dormiveglia, disteso al suolo del nostro negozio.
Poi la sera , dopo avermi detto tutto al termine della cena, aveva avuto una sfuriata contro i suoi genitori che gli avevo taciuto ogni cosa fino a che non era venuto a sapere da altri della morte della bufala, sorpreso di non averla ritrovata nello stallino, e si era allontanato da me, di malagrazia, incattivito che così 20.000 rupie fossero andate perdute, nella sua estrema miseria, per piangerne poi la perdita come di una sua bambina nel lettone grande dei nostri piccoli, che si erano già addormentati, raggomitolandosi in cerca della vicinanza del loro calore per lenire il dolore.
Forse non voleva parlarmene anche perché il ricordo rinfocolava i suoi odi dei suoi genitori, i l suo risentimento nei loro riguardi perché crede di non avere ricevuto da loro ciò che hanno riservato al fratello e alla sorella, per averlo lasciato libero quanto senz’aiuto,si limitato a dirmi che la bufala era aumentata di energia perché il padre l'aveva nutrita con buoni alimenti, " c ed il discorso è scivolato verso le questioni delle sue difficoltà d’accesso al’interno della stazione ferroviaria, poiché la polizia non gli consente di entrare in immediato contatto con i passeggeri ed i turisti che necessitano del trasporto in autorisciò.
Ma lo angustiava tornare a parlarne, e si è dilungato con me al telefono sul problema persistente, solo per ironizzare ferocemente sulla mia proposta di tentare di entrare nella stazione ferroviaria con un biglietto per Mahoba od una stazione ferroviaria più ancora vicina.
“ I poliziotti mi direbbero: "Why do you stay or speak with the tourists? Go, go to Mahoba with your ticket” spingendomi sul treno. Ed allora non mi resterebbe che salire e andarci e fare ritorno più tardi..”
Ma un incidente serio era appena successo in giornata, su cui si compiaceva nel tono di dilungarsi.
“ Sai, il barbiere alla guida di un tuk tu,k che ha un amico australiano, e che entra nella stazione ferroviaria d’accordo con la polizia? Stamattina, vicino alla stazione degli autobus, ha avuto un brutto incidente in autorisciò proprio con un agente di polizia come suo cliente. Si sono scontrati con una vacca ed il poliziotto si è rotto una gamba, finendo all'ospedale. Ora il barbiere ne avrà per 25.000 rupie solo per pagargli i costi delle cure in ospedale. Tutto il vetro davanti è rotto. Altre decine di migliaia di rupie per i danni...”
“ Bad life, bad karma...” sono state le sue conclusioni morali intimamente soddisfatte. “ Non ce n’è per nessuno a casa sua...”
Non minor compiacimento provavo io stesso, nel vederlo oggi rigettare un individuo cui si è rifatto, fino a non molto fa, rammaricandosi , o apertamente dispiacendosi di non essere stato così intelligente, o "ciatur" nel senso indiano del termine, da profittarsene  di me  come colui del suo amico australiano, conducendo una bella vita vivere a sue spese e non riservandogli in cambio che dal e chappati come suo ospitante.
“ E la vacca?” ho divagato.
“ Nothing”
Niente, si è fatta, per fortuna del barbiere- driver. L’avesse accoppata, la sua uccisione gli sarebbe costata 50.000 rupie, e siccome sarebbe stato l'uccidere "la madre della vita", l'incidente sarebbe stato considerato infausto, e nessuno avrebbe più cercato di avere contatto con lui, o con i suoi figli e i suoi familiari.
“ Ma io vado piano. Se gli altri conducenti impiegano quindici, venti minuti per raggiungere la stazione, io ne impiego anche trenta. I lose fuel, time, but I save my life and my tuk tuk…”
"Bravo, tik-è, it's very good Kailash..."
“ But it’s raining, raining, only raining”
E la pioggia ha così impregnato le pareti di casa, della mia stanza, che l'amico dovrà controllare che i miei libri non si siano ammalorati sui ripiani degli "almari" dove stanno riposti. Fosse il caso, li avrebbe messi nella grande cassa in ferro della cucina.

“ And now the light”. La luce era saltata di nuovo


mercoledì 28 agosto 2013

Happy Krishna Janmashtam

"Ajay mi ha telefonato una seconda volta perché oggi è il compleanno di Khrishna, il Krishna Janmastham, e servono pomodori, cetrioli, per la puja in casa di stasera, "mi ha detto in mattinata Kailash al telefono, senza sapere che mi stava tranquillizzando,, nella mia apprensione che ogni telefonata improvvisa rechi lo strazio di quel giorno: " Oh, my Sumit, no more life..." Forse è il ricordo del nostro sventurato bambino che anch'egli ha distolto dalla mente, quando si è arrestato dopo avermi detto che i preparativi e la puja sono simili a quelli che si fecero per il taglio dell'ombelico di Chandu.
Ed ha ripreso a parlarmi , di li a poco, della ragione già a me ben nota del suo avvilimento , che mi aveva confidato ancora ieri, e su cui ero tornato io stesso stamane, prima che la seconda telefonata da parte del figlio, per conto della moglie, mi inducesse a riparlarne oltre.

" All'aeroporto di Delhi, nelle grandi stazioni ferroviarie, ti ricordi a Locknow? se non sei un passeggero, per entrare hai bisogno di fare un biglietto d'ingresso di poche rupie. Ma i poliziotti in Khajuraho non lo consentono a noi autorisciowallah , lasciano entrare solo pochi fortunati, questi possono così avvicinare per primi i turisti e i viaggiatori locali e farli propri clienti, lasciando senza guadagno noi che siamo obbligati a restare all'esterno. Coloro che accedono sono quelli che come Aklet, od il barbiere della mia stessa casta che ha un amico australiano, fanno loro dei favori, danno dei soldi, portano da mangiare, tagliano i capelli, puliscono la casa, che di tutto sono pronti a fare per loro, ma così facendo diventano gulam, dei loro servi. E io non voglio diventarlo".
Piuttosto, pur di salvaguardare un guadagno che per questi motivi ieri era di nuovo svanito, si era detto disposto a sfidare il divieto, e se veniva fermato, a fare sotto scorta sette ore di viaggio in treno, fino a Gwalior, per renderne conto alle autorità. "Non ci finisco in prigione, nel jail, per questo", ma l'infrazione gli sarebbe costata 2.500 rupie.
" 1.500 di penale, e 1.000 alla polizia al seguito..."
O altrimenti, stamane, avrebbe voluto,che al mio rientro in India scattassi foto, e mi recassi a Delhi, dalla polizia ferroviaria centrale, per sporgere denuncia , forte del mio status protetto di straniero residente.
" C'è poi la mafia, ha seguitato, oscurando la voce e facendola amara alla pronuncia della parola" mafia", ci sono quelli di cui i poliziotti hanno paura, queste persone basta che dicano "bad words", delle male parole, e sono lasciate entrare e possono fare poi tutto quello che vogliono. Ti ricordi di quella volta, che siamo andati a Varanasi, e ho incontrato un uomo dalla pelle scura che mi ha detto di essere "cior", ladro di pocket money? Poteva fare il ladro di portafogli perché la polizia per paura faceva finta di niente. Infine ci sono i politici e i loro protetti, e basta che i primi lo facciano sapere, anche con una telefonata a distanza, e i loro uomini possono entrare in stazione come e quando vogliono.
Ah, non possiamo farci niente, noi povera gente, proprio come dei dalit!"
In realtà, nella sua mente al contempo si stava concretando a tutto tondo l'immagine del brahmino Gautam, il proprietario del nostro ufficio del Bapuculturaltours, che dà sul cortile dell'edificio che sta diventando un suo futuro albergo.
" Sai no, di lui, che è del Congress Party, che la sua famiglia di hotel ne ha già altri due, gli basta una parola e quelli non si oppongono più e fanno tutto ciò che lui chiede. Potrei proporgli di essere il suo autorisciò wallah quando l'hotel aprirà."
Certo , tenteremo prima la via legale, ma sapendo dell' India, come oppormi, o contrastarlo , se si decideva per tale richiesta di favori? Happy Krishna Janmastham, amico mio Kailash.









sabato 24 agosto 2013

Raining, raining, raining, only raining

Raining, raining, raining, only raining

Giorni or sono Kailash non si dava pace per l'inclemenza dei monsoni. Era esasperato dalla loro frequenza.
Ieri notte pioggia a dirotto e bum bum ( tuoni). Pioggia ancora stamattina, pioggia anche questo pomeriggio, pioggia tutto il giorno.
Al cellulare, era bloccato lontano da casa sul tuk tuk, senza che nessun cliente si avvicinasse sotto la pioggia che cadeva a dirotto. Nei momenti di breve tregua  si era recato al vicino bazar di frutta e verdure, il giovedì essendo il giorno del mercato, ma nella malta non più di dieci erano i banchi, e non vendevano che pochi vegetali, sempre più rincarati e venuti da altrove. Ananas , la sola frutta,  che irrobustisce tanto Chandu. Per questo quando tutti si ritrovano in casa, egli  fa la lotta con tutti e a tutti dà "marna". Ed a sera il protrarsi della mia telefonata, dopo che durante il giorno, standosene fuori casa, Kailash si era nutrito solo di qualche somosa, ha compromesso che potesse finalmente sfamarsi cenando in santa pace, perchè durante il suo prolungarsi è venuta meno la luce, e le pietanze sono precipitate nel buio.
E non era finita. Erano i giorni della festa "di fratello e sorella", dei ricongiungimenti familiari da un capo all'altro dell'India, nella sua casa è sopraggiunto il nipote Ashesh, e Ajay per le festività si era recato al villaggio natio il giorno prima, presso i nonni, ma per la pioggia né Ajay riusciva a lasciare il villaggio, né Ashesh a raggiungerlo.
"It's raining, raining, raining!...", mi diceva un Kailash che non ne poteva più, nel tuk tuk dove a causa della pioggia era confinato da ore.
" Raining, only raining". E che dire degli indumenti lavati da Vimala che non si asciugavano mai.
Ma ieri, forse perché era riuscito nonostante gli inconvenienti seguenti a raggranellare un buon "kamai", con animo quieto veniva con me rivivendo una iattura ancora più dura causata dalla pioggia, il danno al motore dell'autorisciò provocato dall'acqua piovana che vi si era infiltrata, raggrumandosi con polvere e sabbia.
La sua rabbia era volta piuttosto ai soliti turisti, degli hotels five stars, che a differenza della coppia di giapponesi poveri, di quel mattino, rimasti in panne per gli inconvenienti al motore, lo disertano sistematicamente, quei miserabili ricchi "that pay money, money, money, and don't see nothing, nothing, nothing".
Si era trattato di un danno al motore per cui oggi, di sabato, ha ricondotto pazientemente l'autorisciò fino a Chhattarpur per il ricambio delle componenti avariate. E stanco e contento l'ho così ritrovato nel frastuono dell'officina , che poi si cibava di dal e chappati in una dabha sulla via del ritorno, pronto a cenare al rientro a casa, per un buon sonno in vista dell'arrivo di due treni carichi di potenziali clienti domani di buon mattino, nel clamore di fondo di Chandu giocoso.

venerdì 23 agosto 2013

lettere di me come tour operator

Alla casa editrice Polaris
Gentile interlocutrice/interlocutore, 
Sono un ex insegnante e scrittore, di anni 60,  che vive ora prevalentemente in India, a Khajuraho, presso la propria famiglia d’adozione. Aiutando il mio amico Kailash Sen, che vi è a capo, a divenire tour operator locale, seguito a scoprire magnifici itinerari archeologici e destinazioni straordinarie nel cuore dell'India, o inconsueti  percorsi affascinanti nelle stesse mete più frequentate, che sono del tutto ignoti ai turisti che seguono i main streams, ed ai quali non prestano  nessun interesse le  agenzie di viaggi  e le guide turistiche, -particolarmente lungo i tragitti che da Delhi, Jaipur, Agra,  si dipanano sino a Khajuraho, via Gwalior, Orchha, Datia, o inoltrandosi verso Varanasi, oppure in direzione di Bhopal, Sanchi, Bhimbethka. ( Mi riferisco a località ed a siti che non consistono in quelli designati).
Ora Vi chiedo, potreste essere Voi interessati alla pubblicazione di un libro su quest'India del tutto sconosciuta ai più, e che è ancora possibile visitare in assoluta solitudine, fuori dai fastidi, dai disagi e dalle corruttele che rendono spesso intollerabile la visitazione delle località turistiche più frequentate in India? 
Ora sono in Italia,  e vi resterò fino ai primi di ottobre.
Qualora siate interessati alla mia proposta,  è  possibile incontrarvii nella vostra sede?
Posso inoltrarvi i primi testi- allo stato ancora incompiuto o non rifinito- che ho scritto in argomento?. In che forma? In India ho iniziato a comporli  al computer nel mio blog,www.odoricoamico.blogspot.com ,
dove sono corredati di immagini ad essi indispensabili. Essi sono per me, se me li richiedete, facilmente trasferibili in formato Pdf  o a stampa,  pur se con una caduta delle qualità delle immagini.

Post scriptum- Essendo a me estranea l’idea che il bello ed il sacro si manifestino solo nella reviviscenza  dell’antico e di ciò che è premoderno-, sono motivato a scrivere e sto ideando una Guida innovativa di Delhi, per metro-tours che contemplino la visita al contempo sia degli antichi monumenti che delle opere architettoniche ed urbanistiche moderne più rilevanti, dell’India britannica e indipendente.

Né  mi  è estranea, con la cooperazione del direttore del museo archeologico di Khajuraho, l’ idea di comporre una guida al patrimonio enorme di pitture rupestri del Madhya Pradesh, e dei territori limitrofi, correlandolo alla figuratività o alle astrazioni dell’arte tribale e delle sue testimonianze artigianali.
Con i miei più cordiali saluti
Odorico Bergamaschi,
Piazza d’Arco 6f
46100 Mantova
Numero di telefono 0376360396
Oppure  in: Sevagram, Khajuraho, presso Kailash Sen,
Chhatarpur District, Madhya Pradesh , India
Numero di telefono 00919893089843





Alla Ram Viaggi di Avegno di Genova
Mantova,  24 agosto 2013
Gentili interlocutori
mi chiamo Odorico Bergamaschi, sono uno scrittore ed ex insegnante, di sessant'anni, ora in pensione, cosicché da tempo mi è concesso di poter vivere per la maggior parte dell’anno a Khajuraho, il grande centro templare del Madhya Pradesh, presso la mia cara famiglia d’adozione.
Grazie ai miei interessi per la spiritualità, l’arte e la cultura dell'India, e per le sue presenti e vive realtà umane ed economico sociali , al cui impatto da anni mi sono esposto, in ragione del mio intento di rapportare il tutto all'aiuto che reco ai miei congiunti indiani, -il mio amico Kailash Sen, la moglie e i tre figli superstiti-, facendomi tutt'uno con le loro sorti e condizioni di vita, ho aperto in Khajuraho un centro culturale e di viaggi di cui il mio amico è il tour operator, ove insegno italiano, e che consente, secondo i principi ispiratori di un turismo responsabile per ora eminentemente culturale ed etnico, di visitare tutti i monumenti protetti delle località archeologiche circostanti, dei siti meravigliosi ma pressoché sconosciuti ai più, e del tutto trascurati dalle agenzie di viaggio e dai tour operator.
La mia formazione culturale in progress ed i miei viaggi antecedenti, nonché la loro prosecuzione in ambiti circostanti, più ravvicinati,  mi hanno consentito di conseguire, insieme al mio amico, una conoscenza approfondita e particolareggiata del patrimonio culturale indiano in un più ampio raggio,. in Delhi e nelle principali località monumentali che che da Delhi, Jaipur, Agra,  intercorrono sino a Khajuraho, via Gwalior, Orchha, Datia, o  inoltrandosi verso Kaushambi, Sarnath, Varanasi,  oppure  in direzione di Chanderi, Deogarh, Udaypur, Bhopal, Sanchi, Bimbethka.
Qualora, soprattutto per i viaggi in autonomia, siate interessati alla mia collaborazione in Khajuraho, insieme a quella di Kailash e dei nostri amici che sono guide locali o drivers affidabili,  quale mediatore culturale e come vostri referenti,  a supporto anche logistico dei tours che già avete programmati, o per  ideare in futuro tours “d’incontro” con agio di tempi, eco-friends, etnico-religiosi e  non solo archeologici, - imperniati su Khajuraho ed inerenti i siti dell’area del Madhya, e Uttar Pradesh,  il Bundelkand, innanzitutto, ch’è compresa tra Deogarh, Chanderi, Gwalior  a Ovest, e Varanasi, Sarnath a Est-, sono ben disposto a prestarmi, insieme a Kailash ed ai nostri amici, io operando qui in Italia  d’estate, e insieme a loro durante la mia permanenza dopo la stagione monsonica in Khajuraho ,  dove ora posso permanere regolarmente da ottobre sino a maggio- giugno, e oltre.
Per  farvi un’idea degli itinerari che ho ideato e sperimentato con i miei amici e collaboratori indiani, e di come mi sia attenuto spontaneamente ai principi ed ai criteri che ispirano il turismo responsabile e consapevole di RAM Viaggi e dell’AITR,   potete visitare il web site del nostro centro culturale, ancora alquanto elementare nel suo impianto : www.bapuculturaltours.org.
Intendo solo aggiungere, a supporto, ciò che a conclusione della lettera d’intenti che ho inoltrato all’Istituto Italiano di Cultura di Delhi, per propormi come formatore culturale di guide indiane, ho scritto alla sua nuova dirigente su come intendo operare perché  il turismo abbia un impatto virtuoso e non corruttore  o degradante della realtà umana locale, qui in India , ove al “greenwashing si aggiunge, non meno deleterio, l’ “humanitarianwashing” di innumerevoli organizzazioni scolastiche ed assistenziali, o sociali, fintamente filantropiche, di cui un referente locale potrebbe e dovrebbe essere un oculato ed imprescindibile filtro.continuo.” In realtà, le scrissi, ciò a cui  è vitale educare i giovani indiani, a mio avviso, è che solo grazie al lavoro al servizio degli altri in cui l’onestà e la conoscenza profonda facciano la differenza ed il valore aggiunto,  è possibile competere nella giungla economica indiana con fortuna e senza dannarsi l’anima.”
Ora sono in Italia,  e vi resterò, in Mantova, dove risiedo,  fino ai primi di ottobre.
Posso eventualmente incontrarvi, in Avegno di Genova, qualora siate interessati ad una collaborazione?
Con i più cordiali saluti
Odorico Bergamaschi,
Piazza d’Arco 6f
46100 Mantova
Numero telefonico  0376360396
Oppure in : Sevagram, Khajuraho, presso Kailash Sen,
Chhatarpur District, Madhya Pradesh , India
N phone 00919893089843

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Alla dirigente dell'Istituto Italiano di Cultura  di Delhi

Mantova  5 agosto 2013
Gentile direttore/ direttrice
mi chiamo Odorico Bergamaschi, sono uno scrittore ed ex insegnante sessantenne ora  in pensione,  per cui mi è  concesso di poter vivere per la maggior parte dell’anno a Khajuraho, il grande centro templare del Madhya Pradesh,  presso la mia cara famiglia d’adozione.
Grazie ai miei interessi per la spiritualità  e l’arte e  la cultura indiana,  ed al mio intento di rapportarli all'aiuto che reco ai miei congiunti indiani, -il mio amico Kailash Sen, la moglie e i tre figli superstiti-,  facendomi tutt'uno con le loro sorti e condizioni di vita, ho aperto in Khajuraho un centro culturale e di viaggi  di cui il mio amico è il conducente di autorisciò, dove ho insegnato italiano e per il tramite del quale è possibile visitare tutti i monumenti protetti delle località archeologiche circostanti, che costituiscono dei siti meravigliosi ma pressoché sconosciuti  ai più, e del tutto trascurati dalle agenzie di viaggio e dai tour operator.
La mia formazione culturale in progress ed i miei viaggi antecedenti, nonché la loro prosecuzione in ambiti circostanti, più ravvicinati, per i miei limitati mezzi economici,  mi hanno consentito di conseguire, insieme al mio amico, ed ultimamente con il suo figlio maggiore,  una conoscenza più approfondita e particolareggiata del patrimonio culturale indiano,. in Delhi e nelle principali località turistiche che da Delhi, Jaipur, Agra,  intercorrono sino a Khajuraho, via Gwalior, Orchha, Datia, quindi nell’inoltrarsi verso Varanasi, o in direzione di Bhopal, Sanchi, Bimbethka.
In virtù altresì della mia attività di insegnante di italiano in Khajuraho, che ho svolto anche per  studenti provenienti da questo Istituto e coinvolti nel turismo, usufruendo di un employment visa come italian language teacher presso una scuola privata locale,  al contempo ho acquisito una esperienza sofferta e illuminante delle realtà più incresciose del turismo in questo paese, sia di ordine linguistico-culturale, che etico professionale. Mi riferisco in particolare ai malvezzi diffusi della generalità delle guide indiane autorizzate per turisti stranieri,  che animate quasi esclusivamente da intenti di guadagno,  insensibili ai loro limiti e disinteressate a perfezionarsi ulteriormente,  forniscono informazioni insufficienti, o improprie,  carenti di reinterpretazioni culturali significative,  mostrandosi spesso irrispettose e sprezzanti nei riguardi degli stranieri, sotto un ammanto di ossequiose parvenze, vuoi  in ragione della loro presunzione di superiorità rispetto  a chi è occidentale, vuoi per il poco che  le loro limitate competenze linguistiche consentono loro di dire, vuoi per quanto, ciononostante, si consentono malauguratamente di formulare, animandole più una propensione a farsi procacciatori, che ad essere accompagnatori culturali, più la pulsione a  inoltrare i clienti  in negozi da cui ricevono “ commissions”, che ad essere esaustivi nella visita degli edifici monumentali, per cui, in definitiva, pongono i visitatori al proprio servizio, di gran lunga,  più di quanto essi si pongano al servizio di chi accompagnano.
A partire dalle mia necessità concrete di partnership affidabili, e siccome ciò che le propongo può  giovare a migliorare e ad  arricchire  le relazioni  tra  guide o accompagnatori locali ed i visitatori  italiani che siano in viaggio in India , ho pensato che sia buona cosa, qualora sia di vostro interesse, mettere a vostra disposizione le mie conoscenze ed esperienze acquisite , dopo il mio rientro in India preventivato in ottobre, per contribuire, con  alcuni incontri in italiano, presso il vostro Istituto a orientare e a formare come guide preparate, ed eticamente motivate, i giovani indiani che lo frequentano a un livello avanzato, e che intendono svolgere in futuro l’attività di guide od escort, quale che sia in India la località in cui operano, confidando che la  padronanza della lingua italiana consenta loro di apprendere come non devono fornire al visitatore o turista solo le informazioni più elementari, ma  rielaborare l’esperienza di monumenti e ambienti, e genti dell’India, in interpretazioni culturali approfondite di forme e simboli, o in prospettive antropologiche o economico-sociali. In realtà ciò a cui  è vitale educare i giovani indiani, a mio avviso, è che solo grazie al lavoro al servizio degli altri in cui l’onestà e la conoscenza profonda facciano la differenza ed il valore aggiunto,  è possibile competere nella giungla economica indiana con fortuna e senza dannarsi l’anima.
Con i miei più cordiali saluti
Odorico Bergamaschi
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Infelicissimi i tempi dei grandi comunicatori

Infelicissimi i tempi di miseria  dello spirito, più ancora che delle proprie tasche,  in cui non resta da scegliere che tra un grande comunicatore e l’altro, detto altrimenti, per venire al sodo, tra un Berlusconi, un Grillo, od un Matteo Renzi,  perchèé solo al loro amo abbocca l’elettore liquido e smagato. Chi poi sia in effetti un grande comunicatore, lo rivela   benissimo il filosofo e drammaturgo cattolico Fabrice Hadjadj: “ E se comunichi in maniera da ottenere un risultato automatico ( la folla si precipita in delirio verso il tuo negozio), allora sei un grande comunicatore, perchè sei riuscito ad abbassare l’uomo a livello della bestia”.
Onore dunque al merito di quegli affabulatori scarsi, perché inceppati dalla loro nobiltà, che sono Romano Prodi e Pier Luigi Bersani, onore dunque al merito dei democratici come il nostro Dimitri Melli, quando nell’assoluto disincanto, ed in ragione di ciò che con torsione del proprio orgoglio costa loro dolorosamente riconoscere, accettano l’obbrobrio minore per evitare le calamità  più nefaste, ed investono come candidato alla premiership un Matteo Renzi, pur sapendo quale ne sia la profondità o lo spessore, perché non può candidarsi alla segreteria di un partito democratico e rivelare anticipatamente la sua vera idea d’Italia. Ed allo stesso tempo,  ripulsa e sgomento, per chi, come Fabrizio Sgarbossa, segretario di circolo del Pd di Castelbelforte,  nella sua accoglienza tronfia e mortificante della dichiarazione di adesione alla leadership di Renzi del sindaco di Pegognaga, in cui si  è profuso sulla Gazzetta di Mantova di Venerdì 23 agosto, rivela quale boria vuota, spietata e accecata, possa significare nel suo caso l’essere renziani.
Come per tutti gli avanguardisti, per costui solo quelli della prima ora sono credibili e degni di stima,  e solo l’opportunismo può avere motivato gli altri sopraggiunti, se solo in un secondo tempo si sono arresi al modello esemplare rappresentato dal  capo, nella sua ovvietà evidente, e a nulla vale che si simulino folgorati sulla via di Firenze dal Gesù di Rignano d’Arno...E buon pro per loro, che comunque finalmente abbiano capito, che possano essere accomodati anch’essi nel comitato elettorale, perché per gli altri, sarà pianto e stridore di denti,  regalando un bel sorriso...
Peccato che quando poi, per incrementare gli adepti,  Sgarbossa cerca di dare voce al suo credo nel verbo di Renzi, di dirci a più riprese il perché di tanto suo entusiasmo in colui riposto, di comunicarci quale seduzione su di lui Renzi abbia  esercitato fin dalla prima ora, egli faccia l’esaltazione dell’assenza di qualsiasi contenuto, non  esprima che  l’adesione alla sola formulazione di un format.
Un contenitore in cui “ad maiorem gloriam” dell’uomo solo al comando, possono rientrare tanto Briatore che i partigiani quanto il pensionamento del pregiudicato, sempre che  sappiano “metterci la faccia”...
Rivelandoci, Sgarbossa,  che come diceva il grande teologo Dietrich Bonhoeffer, dietro ad ogni rimettersi in tutto e per tutto a quello che ne sa  un capo, più di noi, c’è  la rinuncia alla propria autonomia di giudizio che caratterizza la natura spaventevole e sconfortante di ogni stupidità di massa, quale che sia il quoziente intellettivo dei singoli adepti.

Odorico Bergamaschi, ex insegnante

Su Virgilio nella Bann Valley Tre lune, Mantova, 2013

Al professor Giorgio Bernardi Perini

Caro professore,
sono Odorico Bergamaschi.
Lo scorso luglio, appena qualche settimana dopo il mio rientro dall’India, per il tramite di una ricerca in internet sono venuto a conoscenza della pubblicazione del volumetto “Seamus Heaney Virgilio nella  Ban Valley”,  di cui Lei  è  co-autore.
Tale e  tanto è l’interesse appassionato  che anima ancora la mia persistente ricerca su Virgilio e Seamus Heaney,  che l’ho immediatamente acquisito e letto,  per riprenderne la disamina in questi giorni.
 Mi è allora parso che alla eleganza grafica del libro corrisponda la pregevolezza dei singoli testi, soprattutto della mirabile sintesi, ad opera  dello stesso Seamus Heaney, di come la voce poetica di Virgilio l’abbia inabitato, e della traduzione che lei vi ha ripreso della duplice stesura della Bann Valley Eclogue, in cui lei è meravigliosamente riuscito dove per la mia imperizia ho fallito.
Lei è stato capace, in modi eccellenti, di  convertire il testo originario  in un italiano la cui letterarietà formale è la stessa ricercatezza idiomatica di una sua naturalità e fluidità discorsiva, senza venir meno a fedeltà e precisione   Penso alle invenzioni per cui “ Something that rises like the curtain in/ those word”” diventa " Qualcosa che alzi il velo sul futuro”, “earth mark, birth mark”è un binomio risolto in  “ grumo di terra, voglia sulla pelle”, la tracimazione delle acque del Bann è individuata in  “ un lavacro”, nel suo senso purificatore,“as name dawned into knowledge “ si chiarifica in  “mentre il nome/ rivelava il suo senso”.
E che dire dell” you have to find a place for” che diventa “ un tu dovrai fare tesoro” , di “ what on earth could match it”, convertito in “ Che cosa mai potrebbe corrispondervi qui”, o di “ a firstness steadied” tramutato in “ ha preso una forma di primordio”, per concludere con “ Why do I remember St Patrick’s morning”, italianizzato a meraviglia in “ Ricordo, non so come, le mattine di San Patrizio”.
Il breve saggio Le due redazioni della Ban Valley Eclogue mette in lucido risalto come le soppressioni di intere strofe nel passaggio dall’una all’altra versione siano determinate dalla ricerca di un superiore equilibrio strutturale  imposto dalla focalizzazione e compattazione del discorso poetico sul  tema  che nel suo decorso si rivela di fondo, il wrong and renewal,domestico e civile, della rottura delle acque del parto della nipote e della tracimazione del fiume Bann.
Ciò non toglie che su alcuni punti non sia concorde, ad esempio sulla attribuzione alla voce di un laureando di larga parte dei versi espunti, in ragione, presumo, delle difficoltà di leggere altrimenti “ You would understand us/ latter-day scholarship boys and girls” che personalmente avevo differentemente così tradotto, “Ci avresti insegnato// il più moderno modo di educare ragazzi e ragazze “. Suscitano inoltre qualche mia incertezza le modalità in cui lei ha pur acutamente  colto che avviene l‘emergenza del tema di fondo,  “wrong and renewal”, che detta l’abbandono delle strofe espunte divaganti sulla rivalsa  poetica  di Virgilio-Heaney nei riguardi  degli usurpatori-veterani delle proprie terre , e le condizioni dei nuovi raccordi interni al testo..
Per me tale leit-motiv in Seamus Heaney  si spoglia di ogni valenza palingenetica universale, -fortunatamente-, il che spiega la caduta anche della strofe finale della versione originaria, la più bella di quelle rimosse, - in cui gli altri “ preziosi spunti poetici” cui lei allude, non trovano a mio avviso esiti felici.
In  Heaney ogni afflato di palingenesi o di apocatastasi rigeneratrice finisce felicemente circoscritto, secondo la Musa virgiliana di lui effettivamente ispiratrice, al solo ambito dell’incidenza della storia sulle proprie vicende personali, come, sempre all’ interno di Electric Light , si verifica in Virgil: Eclogue IX e  nella Glanmore Eclogue .
Accadrà poi, in District e Circle e  Human chain, che la “ violence of the times “ sia da Heaney virgilianamente coinvolta,  in virtù della ispirazione creatrice di Eneide VI, nel  ciclo terrestre, ed ultraterreno, della catena umana di vita e morte dei conoscenti e dei: propri familiari: l’underworld –underground  in cui è  svanito in un’ ombra dolentemente  rievocata il padre -Anchise, - come già accadde nella traduzione dell’ episodio del ramo d’oro che fa da epigrafe aSeeing Things, e come avverrà di nuovo nella splendida sequenza metropolitana da cui la raccolta District e Circle trae il nome -, mentre dopo una lunga sosta presso il  Lete cui si è abbeverata,  esce dall’oltretomba e torna in vita l’anima che si incarna nella nipotina di cui il poeta sarà nonno in Route 110, XII, un testo davvero splendido, come già scese tra i suoi cari la nipotina di cui Heaney  si fa  zio nella Bann Valley Eclogue
Credo dunque che l’Ecloga della Bann Valley andasse ripresentata in tale sfondo intertestuale, che corrisponde alle indicazioni  fondamentali fornite dallo stesso  Seamus Heaney nella sua allocuzione, e che  l’ intero libro andasse coerentemente  composto in coesa conformità.
Entro tali lineamenti interpretativi penso che non ci si potesse esimere, innanzitutto, dall’indicare al lettore in quale sito biografico e geopoetico, pre-Troubles, perduto e ritrovato da Seamus Heaney dopo tali eventi tragici d’Irlanda, Virgilio compaia nella Bann Valley Eclogue, facendo consapevole il lettore che vi  ravvisa Virgilio in un luogo ameno dell’infanzia di Heaney ch’è situato nella contea di Derry, dell’ Ulster, e che esso ricorre in altri due testi, quelli iniziali, della stessa raccolta Electric LightAt ToomebridgePerch).
Da una proiezione nella profondità di campo  delle raccolte più recenti, sarebbe inoltre risultato che al fiume Bann subentra in Catena umana il Moyola, quale fiume d’infanzia che riattiva “shade and shadows” virgiliane, sicché Virgilio nell’Irlanda di Heaney lo ritroviamo non solo quale hedge-school master entro la valle del Bann , ma vi  è non meno evocato a più riprese per far apparire l’oltremondo, lungo il riverbank field del fiume Moyola, o durante  “ a sports day in Bellaghy”, sempre nell’Ulster,  mentre  in Glanmore  è trasposta l’Ecloga I nel suo scenario mantovano.

E perché,  della stessa raccolta della Bann Valley Eclogue, ossia Electric Light, non considerare, con ampio riguardo, le ricorrenze virgiliane della trasfusione d’orizzonti  mantovani e irlandesi   nella traduzione dell’Ecloga IX e nella Glanmore Eclogue,- per non tacere  delRamo d’oro, Eneide, Libro VI,  versi 8-148,  all’inizio di Seeing thinks-, di cui le avevo pur fornito, come di Riverbank field, traduzioni non spregevoli, nonostante la mia maldestra conoscenza dell’inglese.

 Colgo l’occasione, caro professore, per segnararle che in questi mesi  è uscito un saggio su  Seamus Heaney e Virgilio incentrato su Roue 110 di  Human Chain
E  rintracciabile in www.jstor.org

Virgil and Heaney route 110

Michael C. J. Putnam
Arion: A Journal of Humanities and the Classics
Vol. 19, No. 3 (Winter 2012), pp. 79-108
Published by:
 Trustees of Boston University
Article Stable URL:http://www.jstor.org/stable/arion.19.3.0079




E’  accessibile la sola prima pagina al seguente indirizzo:


Inoltre ho ritrovato in rete un sito, che le consiglio vivamente, di un professore ch’è amico personale dello stesso Heaney, in cui è fornita un’esegesi puntuale di tutti i testi di Death of a NaturalistNorthDistrict e Circle e Human chain.

Con I miei più cordiali saluti
Odorico Bergamaschi

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A  Luciano Parenti


Mantova, 24 agosto 2013

Gentile Signor Parenti
Sono Odorico Bergamaschi, che per il tramite della signora Di Pellegrini l’ha sollecitata a suo tempo a rifornirlo gentilmente di una copia di Virgilio nella Bann Valley. Alla luce di una disamina ulteriore, Le sintetizzo quanto penso dell’agile libretto, secondo quanto ho anticipato al professor Bernardi Perini, con il quale avevo temporaneamente collaborato alla traduzione di altre poesie virgiliane di Heaney.
Il libro è di estrema eleganza e raccoglie testi davvero pregevoli, in particolare l’allocuzione di Haney ed i lavori traduttori e critici del professor Perini, ma manca di un saggio di sintesi generale che raccolga le interconnessioni intertestuali, nell’opera virgiliana di Heaney,  che emergono dai vari contributi. Questi documenti, di conseguenza, permangono nel loro complesso per lo più  una collezione di testi, fra i quali paiono estemporanei e divaganti quelli del pur bravissimo ed autorevole Massimo Bacigalupo.
Al contempo per quanto, quale lettore, ho comunque desunto di quali siano le correlazioni nella poesia di Heaney ch’è ispirata da  Virgilio,  penso che una redazione più “organica” del  libro avrebbe dovuto comprendere almeno i seguenti componimenti del poeta irlandese, ben  tradotti e corredati di note,  in cui 1) Virgilio è da Heaney evocato in terra d’Irlanda , 2) è il tramite per evocare o far incarnare e venire al mondo “shades and shadows “ della  catena umana familiare di Heaney, oppure 3) si fa voce della voce di Heaney  che ne propizia la  trasposizione in Irlanda, e nei propri casi di vita,  degli scenari mantovani e delle vicende affini di Virgilio che sono  evocati nelle Ecloghe I e IX, per la  incidenza che vi ebbe “ la violenza dei tempi”:
a)      Il ramo d’oro da Seeing Things,
b)      Bann Valley EclogueVirgil Eclogue IX,  Glanmore Eclogue, in Electric Light,
c)      La suite di Route 110 e The Riverbank field in Human Chain
d)      District e Circle nella raccolta omonima.

Qualora intendesse incontrarmi personalmente, sono più che disponibile a risentirci, nel corso del tempo, fino a metà ottobre, in cui intendo permanere ancora in Italia.

Con i miei più cordiali saluti
Odorico Bergamaschi
Piazza d’Arco 6 f
46100, Mantova Italy.
Telefono 0376 36036


Qualora intendesse incontrarmi personalmente, sono più che disponibile a risentirci, nel corso del tempo, fino a metà ottobre, in cui intendo permanere ancora in Italia.
Con i miei più cordiali saluti
Odorico Bergamaschi