Il Paradiso, nella rivelazione che Fabrice Hadjadi testimonia e di cui è interprete ne " Il
Paradiso alla Porta" è la destinazione originaria del nostro essere spirito
incarnato nella materia, la nostra ragion d'essere finale in quanto è bene e gioia il fondo dell'essere, Dio quale nostra realtà primaria.
la priorità ontologica, nel suo principio, del bene, della gioia e dello stupore sul male e sull'angoscia è il fondamento della nostra vocazione originale e della nostra chiamata a ciò di cui solo la vita eterna del Paradiso è il compimento, e spiega al contempo l'insoddisfazione di ogni nostra pretesa di soddisfazione terrena, l'essere perennemente destinati ad essere ed andare oltre ogni raggiungimentoapprodo
finito.Il Paradiso è la vita già in questa vita in comunione con Dio,
tramite la carità dell'Amore, in tal senso è trascendente e immanente
al contempo, non è un altro mondo illusorio generato dal
retromondo nell'uomo del sottosuolo della negazione della vita anziché dalla
affermazione della sua pienezza effettiva, ma un Cielo che è al contempo l' entroterra in cui si prefigura. E' un aldila che non è altrove , un
avvenire che non è nel futuro, un al di la che è già qui, un qui in cui siamo
già nell'aldilà, avvinti in un tempo e in contingenze che hanno nell'eterno la
loro sorgente, quale principio e cuore dell'ora, ma senza che mai in
questa vita possiamo vivere altrimenti che sulla soglia, che nel presagio, nella
fede e nella speranza del rinvio alla sua promessa di ogni esperienza di
bene, di cui anticipa l'adempimento, che il bene anticipa ma di cui rispetto alla quale resta differita senza fine la
sua attualità totale.
Tale concezione del divino del Paradiso si fonda fermamente sull'ontologia cristologica del credo calcedoniano, secondo il quale il divino e l umano, la città del cielo e della terra s'interpenetrano nell'unità di realtà distinte e complementari , che non vanno separate né confuse.
la priorità ontologica, nel suo principio, del bene, della gioia e dello stupore sul male e sull'angoscia è il fondamento della nostra vocazione originale e della nostra chiamata a ciò di cui solo la vita eterna del Paradiso è il compimento, e spiega al contempo l'insoddisfazione di ogni nostra pretesa di soddisfazione terrena, l'essere perennemente destinati ad essere ed andare oltre ogni raggiungimento
Tale concezione del divino del Paradiso si fonda fermamente sull'ontologia cristologica del credo calcedoniano, secondo il quale il divino e l umano, la città del cielo e della terra s'interpenetrano nell'unità di realtà distinte e complementari , che non vanno separate né confuse.
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